Agenda verde del Ministro Corrado Clini: gli 8 punti

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Il Ministro dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, Corrado Clini, non candidato alle prossime elezioni, ha elaborato un documento denominato “Agenda verde” che in otto punti chiave sintetizza quali sono e quali dovranno essere le scelte ambientali per il futuro.L’obiettivo del Ministro è dare continuità a quanto fatto con il governo Monti, ma soprattutto offrire uno stimoloalle scelte ambientali del prossimo governo, uno spunto per il dibattito – non solo politico – ma anche e soprattutto cittadino, giornalistico e imprenditoriale che fornisca input per nuove iniziative per il Paese.

Per incentivare il dibattito è anche sorto un forum dedicato all’Agenda verde in cui potersi confrontare e dialogare sul tema.

GLI OTTO PUNTI

L’Agenda Verde del Ministro Clini focalizza la propria attenzione su:
1. green economy
2. “de–carbonizzazione” dell’economia e riduzione delle emissioni
3. lista delle tecnologie Verdi
4. città sostenibili e “smart”
5. contromisure per il clima che cambia e sul dissesto idrogeologico
6. cooperazione ambientale nel mondo
7. semplificazione e trasparenza per le autorizzazioni che non difendono l’ambiente
8. fiscalità ambientale al posto del fisco sul lavoro.

1 – Green economy

Il primo punto chiede di seguire le conclusioni degli “Stati Generali della Green Economy . L’obiettivo è non vanificare gli importanti risultati raggiunti in termini di competitività, crescita e occupazione giovanile dalle numerose imprese italiane che, per favorire il proprio sviluppo, hanno scelto la strada “verde”.

2 – “De–carbonizzazione” dell’economia e riduzione delle emissioni

Per il rispetto entro il 2020 degli impegni europei sul tema “clima–energia”, è stato trasmesso alla Commissione Europea nell’ambito del piano di Riforma Nazionale del 2012 il “Piano nazionale per la “decarbonizzazione” dell’economia italiana e la riduzione delle emissioni di CO2”.
Le principali azioni da svolgere secondo gli obiettivi del piano sono il recepimento delle direttive europee che regolano il mercato dei permessi di emissione, l’efficienza energetica e la fiscalità energetica; nonché l’incentivazione delle modalità di trasporto e mobilità a bassa intensità di carbonio e a basse emissioni.

3 – Lista delle tecnologie verdi

Il piano per la de–carbonizzazione mira alla riduzione dell’uso intensivo di carbonio nell’economia. A tal fine si prevede l’istituzione di una lista delle tecnologie, dei sistemi e dei prodotti. Come verranno definite le tecnologie “verdi”? Si opererà applicando i sistemi di valutazione di “carbon management” e“carbon foot printing” di processi e prodotti sulla base di accordi volontari con le imprese; inoltre la lista coinvolgerà tutti i settori (energia, chimica, trasporti, rifiuti, agricoltura).
La costituzione della lista delle tecnologie verdi ha anche altri obiettivi:
a) divenire lo strumento per regolare l’accesso delle imprese e dei soggetti privati ai numerosi fondi previsti nel periodo 2014 – 2020 quali:
–i fondi strutturali; il “Fondo rotativo del Protocollo di Kyoto” istituito presso la Cassa Depositi e Prestiti; 
–la riduzione del 55% dell’IVA o al credito di imposta sull’acquisto o per l’impiego delle tecnologie e dei sistemi della lista;
b) fornire alla pubblica amministrazione un quadro di riferimento per gli acquisti e le forniture.

4 – Città sostenibili e “smart”

Trasformare le città in aree urbane sostenibili vuol dire produrre e distribuire energia – elettricità, calore, freddo – attraverso sistemi di generazione da fonti rinnovabili con accanto lo sviluppo delle “reti intelligenti”. Negli ultimi anni attraverso gli incentivi per le fonti rinnovabili e per l’efficienza energetica si sono verificati importanti effetti positivi:
– riduzione dei consumi e dei costi dell’energia;
– promozione di una filiera nazionale competitiva sui mercati internazionali;
L’obiettivo è sostenere questo processo per la crescita del nostro Paese e per il superamento dei vincoli e dei costi del sistema elettrico tradizionale.

5 – Contromisure per il clima che cambia e sul dissesto idrogeologico

Per la prevenzione dei rischi e dei danni del nostro Paese da eventi esterni è stato presentatoIl piano nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici e la messa in sicurezza del territorio. Il Piano, rispondendo all’impegno dell’Italia nei confronti dell’Europa, prevede l’attuazione delle direttive europee in materia di alluvioni con l’istituzione delle Autorità degli otto bacini idrografici.
Il Piano prevede inoltre l’impiego di risorse economiche private – agevolate con credito d’imposta – e pubbliche – in seguito allo scioglimento del “patto di stabilità”.

6 – Cooperazione ambientale nel mondo

È importante continuare sulla scia della cooperazione ambientale internazionale. I programmi per la protezione dell’ambiente globale hanno favorito la promozione delle tecnologie verdi italiane nei mercati emergenti, con ritorni significativi per l’Italia e per le imprese. A RIO+20 l’Italia ha assunto importanti impegni all’interno della cooperazione ambientale internazionale attraverso l’istituzione del Green Climate Fund. L’Italia deve pertanto mantenere un ruolo da protagonista, valorizzando i programmi già realizzati e prevedendo misure incentivanti – come il credito di imposta – per le imprese che esportano tecnologie e sistemi inclusi nella Lista Verde.

7 – Semplificazione e trasparenza per le autorizzazioni che non difendono l’ambiente

Si devono definire procedure tecniche sulla base degli standard europei e tempi ben precisi per le procedure di autorizzazione. Semplificazione e trasparenza sono qualità indispensabili per liberare risorse e favorire investimenti sostenibili per la crescita.

8 – Fiscalità ambientale al posto del fisco sul lavoro

Si introduce la “fiscalità ambientale” per spostare progressivamente la tassazione dal lavoro all’impiego delle risorse naturali (acqua e suolo) e di quelle energetiche (carbon tax). Questa è una misura cardine per la crescita sostenibile dell’Italia e dunque un mezzo efficace per condurre l’economia italiana sulla strada dell’efficienza e della competitività.

Non mancano ovviamente le critiche, quali ad esempio quelle del presidente dei Verdi Angelo Bonelli, il quale osserva che il programma di Monti, in tema di politiche ambientali, risponde alle logiche economiche delle lobby dei costruttori, dei petrolieri e di chi inquina. Egli sostiene che continuando su questa strada viene demolita la legislazione ambientale e di contro offre un elenco di punti “verdi” di critica su alcune azioni del governo Monti. In particolare si sofferma sul Decreto Ilva, sulla questione del Ponte sullo Stretto, sul problema dei tagli ai trasporti, sulla spending review che sottrae fondi ai parchi naturali, sui posti di lavoro messi in pericolo dal governo nel campo delle rinnovabili e infine, cosa molto importante, sulla distruzione del principio del “chi inquina paga”.

Maria Pia Cibelli

Maria Pia Cibelli Ingegnere Edile

Sognatrice cronica per amici e colleghi, opera sul versante del Somma-Vesuvio della provincia di Napoli, in un territorio straordinario, ricco di valori storico-architettonici e ambientali da preservare. Il tempo libero tra gite enogastronomiche e campi di volley non è mai abbastanza.