Lavorazione di vimini: un progetto a favore dell'arte dell'intreccio

Il progetto "Wicker Metamorphosis" nasce nel cuore della città cilena di Chimbarongo, nota per la produzione di vimini, fibra vegetale leggera e rinnovabile da cui si producono cesti, stuoie e mobili. Appare come un’installazione artistica negli alti campi di salice, con un layout poetico ed elegante che racchiude fasi e ombre in forme geometriche pure. In realtà è un’efficace workstation ideata dallo studio Normal Architecture Studio/Domingo Arancibia per la lavorazione ed essiccazione dei vimini. L'obiettivo è la partecipazione attiva degli abitanti alla "metamorfosi’"della fibra vegetale e dei suoi processi produttivi a prezzi accettabili. È, quindi, un progetto di resistenza alla pressione di convertire le zone rurali a diverse piantagioni e mestieri più redditizi, a favore della conservazione e trasmissione dell’arte dell’intreccio.

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La coltivazione dei vimini e l’arte dell'intreccio

In Cile la coltivazione e la produzione di vimini è molto diffusa e vanta origini antichissime, specie nella città di Chimbarongo che ha avuto il suo picco di produzione nella metà del XX secolo. Oggi la conversione a colture più proficue, la perdita delle tecniche artigianali e l’assenza del commercio equo solidale stanno portando alla progressiva scomparsa della produzione e attività manifatturiere legate alle fibre naturali.

Anche se i prodotti derivanti dalle piante sono tantissimi e di largo consumo, non sono tuttavia noti i processi produttivi e le nobili origini. I vimini derivano dai giovani rami del Salix intrecciati nei periodi di disoccupazione stagionale soprattutto in inverno, periodo in cui piogge e neve rallentavano le attività nei campi. Come con le fibre di bambù, olmo e olivo, dai vimini si possono produrre oggetti utili e creativi di uso quotidiano: panieri, sedie, canestri e contenitori di vario tipo. Tagliato e scortecciato in inverno assume la colorazione bruna, mentre lasciato a macerare per tutta la stagione fredda, scortecciato ed esiccato assumerà il colore chiaro. I rami si lasciano a bagno per 3-4 ore per aumentarne la flessibilità e facilitarne la torsione.

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Il progetto della workstation di vimini

Nel 2013 furono richiesti finanziamenti pubblici per il progetto, ma nonostante il costo basso non fu selezionato. È stato realizzato in seguito autonomamente grazie proprio all’approccio costruttivo, ai materiali facilmente reperibili e alla manodopera locale. L’obiettivo è di trasformare gli abitanti della città cilena in artigiani e produttori di vimini. Le 6 fasi consequenziali sono sviluppate nell’arco di un anno in una workstation di vimini a supporto dei ogni fase lavorativa.

Un sistema efficace perché concentra in un posto tutti gli stadi del processo lavorativo della fibra naturale, in modo da ridurre gli spostamenti e aumentare considerevolmente la produzione. I progettisti definiscono due tipi di processi: naturale poiché si realizza in una proprietà terriera creando un vuoto; artificiale perché in situ si segue l'intero processo manuffaturiero. A tal fine, è richiesta una fossa (con lo sbarramento di vimini organizzati in fascette), un campo per l’essiccamento e una piattaforma libera per i processi di selezionamento e stoccaggio. 

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Le fasi produttive

Guilles Ivain ricorda che "L’architettura è il mezzo più semplice per articolare lo spazio e il tempo". Lontano da realizzazioni puramente estetiche e modulazioni plastiche, l’architettura è un mezzo per modificare le attuali concezioni del tempo e spazio, è mezzo di conoscenza e azione. Di conseguenza lo stesso complesso architettonico può variare, in parte o del tutto, a seconda della volontà degli abitanti e delle attività che contiene. In "Wicker Metamorphosis" la planimetria cambierà nei diversi mesi dell’anno in accordo ai processi metamorfici della pianta.

La proposta vuole articolare spazio e tempo: la ciclicità della lavorazione e i cambiamenti formali della fibra hanno un impatto diretto sullo spazio progettato. Le fasi si traducono in diverse caratteristiche spaziali e la stessa architettura a supporto delle pratiche lavorative è definita dai vimini.

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Fase 0: Maggio. La raccolta. Durante il mese di maggio vengono raccolte e tagliate le canne per mezzo del falcetto o seghetto. 

Fase 1: Maggio, giugno e luglio. Raccolta + macerazione. Quando si tagliano le piante, i ramoscelli si affastellano e si dispongono in una trincea con acqua per macerare. Si crea un bordo circolare attorno alla piattaforma di terra rossa.

Fase 2: Ottobre. Sbarramento + ricrescita. I germogli cambiano il colore da rosso a verde. Inizia il processo di scortecciamento.

Fase 3: Novembre. Scortecciatura + asciugatura. Le fibre sono scortecciate a mano all’interno dell’area quadrata e poi disposte sulla corte di essiccazione ruotata rispetto alla piattaforma.

Fase 4: Dicembre-Gennaio. Selezione + raccolta. Una volta che le aste sono asciutte, vengono selezionate ed assemblate in fasci, poi stoccate e trasportate fuori l'area grazie ad un percorso rettilineo.

Fase 5: Febbraio-Aprile. Coltivazione. Quando le piante crescono attorno alla piattaforma quadrata si forma un vuoto ben visibile da una vista aerea. Il progetto definisce una postazione lavorativa, un’organizzazione consequenziale e un’architettura economica, sostenibile e soprattutto facilmente replicabile dalla popolazione locale.

Elisa Stellacci

Elisa Stellacci Architetto

Di origine barese e studi ferraresi, si occupa di architettura e grafica a Berlino. Lavora in uno studio di paesaggio, adora le ombre, concertini indie-rock e illustrazioni per bimbi. Volubile e curiosa, si perde nei dettagli e divide non equamente il tempo tra lavoro, amici e passioni.