L’altissima Cattedrale di rifiuti. Il progetto in costruzione da 50 anni

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Se per qualche motivo vi trovaste nei pressi di Madrid, vi consiglio una visita alla Cattedrale di Mejorada del Campo, a circa 12 miglia dalla capitale spagnola. Correva l’anno 1963 quando nell’omonimo comune si cominciò a costruire la Cattedrale, intitolata a Nostra Signora de Pilar: per uno strano gioco del destino, come Antoni Gaudì, fervente cattolico che dedicò cinquant’anni della sua vita solo ed esclusivamente al cantiere della Sagrada Familia, senza la possibilità di vederla completata, anche il costruttore di questa cattedrale dei rifiuti ha iniziato la sua opera per una profonda devozione e come ex voto.

La Cattedrale di rifiuti di Roskilde

Come la Sagrada Familia,anche la Cattedrale è ancora in costruzione e chi se ne occupa, praticamente da sempre, è Justo Gallego Martínez, un ex monaco spagnolo, proprietario del terreno su cui sorge la costruzione.

Nessun progetto scritto, nessuna traccia di permessi e burocrazia varia: Justo decide autonomamente di costruire la “sua” cattedrale con le sue mani, come ringraziamento per essere guarito dalla tubercolosi, utilizzando esclusivamente materiali di riciclo. Il risultato è davvero sorprendente: la superficie occupata dalla costruzione è pari a circa 8000 mq per un’altezza massima che raggiunge, per il momento, i 40 metri.

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È prevista la costruzione di due torri campanarie, una cupola centrale ed una navata altissima decorata con affreschi ispirati alle vicende narrate nella Bibbia. All’esterno saranno presenti alloggi per il clero immersi nel verde ed inseriti in una serie di percorsi alberati: insomma, un’idea che pare concepita da un archistar e che invece è frutto dell’ingegno di un uomo che giura di aver maturato questo suo progetto esclusivamente leggendo la Sacra Bibbia e libri sui castelli, senza alcuna conoscenza nel settore.

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I materiali utilizzati provengono da rifiuti di ogni genere: per rendere l’idea, pilastri e colonne sono realizzati con vecchi bidoni dell’olio oppure con tubi e bidoni riempiti di cemento, mentre cassette di plastica e gomme di biciclette vengono utilizzati per il completamento della cupola. Infine, secchi, carriole e ruote di bicicletta assieme a legname di recupero servono per impalcature e carrucole.

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La Cattedrale di Don Justo, è diventata un’attrazione turistica in grado di contribuire non poco all’economia della cittadina: studenti interessati al cantiere aperto ma anche turisti pronti a contribuire con un’offerta perchè il sogno del “Santo Muratore” possa proseguire.

Maria Leone

Maria Leone Architetto

Vive e lavora a Napoli, dove si interessa di progettazione e grafica, collaborando con siti del settore. Assieme a tre colleghe ha costituito un’associazione culturale per promuovere la cultura d’architettura. Sogna di imparare a cucinare, per la gioia del marito, figlia e cane!