Involucri edilizi secondari in legno

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Del legno, come ottimo materiale da costruzione, se n’è parlato più volte: è naturale, riciclabile, rinnovabile, facile da smaltire, richiede pochissima energia per la sua lavorazione e garantisce ottime prestazioni in ambito strutturale e alta protezione termica e acustica. Aldilà di tutte le sue caratteristiche funzionali, è interessante osservare come il legno possa essere anche utilizzato per soluzioni architettoniche innovative, adattandosi a nuovi canoni estetici e a forme sempre più complesse.

Un interessante sviluppo della tematica che ha preso piede negli ultimi anni é rappresentato dall’impiego del legno come elemento principale per involucri edilizi secondari, soluzione adottata per preesistenze e per nuove costruzioni, per edifici a piccola scala e per grandi opere, per residenze, attività commerciali, edifici pubblici e persino per architetture industriali.

In questa prima parte di una serie di articoli riguardanti le nuove forme del legno,verranno trattati alcuni casi esemplari sul tema “Involucri edilizi secondari”, riferiti a diversi ambiti architettonici in cui le scelte formali e tecnologiche sono state adottate in base a determinate necessità funzionali o come mezzo per esprimere al meglio il pensiero alla base del progetto: gli esempi proposti rappresentano diversi tipi di approccio alla tematica.

KAAP SKIL

Mecanoo Architects

Il Kaap skil, opera dei Mecanoo Architects, é il nuovo Museo del mare e dei marinai di Texel, antica isola nell’Olanda Settentrionale: quest’area é stata storicamente il punto di partenza di molte spedizioni navali verso l’estremo Oriente da parte della Compagnia Olandese delle Indie Orientali. La grande presenza di navi nel porto di Texel comportava in passato la dismissione di molte imbarcazioni non più utilizzabili e il recupero dei relitti nelle acque limitrofe: il materiale recuperato, prevalentemente legno, diventava indispensabile per gli abitanti che iniziarono a usufruirne con saggezza impiegandolo per costruzione edilizie. I Mecanoo disegnano un edificio vetrato con quattro tetti spioventi che richiamano schematicamente le increspature del mare, e in omaggio alla tradizione costruttiva locale optano per un involucro secondario in legno, rigorosamente riciclato.
Il risultato è sorprendente: dal punto di vista funzionale la struttura esterna in legno agisce da frangisole, regolando luci ed ombre attraverso le grandi vetrate dell’edificio, e dal punto di vista estetico si pone come una texture che arricchisce l’intera opera senza negarne la trasparenza.

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Foto | Mecanoo Architects

CASA A MORCHIUSO

Marco Castelletti, Patrizia Viganò

Il progetto di Marco Castelletti e Patrizia Viganò per la Casa a Morchiuso, Erba, è interessante in quanto si estende ben oltre il concetto di ristrutturazione architettonica: si tratta di un intervento che punta ad attribuire un nuovo significato all’opera, conferendone un’immagine totalmente nuova, senza tuttavia negarne la storia. L’edificio originario, situato nei dintorni del Lago di Pusiano, é una costruzione degli anni ’70: un volume articolato, con semplici facciate intonacate e un classico tetto a falde rivestito in tegole rosse. L’operazione di base consiste nell’aggiunta di un involucro secondario composto da una struttura in doghe di legno di larice, che avvolge la vecchia abitazione garantendone un aspetto completamente nuovo, contemporaneo e caratterizzato dalla grande linearità delle forme.
Quello che prima appariva come un volume frastagliato diventa con l’intervento un unico parallelepipedo regolare che, con la sua trasparenza, alleggerisce l’intera opera lasciando intravedere le preesistenze sul suo retro: il tutto con una straordinaria continuità spaziale tra interno ed esterno e un forte legame con l’ambiente circostante.

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Foto | Filippo Simonetti

STORK NEST

SGL Project s.r.o.

Stork Nest (nido di cicogna) è parte di un progetto di riqualificazione di una vecchia fattoria a Dvur Semtin, Olbramovice, nella Repubblica Ceca. Il contesto, di notevoli qualità paesaggistiche, è caratterizzato da ampie zone boschive con grandi distese erbose e un discreto numero di stagni.
L’intervento generale ha riguardato la ristrutturazione degli stabili preesistenti della fattoria, in stato di abbandono da diversi anni, e la creazione di nuovi spazi multifunzionali. Un nido di cicogne presente sulla cima della canna fumaria della vecchia distilleria, utilizzato dagli stessi volatili per più di 90 anni, era diventato così conosciuto ed apprezzato nella zona tanto da dare il nome all’intero complesso. Proprio in riferimento ad esso gli architetti hanno deciso di intervenire con un progetto in grado di richiamarne l’immagine, puntando a farlo diventare come un vero e proprio simbolo riconoscibile sull’intero territorio: l’edificio destinato al maneggio, con spazi per l’allevamento, l’equitazione e per eventi culturali, è considerabile il fulcro dell’intera idea. La struttura di base é rappresentata da un anello massiccio in cemento armato, su cui si imposta una struttura ricurva in legno lamellare: su queste travi è fissato un primo rivestimento in pannelli trasparenti in policarbonato, seguito da una seconda struttura in acciaio.
L’involucro esterno finale costituisce l’apporto fondamentale all’opera: un’incredibile intreccio di tronchi di quercia grezzi, con lunghezza da 4 ad 8 metri, riveste l’intero edificato riproducendo l’immagine del nido.

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Foto | SGL Project s.r.o.

CHIESA DI SAN BERNARDINO

Antonio Citterio Patricia Viel and Partners

La chiesa di San Bernardino a L’Aquila, progettata dallo studio Antonio Citterio Patricia Viel and Partners, è stata realizzata in tempi record a distanza di un anno dal tragico terremoto che ha colpito la città nel 2009, per ovviare temporaneamente ai gravi danni subiti dall’abside e dal campanile della basilica.
L’edificio, che ospita una chiesa, un convento, una mensa ed alloggi per poveri, é stato costruito secondo criteri di risparmio energetico e ponendo attenzione al concetto di prefabbricazione, col fine di velocizzare i tempi di realizzazione e permettere di utilizzare moduli in legno e acciaio interamente smontabili e riciclabili.
Sul piano formale l’intento architettonico è visivamente dichiarato: attuare un esplicito riferimentoalla basilica rinascimentale di San Bernardino con una struttura in legno che ne richiama la facciata e tre accessi frontali caratteristici degli impianti a tre navate.

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Foto | Antonio Citterio and Partners

HUGO BOSS INDUSTRIES

Matteo Thun

La sede della Hugo Boss a Coldrerio, Svizzera, rappresenta un interessante esempio di ricerca estetica e tecnologica. Situata in una zona rurale dominata dalla presenza di abitazioni private, industrie e campi agricoli, l’opera esalta i concetti di trasparenza e luminosità ed incarna per molti una sorta di dialogo tra architettura tecnologica ed architettura ecologica.
L’edificio consiste fondamentalmente in un grande parallelepipedo in vetro e acciaio avvolto da una struttura in legno ricurvo: una seconda pelle in grado di integrare visivamente l’architettura nel territorio circostante, e di offrire un’adeguata schermatura solare alle facciate vetrate, evitando un eccessivo surriscaldamento interno.
La luce naturale penetra attraverso l’involucro ricreando straordinari giochi di luci ed ombre, garantendo al tempo stesso un’incredibile luminosità agli ambienti interni.

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Foto | Matteo Thun

Alessandro Zerbi

Alessandro Zerbi Architetto

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