- scritto da Roberta Lingua
- categoria Progetti
Casa Natura: si alimenta con una serra che genera cibo e calore
Nel sud della Svezia, non lontano dal lago Vättern, in un contesto tipicamente agricolo e caratterizzato da strutture rurali rosse con persiane bianche, sorge la “Uppgrenna Naturhus”, ovvero “casa Natura”.
Costruire un'architettura efficiente ed accessibile, con spazi per la riflessione e l’apprendimento, in cui si possa influenzare il comportamento dei residenti verso un atteggiamento più affine ai concetti sostenibili e di valorizzazione del paesaggio, questi sono i presupposti che hanno portato alla realizzazione della “Uppgrenna Naturhus”.
UN FIENILE FIAMMINGO DIVENTA UFFICIO
Il progetto di "Casa Natura", di Tailor Made Arkitekter, conferisce una nuova connotazione a questo luogo tipicamente rurale: dove prima un vecchio fienile rosso veniva utilizzato per il deposito dei macchinari agricoli, sorge un nuovo edificio, adibito a conferenze, seminari, ristorante e spa.
Il progetto si ispira al concetto architettonico locale “Naturhus" sostenuto sin dal 1970 da Bengt Warne. Warne era, infatti, convinto che vivere in una serra potesse esprimere la quarta dimensione dell’architettura, dove il tempo fosse scandito dai flussi infiniti del sole, della pioggia, del vento e del suolo, in cui l’architettura venisse influenzata dall’ambiente e da esso trovasse giovamento.
La “casa Natura” si compone di tre parti: due più prettamente architettoniche costituite da un edificio isolato e da una serra che si estende verso l’esterno con delle terrazze protette, ed una terza impiantistica per il riciclaggio delle acque reflue.
Oltre 200 metri quadrati, dei 520 metri quadrati totali, è occupato dalla serra, che si articola in ampie terrazze che si aprono verso il lago Vättern, offrendo un contatto diretto con l’ambiente naturale. La serra, oltre a costituire il cuore della casa, permette di preriscaldare l'aria necessaria per la ventilazione della casa e offre la possibilità di coltivare piante che necessitano di un clima meno aspro.
All'interno è possibile pranzare, le sale riunioni occupano un soppalco di legno sotto il tetto di vetro spiovente, una seconda terrazza inferiore è circondato da piantine, mentre una sala per trattamenti benessere e una camera degli ospiti si trovano nella base di legno della struttura, che è parzialmente affondata in un pendio erboso.
Inoltre, si è ricercato di recuperare i nutrienti provenienti dalle acque reflue (azoto e fosforo), valutando i parametri qualitativi dell'acqua. Grazie a questo, infatti, la serra permette di creare una rete locale chiusa di riciclo dei rifiuti delle acque reflue, cosicché non si debba richiedere l’allacciamento alla rete fognaria comunale.
La ricerca di creare una struttura autosufficiente è ulteriormente incentivata dal fatto che alcuni dei prodotti serviti nell’area ristoro siano coltivati direttamente nella serra: grazie allo sfruttamento delle sostanze nutritive dei liquami prodotti dalla struttura stessa. Si crea, così, un sistema che genera cibo e calore, piuttosto che consumarlo.
L'esterno ispirato alle tradizionali fienili svedesi: porticati semplici, persiane bianche e muri rivestiti con pannelli rossi in legno, ma qui, il filo continuo si spezza e la facciata assume dinamicità intervallandosi tra superfici opache e vetrate, in modo da ridurre la dispersione del calore quando la casa non viene utilizzata.
Vivere in una serra incoraggia uno stile di vita sostenibile e non tossico e chiarisce il perché non si debba emettere sostanze inquinanti nell'ambiente, preferendo la trasformazione dei prodotti e delle risorse in base alle proprie necessità.
Il progetto nasce con l’intento di realizzare una casa autosufficiente che produca cibo, invece di rifiuti. Una case che genera energia, invece di solo consumo e, in definitiva, spazi che inducano alla riflessione e all’apprendimento di un comportamento più affine al contesto in cui un determinato progetto di colloca.