La cattedrale verde di Marinus Boezem

La Groene Kathedraal (in olandese, la cattedrale verde) si trova nel Sud della provincia di Flevoland, nei Paesi Bassi. Non colonnati, altari e volte a costoloni, ma ben 178 pioppi lombardi a creare la copia vegetale della cattedrale di Notre Dame de Reims di Parigi (1211-1290). L’artista Marinus Boezem ha concepito l’idea nel 1978, ma ci sono voluti nove anni per vederla realizzata in un polder di Almere, grazie all’intervento del Ijsselmeerpolders (RIME).

CATTEDRALI NATURALI IN CANNA, BAMBÙ E CARTONE

In copertina: Foto aerea di Vincent Wigbels

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Una vista aerea rivela l’opera di Land art: una cattedrale "positiva" in cui gli alberi a portamento colonnare (Populus nigra Italica) delimitano gli spazi, e specchiature bianche sul prato rappresentano le proiezioni delle volte. Le ombre lunghe e sottili segnano il terreno piatto, gli imponenti alberi danno l’idea di stabilità e solidità romanica, a cui si contrappone lo slancio indefinito verso il cielo, caratteristico dello stile gotico.

Foto di Google Map e di Gert SchutteFoto di Google Map e di Gert Schutte

Una "negativa", creata nel 1990, cioè un vuoto che ricalca per dimensioni e forma la precedente: un prato chiuso da querce e carpini. Il popolo del web l’ha ribattezzata "CTRL+X, CTRL+V", ovvero "taglia e incolla" in quanto sembra che un’intera porzione di bosco, di dimensioni e forma della cattedrale, sia stata spostata sull’area adiacente.

Foto di Jordi HuismanFoto di Jordi Huisman

La storia della cattedrale verde

La cattedrale di Reims, uno tra i più alti capolavori in stile gotico che s’ispira a forme e proporzioni della natura, è stata costruita in cent’anni per durare in eterno. Ne occorrono invece solo trenta perché la vegetazione ricalchi il modello francese. Almere è una città senza storia e punti di riferimento; l’artista ha perciò voluto una cattedrale a grandezza naturale, simbolo per eccellenza della cultura e vita comunitaria. Se nel Medioevo erano necessari architetti e maestranze specializzate, pietre e marmi e centinaia di anni di lavoro, oggi l’artista lascia alla natura il ruolo di fautrice. Già nel 2006 i pioppi avevano raggiunto l’altezza dell’originale francese, e la cattedrale era destinata a morire lentamente e ne sarebbe rimasto solo il ricordo.

Foto di Jordi HuismanFoto di Jordi Huisman

"Solo quando la gente dirà ci deve essere una cattedrale qui, si può dire che Almere è una città con la propria storia", dice Boezem. La cattedrale vegetale è ancor oggi lì e gli alberi danneggiati sono stati gradualmente sostituiti. Ci piace pensare che possa rimanere ancora a lungo, come simbolo di spiritualità e come compensazione della mancanza di storia e cultura di Almere. Del resto, lo stesso perdurare di questa Land art è una testimonianza di partecipazione della popolazione e d’impegno politico, oltre che richiamo turistico.

Foto di Jordi HuismanFoto di Jordi Huisman

Da lontano e da ogni lato, si scorgono sulla piatta landa le pareti fruscianti della Groene Kathedraal, recinto fitto aperto verso il cielo, che ricorda le chiese scoperchiate di San Galgano in Italia e la Tinturn Abbey nel Galles.

Le dimensioni e l’uso

L’artista ha realizzato una copia vegetale della cattedrale di Reims perché vedeva in essa "il culmine della rappresentazione dello spazio da parte dell'uomo ... un luogo di rifugio, un centro comunitario per la gente. La croce e gli archi a sesto acuto sono tracciati sul terreno in percorsi concreti. Le volte erano nel Medioevo chiamate lo specchio del cielo. Ai piedi degli alberi sono cerchi di conchiglie, un richiamo dell'acqua che scorreva qui."

Foto Jannes Linders, Museum De PaviljoensFoto Jannes Linders, Museum De Paviljoens

L’opera è accessibile sempre, di giorno e di notte, utilizzata per matrimoni, riti funebri, funzioni religiose e naturalmente, pic-nic e spettacoli estivi. Gli alberi hanno raggiunto i 30 metri di altezza per un’architettura viva di 150 metri in lunghezza e 75 in larghezza. L’edificio vegetale è aperto al pubblico dal 1997, tempio vivente per celebrare la Natura e casa da rispettare in religioso silenzio.

Non si vedranno magari incoronazioni di re, come nell'originale francese, ma resta un’opera affascinante per la semplificazione dello spazio a partire da un elemento ripetuto (l’albero), per la dinamicità e mutevolezza delle sue componenti. 

Elisa Stellacci

Elisa Stellacci Architetto

Di origine barese e studi ferraresi, si occupa di architettura e grafica a Berlino. Lavora in uno studio di paesaggio, adora le ombre, concertini indie-rock e illustrazioni per bimbi. Volubile e curiosa, si perde nei dettagli e divide non equamente il tempo tra lavoro, amici e passioni.