- scritto da Elisa Stellacci
- categoria Del Paesaggio
Le installazioni magiche di Cornelia Konrads
Lo sappiamo tutti, è solo un'illusione: tronchi e sassi non fluttuano nelle radure, tra i fusti non crescono portali in scandole di legno e, naturalmente, i ramoscelli non si sollevano come uno sciame disordinato di uccelli. Poco importa se il trucco c'è e, come in un numero di magia, tutto è premeditato e studiato ad hoc per sorprendere lo spettatore. Il mondo è solido, regolato dalle leggi ferree della gravità, ma l'artista tedesca Cornelia Konrads vuole sfidarle per catapultarci in un mondo misterioso e magico. Per un attimo anche la gravità cessa di attirare tutto verso il basso, le travi si annodano e il suolo inghiotte avidamente case intere.
Le installazioni della Konrads sovvertono pacificamente l'ordine naturale delle cose. In incontri casuali e nelle località più svariate, Europa, Australia, Asia, Africa e America, si possono ammirare i suoi nonsense poetici, possibili grazie ad ingegnosi artefici: fil di ferro (Passage, 2007), armature (Settlement, 2010), gommapiuma e argilla (Pergola, 2015).
Che sia una scenografia di un pezzo teatrale (Tinkers, 2016), un'installazione su rovine di pilastri (The gate, 2014) o sui resti di una fattoria (Settlement, 2010), le sue opere sembrano fermo-immagini di scene che si svolgeranno davanti ai nostri occhi. I materiali utilizzati si trovano all'interno degli ambienti in cui le opere sono concepite: è sempre la location a catturare la fantasia dell´artista e a suggerirle una soluzione. Pietre, mattoni e persino neve sono catturati in ascensione verso il cielo o nello sgretolarsi su se stessi, per destabilizzare, almeno per un attimo, le convinzioni sulla gravità, sulla presunta solidità dei muri e compatezza dei suoli.
Leggi di più sulle opere di arte e paesaggio
Si può scoprire improvvisamente in mezzo alla boscaglia un nuovo ingresso o la chiusura di un percorso, l'affondamento di un'enorme tazza con dentro un albero (Le bol, 2012) o il fluttuare ordinato di tronchi di pino da una catasta di legna piramidale (Piled forest, 2006). Nel silenzio del paesaggio innevato, l'osservatore entra magicamente in un mondo misterioso grazie ad un arco fatto da palle di neve (Moment of decision, 2004) tra due alti tronchi. L'incantesimo non si è spezzato e il momento cristallizzato è ancora là, a mantenerci sospesi e persi nei nostri pensieri infantili.
L'artista tedesca non considera il sito come sfondo, ma come texture; perciò ogni sua installazione è concepita come parte di esso: a volte è destinata a scomparire, altre volte a rimanere per sempre o a modificarsi pian piano assieme all'ambiente circostante.
In linea con le opere della Konrads, altri esponenti della land art sono Rob Mulholland, che predilige il potere riflettente degli specchi e dell'acciaio, e Andy Goldsworthy, noto per l'uso del colore e per la creazione di effimeri e intensi quadri naturali.