La scatola anatomica di Sean Godsell: architettura intramontabile e inusuale

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Troppo spesso siamo abituati a pensare la sostenibilità in edilizia strettamente legata all’efficienza energetica e, in nome di questa nobile causa, scambiamo per architettura ciò che è solo rappresentazione meccanica di traguardi numerici. Sotto l’egida della razionalità delle ragioni economiche deprediamo dei suoi gradi di libertà la portata creativa di un’arte che diventa sempre più costruzione astrattamente intellettuale.

Dov’ è la poetica dello spazio? E il dogma di Glenn Murcutt “touch the earth lightly” lo applichiamo davvero? Solo un outsider come Sean Godsell, architetto australiano di fama internazionale, avrebbe potuto regalarci un esempio intramontabile e così inusuale di architettura sostenibile. Solo lui avrebbe potuto comprendere in modo così tagliente che “il ruolo degli architetti nella società è marginale e ci rimane solo che essere acuti osservatori dei bisogni materiali della società e delle sue aspirazioni immateriali”.

STANZA DEL SOLE O VERANDAH?

Sorrento, località della penisola australiana di Mornington a 120 Km da Melbourne, capitale dello stato di Victoria. Dal 2002, una successione lineare di portali d’acciaio ossidato alti 7 metri, si insinua nel fianco di una duna sabbiosa. Questa struttura funge da supporto per l’involucro protettivo esterno in legno, e contemporaneamente contiene la scatola interna dell’abitazione. Lo spazio che vi rimane imprigionato dissolve il diaframma tra interno ed esterno: è la verandah. Nella tradizione architettonica cinese il corridoio/veranda è un passaggio permeabile che circonda un nucleo interno senza soluzione di continuità; nella tradizione nipponica il passaggio/veranda è invece uno spazio fluido solo quando è incluso nella configurazione della pianta; nella tipica cascina australiana, retaggio europeo, la verandah diventa “stanza del sole” perché, schermata parzialmente da rete metallica o vetro, si trasforma in stanza di passaggio tra esterno e interno. E’ in questi termini che nella Peninsula House si consuma l’ibridazione tra architettura orientale ed occidentale: la verandah può diventare “stanza del sole” e la “stanza del sole” verandah, a seconda che il guscio protettivo dialoghi con la natura attraverso le sue imposte apribili, o protegga lo spazio interno dell’abitazione dai capricci del tempo.

Così il parallelepipedo può diventare monolite opaco o scatola trasparente.

Il programma della casa, sala soggiorno/pranzo, camera da letto, biblioteca, forma l’endoscheletro, la struttura in metallo ossidato è l’esoscheletro della casa e la fitta trama legnosa esterna ne è la pelle. All’interno la fluidità e dinamicità degli spazi è metafora delle articolazioni e degli organi di questa machine à habiter, pensata e progettata a misura dell’utente.

MATERIALI
Ciò che conferisce carattere alla casa è la sua pelle esterna fatta di legno riciclato di jarrah proveniente dalla demolizione di mulini e fattorie vicine. Inoltre essa contribuisce a schermare le pareti verticali del corpo di fabbrica dall’irraggiamento solare diretto, o ad aprirsi sul paesaggio per godere della sua vista, attraverso le imposte che si sollevano a formare ampie pensiline. Inoltre la struttura del fabbricato, uno scheletro in acciaio e legno riciclato, è leggera e duratura nel tempo. Le imperfezioni di un materiale naturale come il legno, conferiscono al manufatto un carattere grezzo e schietto, che si contrappone alla delicatezza degli interni, e sembra destinato ad assumere con naturale disinvoltura la patina del tempo.

VENTILAZIONE ED ESPOSIZIONE
Le facciate est e ovest sono attraversate da ventilazione incrociata grazie alle aperture dei prospetti nord e sud. Mentre gli spazi giorno a doppia altezza sono esposti a nord per fruire del soleggiamento solare invernale e sono opportunamente schermati d’estate, la stanza da letto è situata a nord–est per godere del tiepido sole mattutino. Il bagno privato al piano superiore si estende attraverso uno schermo trasparente mobile, su una corte privata.

FLESSIBILITA’ DEGLI SPAZI
L’open space soggiorno–pranzo/cucina permette lo scambio dinamico delle funzioni a seconda del clima e delle esigenze, gli spazi esterni consentono di cucinare e desinare in tutta flessibilità e discrezione, infatti la privacy è assicurata dagli imponenti alberi secolari originari del posto. A sud lo scavo nella collina dota il fabbricato di un riparo ombreggiato.

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RAPPORTO CON LA NATURA
La biblioteca è uno spazio poco illuminato, raccolto e quieto, scavato nella roccia, la camera da letto è uno spazio segreto raggiungibile da una scala privata che scorre sul prospetto ovest. Essa si affaccia sul soggiorno a tutta altezza, e guarda il mare. Tutti gli archetipi dell’abitazione sono qui evocati: lo spazio introverso della grotta e quello estroverso che è allegoria della conquista, pur rispettosa, della natura.










Barbara Brunetti

Barbara Brunetti Architetto

Architetto e dottoranda in Restauro, viaggia tra la Puglia e la Romagna in bilico tra due passioni: la ricerca accademica e la libera professione. Nel tempo libero si dedica alla lettura, alla grafica 3d, e agli affetti più cari. Il suo sogno nel cassetto è costruire per sé una piccola casa green in cui vivere circondata dalla natura.