La tecnica ha-ha, l’humour inglese e le visuali prospettiche nel paesaggio

La tecnica inglese ha-ha per visuali prospettiche nel paesaggio.

“Ha-ha” a seconda dell’intonazione esprime una risata sarcastica (ci sei cascato!) ma al contempo un certo disappunto dell’offeso per uno scherzo ricevuto (non fa ridere!). Lo stesso sentimento misto di sorpresa e disinganno che si prova giunti di fronte ad un fossato e ad un muro di chiusura, senza che questo fosse visibile in lontananza. Questa movimentazione di terra, il cui nome deriva dall’onomatopea della risata, è nata per evitare ad animali ed estranei di penetrare negli spazi verdi privati. Per chi non si aspetta il salto di quota, ingannato visivamente e consapevole del trucco solo in vicinanza dello scavo, un bel “ha-ha!” di sbeffeggio da chi conosce l’inganno e “ha-ha!”, con diverso tono, da chi l’ha subito. L’humour inglese ha voluto denominare questa tecnica paesaggistica con il suono della risata!

La tecnica inglese dello ha-ha.

Il progetto di una recinzione con la tecnica ha-ha

Una recinzione con la tecnica ha-ha inserita nel paesaggio.

Le ragioni della tecnica paesaggistica ha-ha

In francese “saut de loup”, la tecnica ha-ha si sviluppa anche per ragioni estetiche: i giardini di pertinenza erano solitamente chiusi da recinzioni e da un ripido pendio, in modo che il sistema protettivo non fosse visibile dalle abitazioni inglesi. I signori guardando l’orizzonte non distinguono la fine della loro terra e l’inizio della campagna. Tutt’ora è utilizzata per il medesimo scopo in diversi contesti, creando visuali prospettiche di continuità nel paesaggio.

Origine e diffusione della tecnica paesaggistica ha-ha

Tra il XVII e XVIII secolo furono costruiti tantissimi muri con la tecnica paesaggistica ha-ha, introdotti dalla Francia e probabilmente influenzati dalle tecniche di giardinaggio cinesi, dove è consuetudine nascondere le barriere con la natura. Uno degli esempi più antichi è nel giardino del Château de Meudon. Tale tecnica fu resa nota con i progetti di William Kent, Charles Bridgeman e Lancelot Brown. Nel 1712 l'architetto John James traduce da “La theorie et la pratique du jardinage” di Dezallier d'Argenville (1709): "Griglie di ferro sono ornamenti necessari nelle linee di camminate, per prolungare la vista e mostrare la campagna. Attualmente realizziamo spesso viste accurate, chiamate ha-ha, che sono aperture nei muri, senza griglie, al livello stesso delle passeggiate, con un grande e profondo fossato ai piedi di esse, allineate su entrambi i lati per sostenere la terra, e impedire che si superino, il che sorprende l'occhio che si avvicina e fa ridere, Ha! Ha! Da dove prende il nome. Questa sorta di apertura è, in alcune occasioni, da preferire, perché non interrompe affatto la prospettiva, come le sbarre di una griglia."

 © Andrew Shiva, Hopetoun House, West Lothian, Scozia © Andrew Shiva, Hopetoun House, West Lothian, Scozia

 William Eames, Heaton Park, Manchester. William Eames, Heaton Park, Manchester.

Collocati in vari contesti e topografie, differenti materiali e dimensioni, i muri ha-ha sono quindi sistemi per controllare le viste. Come altri movimenti di terra, i bacini d’acqua, colline e dislivelli verticali, modellano e modificano fortemente la percezione dello spazio. Non solo come atto preventivo all’accesso di proprietà private, ma anche come atto confinatorio in ospedali psichici, per es. nel Yarra Bend e Kew Asylum di epoca vittoriana. Impedivano la fuga, lasciando l’illusione ai pazienti di essere liberi, senza recinzioni o fortificazioni opprimenti.

 Washington Monument e il muro ha-ha. Washington Monument e il muro ha-ha.

Tecnica costruttiva dei muri ha-ha

Il “Giardiniere inglese” di Masolino d’Amico parla dell’architetto del paesaggio Capability Brown e della tecnica paesaggistica ha-ha sperimentata in tantissimi giardini. Espediente elegante e dall’effetto naturale per risolvere un problema tecnico.

Di facile realizzazione e grande efficacia, la parete controterra del muro ha-ha è nascosta nella parte inferiore da una trincea, non nasconde lo splendido scenario al di là della terra del proprietario ma segna un chiaro confine tra gli spazi domestici e selvaggi. Il trucco c’è ma si vede solo al confine: la barriera non è apprezzabile dal giardino perché davanti ad essa c'è una pendenza creata artificialmente della stessa altezza dello stesso. Al di fuori del giardino fossato si vede l’ha-ha, ma al suo interno non si percepisce la barriera perché l'estremità superiore del muro è perfettamente allineata al livello del suolo.

Un paesaggio inglese con la tecnica ha-ha.

Un muro con la tecnica ha-ha ispirata allo humour inglese.

La tecnica ha-ha per il muro controterra.

Sono solitamente realizzati in pietra locale, in mattoni o più raramente, come nel Washington Monument, in granito. Questa parete, pensata come panca con illuminazione incorporata, fu progettata per ridurre al minimo l'impatto visivo delle misure di sicurezza dopo l'11 settembre. La classica tecnica ha-ha può essere rivista in chiave contemporanea utilizzando materiali moderni, con moduli prefabbricati controterra rivestiti in corten o pietra.

Elisa Stellacci

Elisa Stellacci Architetto

Di origine barese e studi ferraresi, si occupa di architettura e grafica a Berlino. Lavora in uno studio di paesaggio, adora le ombre, concertini indie-rock e illustrazioni per bimbi. Volubile e curiosa, si perde nei dettagli e divide non equamente il tempo tra lavoro, amici e passioni.