Slow cities: le città del buon vivere

AAA

Andando indietro nel tempo, ci sono state intuizioni più che mai attuali sul tema delle slow cities da parte di due filosofi degli anni Settanta, Jean Baudrillard e André Gorz, che hanno discusso della necessità di decrescita derivata dalla consapevolezza dell’insostenibilità dello smisurato e veloce sviluppo delle città. Oggi questa filosofia è in voga più che mai in alcune piccole cittadine che hanno scelto di sostenere il vivere lento, preferendo un life style sostenibile, ossia a misura d’uomo, che non veda il cittadino affannato nel rincorrere i ritmi lavorativi così come costretto a sacrificare i tempi del pranzo ricorrendo al fast food.

Farmers’ Market: viaggi sensoriali alla riscoperta del rapporto terra–tavola

LA NASCITA DELLE CITTÀ SLOW

È da questi propositi che nascono le città slow, individuate dal movimento omonimo nel 1999, incentivi alla produzione e l’uso di prodotti alimentari ottenuti dalla terra in maniera “naturale” e ponga attenzione all’ospitalità intesa come occasione che unisce le diverse classi sociali in un’unica rete.

slow-cities-b

Vivere slow quindi, nasce dalla volontà di opporsi alle città frenetiche e fortemente globalizzate che perdono di vista l’ambiente e le tradizioni che le caratterizzano, ritenendo la velocità la marcia in più per il progresso. Il movimento città slow promuove, di contro, il crescere cittadino basato sulla qualità della vita, ponendo l’attenzione all’ambiente, alla storia, all’arte, alla cultura, alla tutela e alla valorizzazione delle produzioni tipiche dei luoghi, aspetti che conservano l’identità di ciascuna città.

GREVE IN CHIANTI FONDATRICE DEL MOVIMENTO CITTÀ SLOW

Greve in Chianti è la città fondatrice del movimento città slow e si estende su quel fazzoletto di terra compreso tra i due poli attrattori Toscani di Firenze e Siena.
La città fondatrice del movimento slow legato allo slow food di Carlo Petrini, si prefigge lo scopo di salvare usi costumi e tradizioni di tutte quelle piccole cittadine che fanno della qualità della vita il principale obiettivo da perseguire.
Greve in Chianti è di certo una cittadina che ha saputo conformarsi alle best practies del vivere sostenibile, riscoprendo e facendo dell’agricoltura il punto di forza dell’economia e del buon vivere.

slow-cities-d

Ed è a proposito dell’agricoltura che a Greve è nato un bio–distretto che persegue i propri scopi ispirandosi ai principi dell’IFOAM (Federazione Internazionale dei Movimenti di Agricoltura Biologica). Il bio–distretto adotta tutte le iniziative volte alla tutela e alla valorizzazione della natura e dell’ambiente, promuovendo il metodo di produzione biologico ed elaborando norme che indichino e diffondano le attività da svolgersi con questo metodo e i mezzi impiegabili per tali attività, facendone un modello di gestione sostenibile delle risorse.

slow-cities-e

Le leve agricole di Greve sono uliveti e vigneti che, oltre a disegnare paesaggi incantati dai colori unici, diventano protagoniste di sagre che vedono la tipicità e genuinità dei prodotti uno dei maggiori attrattori del luogo.
Molti sono i turisti e non che passano e sostano a Greve per sorseggiare un bicchiere di vino fornito da sistemi di erogazione messi a punto in esclusiva nel Chianti dove, acquistando una tessera, è possibile godere di più sorsi di vini diversi, inebriandosi dello splendido paesaggio toscano fatto di terrazzamenti policromi indicatori della presenza forte della natura, sempre più fulcro della qualità della vita.

slow-cities-c

Agricoltura, vino, paesaggio e coltivazioni biologiche diventano per Greve così come per altre città lente, risorse indispensabili al buon vivere e lasciano riflettere sul fatto che oggi è necessario andare “piano” e fare qualche passo indietro, consapevoli che lentezza non è sinonimo di regresso ma di qualità.

Romina Muccio

Romina Muccio Architetto

Ha intrapreso la libera professione e non ne è ancora pentita. A Napoli si occupa di restauro di vecchi edifici ed è fondatrice di un’associazione di donne architetto. Nel tempo libero evade verso la natura incontaminata da plotter e pc e gestisce un piccolo zoo sfamando 2 cani, 2 gatte e una tartaruga.