- scritto da Ester Dedè
- categoria Progetti
Disaster-design a basso costo: una scuola in bambù che resiste ai tifoni
Un edificio progettato per resistere ai tifoni di intensità 150 km orari che colpiscono frequentemente le Filippine: questa è la scuola realizzata in bambù dall’architetto Eleena Jamil. Le catastrofi naturali che si sono verificate negli ultimi anni hanno portato diverse associazioni e strutture a porsi il problema di come, soprattutto in un contesto come quello dei paesi in via di sviluppo, sia possibile coniugare architetture a basso costo e
in autocostruzione con le calamità cui alcune regioni geografiche sono particolarmente soggette.
Questo uno degli scopi che ha mosso Illac Diaz, dell’organizzazione no–profit “My Shelter Foundation” che, nel 2008, ha organizzato la “Millenium School Competition”, un concorso per la progettazione di una struttura scolastica in grado non soltanto di ospitare le attività didattiche ma di garantire un rifugio sicuro ai residenti della zona in caso di cicloni, uragani e trombe d’aria.
IL TEMA DA AFFRONTARE
Il tema da affrontare è stato quindi quello del disaster–design a basso costo da applicare in un contesto in cui generalmente gli edifici scolastici sono realizzati in cemento, legno e metallo e risultano quindi scuri e, a causa delle condizioni climatiche, eccessivamente caldi.
Il progetto doveva rispondere ad alcuni particolari requisiti: oltre ad un budget economico limitato, l’utilizzo di materiali sostenibili e locali, la possibilità di essere realizzato con mano d’opera locale e non necessariamente specializzata, un basso impatto ambientale dal punto di vista dei rifiuti, lo sfruttamento di luce e ventilazione naturali e l’utilizzo di un sistema costruttivo replicabile anche in altre zone geografiche senza eccessive modifiche.
Non si è trattato certo un punto di partenza semplice per Eleena Jamil! Nonostante questo il suo progetto, realizzato poi nel 2010 sulla penisola di Bicol, è risultato idoneo e vincitore, anche perché si pone di fatto come un prototipo, eventualmente ampliabile per costituire complessi più articolati ma ancora in grado di soddisfare le richieste.
L’IMPIANTO DELLA SCUOLA
L’architetto malese è partita dall’osservazione delle tipologie tradizionali della zona in cui elementi ricorrenti sono il grande tetto spiovente e la veranda coperta che offrono la possibilità di sostare in uno spazio protetto dai raggi solari ma raffrescato dalle correnti d’aria.
La tipologia utilizzata è quella tipica dell’edificio scolastico in questa regione: un blocco lineare contenente due aule poste una di fronte all’altra e separate dai servizi realizzato a partire da una struttura in cemento in cui si alternano parti tamponate a altre lasciate aperte in modo da consentire la ventilazione naturale. Davanti a questo, l’aggetto della copertura, costituita da due falde sfalsate fra loro per lasciare una distanza che funzioni da camino d’aria, costruisce uno spazio dove si svolgono attività didattiche o ludiche all’aperto ma al riparo dai caldi raggi del sole.
TECNOLOGIA
Il materiale prevalente scelto per il progetto è il bambù, perché molto abbondante in quest’area, perché ha ottime elasticità e resistenza ed è quindi ideale in caso di forti raffiche di vento, e perché ha una rigenerazione molto più rapida del legno (può essere raccolto ogni tre anni contro i dieci del legno). E’ stato utilizzato sia per formare i telai che costituiscono la copertura aggettante, sia per realizzare gli elementi di parziale schermatura delle aule collocati dove la struttura non è tamponata. La tecnologia scelta ha richiesto la realizzazione di un basamento di 55cm sul quale collocare l’edificio, sia per mantenere asciutto il pavimento durante la stagione umida, sia per proteggere i culmi del bambù che, in caso si bagnino, sono soggetti a marcescenza e all’attacco di insetti.