Valutazione della sostenibilità di una costruzione. Il ciclo di vita dei materiali

Per la valutazione dell’effettiva sostenibilità di una costruzione saranno a breve emanate le norme armonizzate CEN TC30 “Sustainibility of construction works”. L’argomento è al centro del dibattito della Comunità Europea, sensibile alla problematica e consapevole della necessità di stabilire una linea comune che permetta una valutazione scientifica della sostenibilità di un edificio. I tre aspetti fondamentali da considerare e valutare sono:

– impatto ambientale;
– impatto economico;
– salute e comfort degli abitanti.

La valutazione tiene conto di questi aspetti considerando anche il ciclo di vita di una costruzione e scindendo pertanto la fase realizzativa da quella di utilizzo.È stimato da alcune ricerche che la fase di costruzione di un appartamento costa 5 tonnellate equivalenti di petrolio. In 50 anni il flusso di energia che attraversa tale appartamento è di ben 50 tonnellate. È ben evidente da questi dati numerici il peso della fase di utilizzo!

La fase di realizzazione è caratterizzata dalle fasi di trasporto, installazione, dismissione o sostituzione del prodotto e delle componenti; e l’energia consumata in questa fase è definita energia grigia.

La fase di utilizzo ha un peso notevolmente maggiore di quella di realizzazione dell’opera; tale peso deriva ovviamente pure dalle scelte progettuali effettuate durante la fase precedente, in particolar modo per quanto riguarda la selezione di materiali e componenti, che incide per circa il 90% sui consumi rilevabili nella seguente fase di esercizio.

Allo scopo di valutare gli impatti ambientali del ciclo di vita dei materiali sono disponibili le norme ISO della serie 14040, codificate da oltre 10 anni, ma nonostante ciò si riscontrano per lo più valutazioni che non si basano su criteri scientifici, bensì valutazioni “propagandistiche” che attribuiscono ad alcuni isolanti un valore ambientale sulla base della loro origine “naturale”.

Forse non è noto a tutti, e quindi è bene chiarire questo concetto fondamentale, che anche i prodotti sintetici derivano da materie prime disponibili in natura e che nessun materiale per quanto di origine “naturale” può essere utilizzato senza processi di lavorazione, trasformazione e trasporto che comportano consumi energetici e di risorse; quindi può sembrare paradossale, ma spesso materiali “naturali” rendono l’utilizzo molto svantaggioso in termini ambientali.

Fonte | InfoBuildEnergia