- scritto da Mariangela Martellotta
- categoria Turismo
Accessibilità del patrimonio alpino italiano
La montagna costituisce un’enorme risorsa non solo in termini ambientali ma anche attrattivi. Se pensiamo a come oggi sia diventata accessibile a tantissime categorie e tipologie di utenza, viene facile pensare che ci sia stata un’evoluzione riguardo alla progettazione di sistemi per renderla accessibile e fruibile: dalla sentieristica, alle infrastrutture, finanche alle reti dati che consentono di pianificare un viaggio più o meno complesso già da casa. In questo articolo analizziamo la fruibilità ed accessibilità del patrimonio alpino italiano.
Tralasciando l’affascinante mondo dell’alpinismo, a livello esperto e amatoriale, ci si vuole soffermare sul come progettare l'accessibilità della montagna finalizzata al turismo lento, quindi focalizzandosi sull’escursionismo, e in particolare fare riferimento al caso pratico del patrimonio delle Alpi.
Rendere fruibile un patrimonio ambientale-storico come quello delle Alpi, per esempio, necessita oltre che di conoscenza dei luoghi anche di competenza, formazione e crescita culturale degli operatori che finalizzeranno le scelte progettuali (materiali e immateriali) nei luoghi.
Il paesaggio montano alpino Italiano patrimonio UNESCO
Nelle Alpi ci sono 17 siti Patrimonio UNESCO e ad oggi esiste un gruppo di lavoro sul Patrimonio mondiale UNESCO sorto all’interno della Convenzione delle Alpi, un trattato internazionale sottoscritto dai Paesi alpini (Austria, Francia, Germania, Italia, Liechtenstein, Monaco, Slovenia e Svizzera) e dall’Unione Europea con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo sostenibile e tutelare gli interessi della popolazione residente, tenendo conto delle complesse questioni ambientali, sociali, economiche e culturali.
Sono 17 i siti alpini che fanno parte del Patrimonio UNESCO, suddivisi tra Italia, Germania, Svizzera ed Austria (di cui 3 transfrontalieri).
- 13 sono i siti appartenenti al Patrimonio culturale.
- 4 i siti che rappresentano il Patrimonio naturale: tra questi sono state iscritte nel 2009 le Dolomiti D’Italia.
Le Dolomiti costituiscono la catena montuosa delle Alpi orientali e la zona inserita dall'Unesco nella World Heritage List si estende per 141.903 ettari di territorio su ben tre regioni (Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia) e cinque province (Trento, Bolzano, Belluno, Pordenone e Udine), includendo diciotto vette che si innalzano oltre i 3.000 metri.
Le Dolomiti sono un riferimento per la definizione della categoria estetica del sublime, la cui ripresa in seno alla tradizione filosofica europea, da Boileau al Burke dell’Indagine filosofica sull’origine delle nostre idee sul sublime e sul bello (1757) fino a Kant e Schelling, avvenne contemporaneamente alla scoperta di queste nostre montagne da parte degli studiosi. I viaggiatori settecenteschi descrissero cime, pinnacoli e torri proprio con le categorie del sublime: verticalità, grandiosità, monumentalità, tormento delle forme, purezza essenziale, intensità di colorazioni, stupore, ascesi mistica, trascendenza. Poi vennero i dipinti che testimoniavano l’esistenza di quei paesaggi romantici sino ad allora solo immaginati.
Accessibilità delle Alpi italiane
Facendo ovviamente riferimento alla fruibilità e godibilità delle Alpi grazie all'approccio del turismo lento, ci siamo chiesti quali siano le motivazioni che spingono persone con diverse esigenze a frequentare le Dolomiti in particolare.
Il turismo accessibile è un target che muove in Europa oltre 60 miliardi di euro. Un budget che deriva da persone che non si spostano mai da sole e che prediligono le basse stagioni. Si tratta non solo di business ma di rispetto del diritto alla vacanza di oltre 50 milioni di Europei.
Il turismo accessibile in montagna è quello che fa scaturire ricadute sociali: crescita culturale delle popolazioni residenti, rispetto dei diritti di cittadinanza, migliore qualità della vita su tutta la popolazione (disabili temporanei, disabili permanenti, mamme con passeggini, bambini, ecc..), valorizzazione delle associazioni di volontariato, inclusione sociale e tanto altro. Ricadute economiche quali la crescita della competitività turistica del Territorio, l’allungamento delle stagioni turistiche, il coinvolgimento di un nuovo target di mercato, micro economia nei territori che sviluppano progetti Open (lavoro degli artigiani per eliminare le barriere-servizi alla persona-studi tecnici), entrate economiche per le associazioni di disabili che supportano i progetti. (fonte Accademia della Montagna del Trentino)
L'accessibilità del patrimonio delle Alpi grazie al turismo lento significa progettazione di:
- Sentieristica a norma (redatta a livello locale per ogni regione o provincia autonoma);
- Rifugi, bivacchi fissi, punti di appoggio e capanne sociali (da progettare nel rispetto delle normative edilizie, paesaggistiche e dei vincoli imposti nelle località interessate);
- App multimediali e sistemi GPS per geolocalizzare punti, percorsi e quant’altro;
- Metodologie di prevenzione dei rischi connessi alla fruibilità stessa dei luoghi montani;
- Piani di comunicazione adeguati a qualsiasi target per la promozione sostenibile dei luoghi montani.
Alcuni esempi e proposte di turismo lento sulle Dolomiti si possono visionare sul sito del Touring Club Italiano.
Mostra fotografica “MONOCROME - Camminando tra le Dolomiti d’Ampezzo”
Il turismo accessibile significa anche godimento dei luoghi e possibilità per gli appassionati della montagna di poterli documentare: uno dei mezzi più immediati è quello della fotografia.
Vi segnaliamo a tal proposito un’interessante mostra a cura del fotografo Manuel Cicchetti che in una raccolta di scatti in Bianco e Nero, ha documentato in quattro anni il susseguirsi delle stagioni tra i boschi, gli altopiani, i sentieri delle Dolomiti della Conca d’Ampezzo.
«Neve e disgelo, cascate e corsi d’acqua, laghi e fiumi antichi, alberi allineati e permanenti, in fuga allo sguardo e fissati dallo scatto, e, soprattutto, formazioni rocciose che furono in mari preistorici. Sabbie, coralli, molluschi, muschi e alghe, lucenti silici e graniti, dolmen sommersi tra i quali acque salate scavarono percorsi di correnti, oggi si elevano e conservano, in ogni piega della pietra, tesori che le fanno risplendere nella sempre diversa luce del Sole e della Luna: ecco le Dolomiti.»
La mostra, con la presentazione del libro omonimo, si inaugura il 18 Maggio prossimo presso la Fine-art images gallery e resterà aperta fino al 23 Giugno.
«Fermare il tempo è la grande magia della fotografia ed è stata la grande sfida di Manuel Cicchetti. Anni ed esplorazioni che hanno portato al suo libro fotografico»