- scritto da Tania Talamo
- categoria Progetti
Architetture nel deserto. La Dome House di Soleri
La Dome House è il primo progetto dell’architetto italiano Soleri, che già dagli anni sessanta ha posto al centro della propria ricerca il binomio architettura e natura. Affascinato dalle architetture di Wright, l’ha reso il suo “Maestro”, facendosi portare in America e precisamente in Arizona. Il progetto della Dome House (Casa a cupola)è il prima delle nove Arizonian Houses, le cosiddette “abitazioni del deserto” in cui egli ha mirato ad integrare architettura, natura, tecnologia d’avanguardia e sfruttamento delle risorse del clima. Essa nasce dalla convinzione del Soleri della necessità di sviluppare l’architettura in accordo con l’ecologia.
La Dome House viene realizzata nel 1949 a Cave Creek utilizzando sistemi tecnologici attivi e passivi completamente innovativi come risposta all’arido clima dell’Arizona. La Casa, pensata e realizzata insieme al collega Mills, è una cupola di vetro emergente tra le rocce di un altipiano desertico, il cui scheletro metallico è stato realizzato riutilizzando e rimodellando per l’occorrenza vecchie travi a T (ndr.). La cupola trasparente è il filtro principale fra esterno ed interno, una membrana che protegge l’ambiente interno, non isolandolo completamente, in modo da assicurare un minimo stacco nel confronto tra la pertinenza dell’intervento e la natura. La calotta vitrea assorbe il calore solare di giorno per poi cederlo alla zona di notte.
Consigliamo vivamente di guardare questo bel video sull’opera dell’architetto Soleri alla Dome House
Simbolicamente rappresenta la pesantezza della terra e la leggerezza dell’aria! Un’arcologia la definirebbe Soleri, cioè architettura in quanto materializzazione dell’ambiente umano, ed ecologia come equilibrio fisico, biologico e psicologico di condizioni che tengono conto del luogo specifico e della sua partecipazione all’interno. Un organismo abitativo tridimensionale, compatto, denso e spazialmente limitato.
Nella Dome House sono evidenziati l’attenzione dell’architetto Soleri al paesaggio e all’uso attento delle risorse. Nei progetti successivi punterà molto sull’energia solare, ecco perché per lui l’ambiente ideale risulterà essere il deserto. Si interesserà inoltre della progettazione di città bioclimatiche a forma di diga o di ponte e dalla metà degli anni Ottanta Soleri studia e disegna addirittura modelli di città siderali e orbitanti.
Una figura eccentrica e straordinaria da ammirare, nettamente avanti con i tempi, oggi oltre più che novantenne, conosciuto in Italia anche come autore a Vietri sul Mare della fabbrica di ceramica “Solimene” in cui oltre alle influenze della poetica wrightiana sono riconoscibili le componenti formali di Gaudí.