Abitazioni autosufficienti in materiali riciclati. I progetti del direct living

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L’autosufficienza energetica, l’utilizzo di materiali riciclati e il rapporto più stretto con la terra (chiamato “direct living”), sono le basi della filosofia che ha dato origine e che sta portando alla sempre maggiore diffusione di abitazioni solari. Ad aspetti di natura etica non possono non essere affiancati anche altri di

natura economica perché, in un momento di forte crisi, è davvero interessante poter realizzare in autocostruzione la propria abitazione a costi bassi ed in tempi così brevi che generalmente i proprietari riescono ad occuparla in pochi mesi, avendo già terminato di pagarla! Questo perché la tecnologia ideata sfrutta le capacità termiche e strutturali di materiali recuperabili a costo quasi nullo.

Si tratta di abitazioni costituite da un corpo principale a U, orientato verso sud per avere la garanzia della massima esposizione, in cui si collocano tutti gli ambiti di vita affacciati su uno spazio connettivo strutturato a serra. I tre lati dell’edificio che costituiscono la U sono realizzati con vecchi pneumatici utilizzati come dei mattoni e posizionati sul terreno a corsi alternati e riempiti di sabbia. In alcuni casi, per massimizzare

la stabilità, viene inserito nella parte alta del muro uno strato costituito da un anima in cemento rivestita da entrambi i lati di lattine riempite anch’esse di sabbia. Questi elementi perimetrali vengono poi rivestiti in terra cruda pressata garantendo in questo modo una massa ad elevata inerzia termica. I muri interni vengono realizzati ancora in terra cruda su un anima di lattine e bottiglie di vetro. Quest’ultima soluzione permette di creare singolari effetti artistici sulle pareti e di portare luce naturale negli ambienti che, come i servizi igienici, devono essere confinati.

Tutte queste strutture abitative nascono con lo scopo di essere totalmente autosufficienti: spesso collocate in aree geografiche dove non sono presenti i

principali allacciamenti alle reti, sono dotate di un sistema di trattamento recupero delle acque, di pannelli solari, fotovoltaici e di piccoli impianti eolici e di sistemi di compostaggio che permettono anche di migliorare la coltivazione del terreno limitrofo. Secondo la filosofia di base, il progetto viene adattato al luogo in cui dovrà essere realizzato e subisce quindi modifiche e integrazioni in modo da sfruttare al meglio le caratteristiche ambientali e del terreno e le risorsi disponibili.

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E’ facilmente comprensibile come questo tipo di costruzioni si stia diffondendo in situazioni di emergenza, dove si è svolto un conflitto o si è verificata una calamità naturale, luoghi cioè, in cui è di primaria importanza la realizzazione di alloggi in tempi brevi; una certa sensibilità però si sta diffondendo più in generale anche in Europa, in particolare in Francia e in Gran Bretagna, dove già sono stati realizzati diversi edifici con questa tecnologia.

Immagini | Earthship Biotecture













Ester Dedè

Ester Dedè Architetto

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