Nuovi modelli di abitazione sostenibile: il progetto Green Frame House di AstoriDePonti

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Ci sono oggetti che fanno parte integrante del nostro sistema produttivo, e di certi nostri paesaggi urbani e industriali, da tempo ormai immemore e su scala, potremmo dire, planetaria. Oggetti che quasi si fondono con determinati scenari, al punto tale che il nostro occhio non ci si sofferma più con

particolare attenzione, non ne considera i dettagli, le caratteristiche e le eventuali ancora inesplorate potenzialità.

In un’ottica di “rivalutazione ecocompatibile” di tanti di questi oggetti, negli ultimi anni abbiamo assistito all’emersione di mille idee e progetti per un loro diverso utilizzo; idee e progetti che in alcuni casi si sono rivelati veramente brillanti.

È certamente questo il caso della Green Frame House, nuovo prototipo di abitazione del futuro messo a punto dallo Studio di progettazione AstoriDePontiAssociati di Antonia Astori (classe 1940, Industrial e Visual designer dalla brillante carriera costellata di progetti centrati sull’idea di “sistema abitativo aperto”, cioè alla cui definizione finale contribuisce il fruitore stesso) e Nicola De Ponti (classe 1971, architetto e giornalista critico dell’architettura presso la prestigiosa rivista di settore OFX Architettura), in collaborazione con la società Art Container. Art Container è un progetto nato nel 2006 da Antonio Montanari, che ha avventurosamente intrapreso un cammino volto a diffondere anche in Italia, sulla scia di esperimenti già realizzati all’estero, il riutilizzo di container marittimi in disuso per la costruzione di unità abitative ecosostenibili e “ad alto tasso tecnologico”. Di materia prima certamente non ne manca: nel mondo ci sono più di 20 milioni di container, e altrettanti sono in attesa di essere demoliti.

Quella di Art Container non è stata semplicemente un’operazione di recupero di un’enorme mole di materiale destinato alla distruzione. Si è pensato a qualcosa di più: trasformare queste “balene spiaggiate” del sistema di stoccaggio in case moderne, confortevoli, addirittura eleganti e iper–tecnologiche, che possono andare a inserirsi in contesti paesaggistici i più diversi, in alcuni casi generando significative “rivoluzioni del/nel paesaggio”.

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Come lo stesso Antonio Montanari spiega, le potenzialità strutturali dei container si sono rivelate eccezionali. Tant’è che dal primo progetto di Astori/De Ponti, presentato nel 2010 ad “Abitare il Tempo”, importante manifestazione fieristica di Verona, con il nome di 6+1 green_frame (una casa di 140 mq disposta su due livelli, con patio esterno, patio interno e terrazzi, costituita da sei container), si è poi passati alla progettazione di abitazioni esclusive, show room, strutture per l’accoglienza turistica, temporary shop, insediamenti produttivi, uffici, strutture espositive. E i progettisti si dicono aperti ad accogliere ogni ulteriore richiesta specifica dovesse loro provenire dai potenziali clienti, senza porre limite alcuno alla creatività e alla sperimentazione.

Del modello sperimentale 6+1 gli stessi architetti Astori e De Ponti spiegavano l’anno scorso, in occasione della sua presentazione al pubblico: “Fortemente proiettata verso l’esterno, provvista di numerose e ampie vetrate che permettono alla luce di attraversare la casa in ogni direzione, molto ben rifinita e arredata, la nostra casa–design rappresenta davvero un “abitare sostenibile”; anzi, un gran bell’ “abitare sostenibile”, dotato di bellezza, fascino e comfort, oltre che perfettamente in linea con il concetto di sostenibilità”.

E veniamo a qualche dettaglio tecnico.

Con 6+1 è stata avviata una stretta collaborazione con DuPont Building Innovations, importante branca dell’azienda americana DuPont, in particolare per l’utilizzo di alcune soluzioni per l’edilizia sostenibile volte al miglioramento del comfort interno e all’ottimizzazione dell’efficienza energetica.

In particolare, 6+1 incorpora nelle coperture e nelle pareti perimetrali delle membrane traspiranti per la riduzione dei consumi da riscaldamento e climatizzazione abbinate a pannelli isolanti. È stata sfruttata al massimo delle sue potenzialità anche la tecnologia avanzata di un pannello applicabile a pareti e soffitti che incorpora un materiale a cambio di fase, cioè in grado di assorbire il calore quando la temperatura sale negli ambienti interni, per poi rilasciarlo ogni volta che la temperatura scende sotto una certa soglia, consentendo così di ridurre efficacemente i costi energetici degli edifici a bassa inerzia termica.

Laura Montingelli

Laura Montingelli Laureata in Lettere moderne

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