Magazzini generali di Pantin: strategie sostenibili alle porte di Parigi

A pochi chilometri da Parigi sorgono i Magazzini Generali di Pantin, un edificio in cemento armato un tempo sede delle dogane e poi abbandonato, oggi rinato grazie all'adozione di strategie sostenibili per la riqualificazione urbana dell'area.
Parlare di sostenibilità spesso si riduce ad una meticolosa ed a volte effimera analisi delle tecnologie utilizzate e dei numeri di un edificio riducendo il tutto ad una semplice operazione matematica da cui si ricava un parere positivo o negativo.

Se si vuole affrontare un discorso a più ampio raggio sulle tematiche della sostenibilità non si può prescindere da una analisi sostenibile delle strategie da cui scaturisce l’architettura costruita e le ricadute che le stesse hanno sul territorio.

Una delle grandi sfide delle città è il rapporto tra le attività che una grande metropoli ospita ed una crescita sostenibile della città stessa e di chi la città la vive per un periodo breve o lungo che sia.

In copertina: l'edificio dei Magazzini generali di Pantin riqualificato.

Dal centro di Parigi alla Ville de Pantin

L’agezia pubblicitaria BETC di Parigi ha deciso nel 2015 di spostare la sua sede dal centro della capitale francese, nel X Arrondissement, alla Ville de Pantin, uno dei numerosi comuni che costituiscono la “petite couronne parisienne” (la zona costituita dai tre "dipartimenti" limitrofi alla città di Parigi), un agglomerato urbano spesso poco definito e frastagliato, con profonde fratture sociali radicate da decenni, che necessita di ritrovare una propria identità e in cui tuttavia non mancano esempi virtuosi all’avanguardia.

La strategia sostenibile della società è stata di allocare i suoi circa 900 dipendenti all’interno dei Magasins Généraux (Magazzini Generali) di Pantin, un edificio del 1930 di circa 20.000 metri quadrati abbandonato dal 2000, situato lungo il Canal de l’Ourq, continuazione del Canal Saint Martin e poco distante dal riuscito intervento del Parc de la Villette. Canal de l’Ourq è un’arteria per la navigazione fluviale che un tempo giungeva fino alla Senna e che nel '900 era una delle zone più produttive della città e che fu lentamente abbandonata lasciando grandi aree al degrado generando fratture all’interno del tessuto urbano.

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La scelta del luogo si basa su un’attenta analisi dell’impatto che una nuova attività può avere sul contesto urbano.

La presenza della vicina linea 5 della metropolitana, che collega ai più importanti nodi di scambio di Parigi, costituisce un efficace sistema di trasporto pubblico su gomma che, insieme alla rete di piste ciclabili consente di limitare l’impatto che lo spostamento dei nuovi utilizzatori comporterebbe alla zona.

L’insediamento di una nuova attività dal forte impatto occupazionale e di immagine nei Magazzini generali riesce a ricucire una parte del tessuto che prima risultava essere un non luogo, in quanto non utilizzato e quindi non a servizio della comunità che non poteva accedere ad uno spazio di cui necessitava.

L'area dei Magazzini generali di Pantin oggi è uno spazio che si affaccia su un canale d’acqua che presenta una nuova pavimentazione e nuove alberature che prolungano la promenade che in precedenza si interrompeva e che ora consente di collegare al cuore della Ville lumière.

La scelta di riqualificare un edificio con spazi compatibili con la nuova attività da insediarvi all’interno ha consentito di diminuire drasticamente gli interventi sulla struttura e sui solai esistenti che sono stati invece recuperati interamente abbattendo di conseguenza i costi e l’impatto che la realizzazione di nuova superficie avrebbe avuto sul contesto sia in termini ambientali che di vivibilità.

Il nuovo elemento architettonico ha dato impulso a interventi di riqualificazione urbana delle aree abbandonate adiacenti, con la costruzione di nuove architetture in linea con i nuovi standards di sostenibilità, riconvertendo in tessuto urbano aree che in precedenza ne erano tagliate fuori.

Lo sviluppo di una città diventa sostenibile quando prima di inglobare nuove aree periferiche cerca di riconvertire gli spazi al suo interno, quei luoghi che rappresentano una frattura del tessuto urbano e che di fatto la collettività non considera città in quanto non in rapporto con il contesto circostante.

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Il progetto dei Magazzini Generali di Pantin

Il progetto affidato allo studio parigino Jung Architectures dell’architetto Frederic Jung si basa su un’idea di sostenibilità ampia che coinvolge ogni parte dell‘edificio.

Per andare incontro alle esigenze che la nuova destinazione ad uso terziario rendeva necessarie sono state sostituite le pareti perimetrali opache con superfici vetrate per consentire una maggiore illuminazione degli spazi interni nelle ore di utilizzo degli stessi riducendo di fatto il consumo di energia. In combinazione con un sistema di oscuranti verticali esterni realizzati con tendaggi avvolgibili, che corrono lungo tutto il perimetro del ballatoio esterno, si riesce a regolare la quantità di luce naturale all’interno.

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Una corte aperta a tutta altezza che attraversa per intero l’edificio consente una perfetta ventilazione naturale degli ambienti, aumentando in modo sostenibile il comfort qualitativo e la vivibilità degli spazi.

La precedente copertura piana in cemento è stata trasformata in tetto verde, utilizzabile come spazio relax e di convivialità, con l’utilizzo di vegetazione bassa e arbusti di piccola taglia per controllare le dispersioni termiche e migliorare il microclima circostante.

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L’idea di sostenibilità alla base di tutte le fasi dell’intervento nell'area dei Magazzini Generali di Pantin viene vista da Mercedes Erra e Rémi Babinet, presidenti della società BETC, come un investimento nel breve periodo per le sue ricadute positive sui dipendenti e sul loro modo di approcciarsi all’attività lavorativa nonché nel lungo periodo in termini di immagine per la società stessa.

Semplici ed efficaci principi di architettura sostenibile hanno fatto di questo intervento e delle sue strategie un oggetto di discussione che sta portando ad interrogarsi sulle necessità di una corretta rivitalizzazione del territorio urbano nell’ottica di una culture post-périphérie. La periferie parigina da problema, come già avvenuto la riqualificazione dell'area di  Parc du Peuple, diventa occasione per applicare un nuovo atteggiamento sostenibile all’architettura e alla città in base ai nuovi cambiamenti sociali in atto.

Giovanni Barra

Giovanni Barra Architetto