Il riuso di una torre dell’acqua tra design e storia

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La torre dell’acqua è un elemento puntuale nato con l’avvento della ferrovia. Funzionava come serbatoio di rifornimento per le locomotive a vapore, quindi fino al secolo scorso era un accessorio indispensabile per il funzionamento delle linee ferroviarie. La stessa necessità di “ricarica” delle locomotive determinava la dislocazione precisa di queste torri lungo le tratte di percorrenza dei treni laddove era prevista la partenza e lo sosta.

La valorizzazione di un territorio passa attraverso il recupero delle sue risorse: doveva pensarla così il designer tedesco John Dinnebier che è stato tra i primi ideatori di un progetto di rivitalizzazione di una torre dell’acqua nei pressi di Solingen, in Germania, che ha subìto una completa metamorfosi diventando uno dei primi esempi di rifunzionalizzazione e riuso di quelle risorse territoriali che hanno bisogno di nuova vita per scampare alla sorte a cui sono destinate, la demolizione. L’idea risale agli anni ‘90, anni in cui il recupero dell’esistente non era ancora divenuto una prassi professionale consolidata ma si stava appena formando la nuova sensibilità dei progettisti verso una seconda vita utile del manufatto edilizio, ciò che oggi si intende con l’espressione “estensione del ciclo di vita dei prodotti”.

La storia del progetto è legata al suo nome, “Lichtturm”, ovvero torre di luce. Il lighting designer John Dinnebier presenta il progetto di riuso di una torre costruita nel 1904 ed utilizzata come torre dell’acqua fino al 1983. Destinata alla demolizione a causa dell’avanzato stato di degrado in cui versava, si decise di convertirla in un vero e proprio esempio–simbolo di riqualificazione sostenibile quando ne fu riconosciuto il valore storico–architettonico. Il progetto è divenuto realtà solo di recente e così oggi la torre è una popolare location per molti eventi culturali di musica, teatro, poesia, cinema ed arte.

La struttura è riscaldata con l’impiego di energia geotermica, il cui uso è monitorato da un sistema automatico di controllo dei consumi energetici. Dalla cupola in vetro si gode di una vista mozzafiato sul paesaggio e si può sperimentare in prima persona il tema della luce, il fascino che il gioco sapiente delle luci e delle ombre esercita sull’architettura.

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Il progetto illuminotecnico, curato dall’azienda “Licht im Raum” con sede a Düsseldorf, ha fatto uso esclusivo di luci OLED.
La tecnologia OLED, ad alta efficienza energetica, si distingue per la leggerezza e la flessibilità di utilizzo, l’ampio angolo di visione, l’ottimo contrasto, la brillantezza dei colori: gli architetti della Lichtturm hanno sperimentato questa tecnologia per creare effetti luminosi e visivi particolari, in grado di massimizzare l’impatto emotivo sul visitatore senza ricorrere ad altri espedienti, più costosi o impattanti, su questo monumento rinato.

Barbara Brunetti

Barbara Brunetti Architetto

Architetto e dottoranda in Restauro, viaggia tra la Puglia e la Romagna in bilico tra due passioni: la ricerca accademica e la libera professione. Nel tempo libero si dedica alla lettura, alla grafica 3d, e agli affetti più cari. Il suo sogno nel cassetto è costruire per sé una piccola casa green in cui vivere circondata dalla natura.