Malmö, aspirante città più sostenibile al mondo e la sua architettura - Prima puntata

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La crisi arrivò a Malmö già alla fine degli ’80, quando fu chiuso il cantiere navale e 2.000 persone rimasero senza lavoro in una cittadina che allora aveva attorno ai 229.000 abitanti. Poco dopo, General Motors chiuse anche la sua fabbrica della marca SAAB, lasciando altre migliaia di disoccupati. Il Comune decise di prendere le redini in mano, puntando su di un modello di sviluppo urbanistico sostenibile avviato tramite un

processo di privatizzazione assolutamente trasparente.

La zona di Västra Hamnen (Porto Ovest) comprendeva i terreni dove sorgevano i cantieri navali e la fabbrica della SAAB. Il Comune acquisì i terreni, demolì gli edifici industriali e pubblicò un bando di gara internazionale di design bioclimatico nel 2001. Per evitare la speculazione, l’aggiudicazione dei lotti ad ogni impresa seguì un processo fortemente competitivo e trasparente. L’ufficio tecnico del Comune definì una serie di 38 parametri progettuali e un punteggio per ciascuno.

Ad esempio, definendo l’area del lotto come 100, uno dei parametri considerati era il coefficiente di permeabilità alla pioggia in funzione del sistema costruttivo scelto. Un tetto di tegole, calcestruzzo o metallo presenta una permeabilità nulla, un tetto giardino una permeabilità del 50%, un patio di gres o lastre di cemento senza soluzioni di continuità ha pure permeabilità nulla, mentre un giardino permeabilità 100. Moltiplicando l’area di ogni elemento per la sua permeabilità si ottiene la permeabilità totale dell’insieme. Per via del clima piovoso della zona ed il costo di trattamento delle acque piovane, si premiavano i progetti in cui la permeabilità globale fosse massima.

Criteri simili vennero stabiliti anche per il consumo energetico, la raccolta delle immondizie (alcuni condomini avevano i contenitori di raccolta differenziata già previsti all’interno), i materiali da utilizzare (maggiore punteggio a quelli con processo industriale con minori emissioni di CO2). Per ogni lotto, i vari impresari ed i loro architetti presentarono i loro progetti e furono aggiudicati solo quelli che ottennero il maggiore punteggio.

La zona di Västra Hamnen è oggi un campionario di tecniche e stili costruttivi, nella quale una passeggiata diventa un’avventura di esplorazione urbana. Non ci sono due edifici uguali, poiché nella sua progettazione e costruzione parteciparono 20 imprese e 30 studi di architettura diversi. L’integrazione fra verde, acqua ed edifici è ottima: il 38% dell’area è costituito da superficie verde (giardini o biotopi) e canali con acqua di mare. Tutto l’insieme è sovrastato dal Turning Torso, l’edificio dell’architetto e ingegnere spagnolo Santiago Calatrava, monumento alla sua propria abilità di virtuoso del calcolo strutturale. La guida locale ha commentato che è l’esempio della scarsa considerazione per la sostenibilità da parte della società in quanto l’impresa costruttrice preferì un edificio dalla forma emblematica a spirale e griffataanche se il progetto rispetto gli altri in concorso raggiunse il punteggio più basso secondo i criteri del comune. Durante la nostra visita il vento, molto forte e costante a quelle latitudini, fischiava fastidiosamente proprio per via della forma capricciosa della facciata e le strallature di sezione cilindrica. Per consolarci, la nostra guida ci disse che questo fu l’unico edificio di tutto il complesso interessato da uno scandalo di corruzione da parte dell’impresa. Peccata minuta per noi, che solitamente ne vediamo di molto peggio, ma inaccettabile per la società scandinava. Curiosamente, l’abitazione energeticamente più efficiente e sostenibile di tutto Västra Hamnen è la più semplice (forse non molto gradevole) e non è opera di un architetto famoso. Sembra una scatola di legno dipinta di grigio militare. Costruita però esclusivamente con legno di boschi certificati, materiali naturali per isolamenti ed interni, spessori murari spinti e superficie vetrata minima, tutta concentrata nella facciata Sud. A dimostrazione che il concetto che conta non è la griffe ne l’immagine, ma la sostanza.Sostenibilita-malmo-abitazione-piu-eco

Un altro aspetto interessante della Svezia è l’assenza di edilizia popolare, e che il 70% delle famiglie vive in affitto. Pertanto, una delle condizioni imposte dal Comune durante il processo di lottizzazione fu che il 70% delle abitazioni costruite in Västra Hamnen fosse destinato ad affitto. Gli affitti sono regolati per evitare speculazioni, benchè la nostra guida ci confesò che perfino nel paradiso scandinavo della democrazia e della trasparenza gli speculatori sempre trovano il modo di raggirare le leggi. Tutto il mondo è paese. La fila di edifici disposta nel lungomare è quella che peggiori risultati ha dato in termini di efficienza energetica. Come lo sappiamo? Trasparenza scandinava: il Comune monitora l’effettivo consumo di tutti gli edifici ed i risultati sono pubblici.

L’Autore ringrazia la AECC (Asociación Española de Comunicadores Científicos) per l’ invito a partecipare in questa iniziativa, la EUSJA (European Union of Scientific Journalists Associations) e la società Invest in Skåne per aver sostenuto i costi di viaggio e soggiorno, la sign.a. Anna Lagerkvist di Cloudberry Communications per l’ impeccabile organizzazione e in fine tutti i rappresentanti dei diversi uffici municipali e aziende che per ragioni di spazio non possono essere menzionati qui.

Per ulteriori informazioni si visiti il sito web di Malmo

Foto | Mario Rosato













Mario Rosato

Mario Rosato Ingegnere

La sua passione sono le soluzioni soft tech per lo sviluppo sostenibile, possibilmente costruite con materiale da riciclaggio. Un progetto per quando andrà in pensione: costruire un'imbarcazione a propulsione eolica capace di andare più veloce del vento in ogni direzione.