Rinnovabili e mafie. Un controllo etico sull'energia italiana

icon1

Caporalato per il fotovoltaico pugliese e mafia per l’eolico siciliano sono le punte d’iceberg delle speculazioni e deviazioni a livello nazionale in un mercato in esplosione. Uno tra i pochi a munirsi di strumenti di autocontrollo per limitare l’illegalità. A discapito dell’enorme sviluppo maturato dal mercato italiano delle rinnovabili, e del crescente interesse della popolazione e dei mercati locali a questa nuova opportunità (era ora, dato che

il ritardo accumulato era ormai trentennale!), il volto oscuro del made in italy, costituito dalle mafie regionali e nazionali, dalla politica corrotta ed “incriccata”, dalle amministrazioni locali cieche ed opportuniste, già ha iniziato ad impiastricciare i buoni risultati e confondere i quadri normativi già difficilmente decifrabili.

RINNOVABILI E MAFIE
È triste osservare impotenti come anche gli sviluppi di un movimento che nasce a vantaggio di tutte le classi sociali e di tutte le parti politiche siano contesi dai clan che in passato ci rifilarono speculazioni edilizie, corruzione degli enti locali, degrado dei quartieri periferici e sfacciato abusivismo: in Puglia nel 2010 sono stati scoperti casi di caporalato nei confronti di immigrati clandestini anche per il montaggio di grossi impianti fotovoltaici a terra, speculazioni palesi sull’incentivo nazionale che vorrebbe premiare i piccoli impianti domestici integrati; storia nota anche quella che ha bloccato il normale sviluppo dell’eolico in Sicilia, una regione che nulla avrebbe da invidiare a quei paesi del Nord Europa che probabilmente dall’eolico trarranno entro un decennio o due circa la metà dei fabbisogni energetici.

IL PROGETTO SCORE
Fa piacere tuttavia in questo quadro dalle tinte confuse scoprire la presenza di una iniziativa che ancora una volta si aggrappa agli ideali e alla ricerca della legalità, e con essa al normale sviluppo e funzionamento oltre che alla reale libertà dei mercati. Finanziata dal programma Prevenzione e lotta alla criminalità dell’Unione Europea (forse che finanziamenti nazionali soffrirebbero di conflitti di interessi?), l’iniziativa nasce dalla Fondazione Culturale Responsabilità Etica del Gruppo Banca Popolare Etica, e prende il nome di progetto SCORE (Stop Crimes On Renewables and Environment), con la partecipazione di ARCI Lombardia, Forest Stewardship Council Italia, Saveria Antiochia Onlus, dipartimento TeSAF dell’Università di Padova, Valore Sociale e CDIE. Destinato a pubbliche amministrazioni, operatori di mercato, sindacati ed organizzazioni di categoria, piccole e grandi imprese, istituzioni europee e consumatori, il progetto ha visto lo scorso dicembre la presentazione dei primi risultati di analisi sui rischi di illegalità e infiltrazioni criminali nelle rinnovabili e nella filiera del legno.

Le finalità del progetto SCORE
“E’ un punto di partenza fondamentale – spiega Mariateresa Ruggiero, direttrice della Fondazione Culturale di Banca Etica – per proporre nuovi criteri e principi che aiutino le imprese, le banche e le amministrazioni pubbliche a prevenire nuovi rischi in futuro” “Con SCORE ci poniamo l’obiettivo di ridurre al minimo le patologie, puntando sulla prevenzione” (da BancanotE n°2 12/2011).

Dunque analisti economici, attivisti, funzionari di banca, imprese ed associazioni di categoria lavoreranno per 30 mesi (il progetto è iniziato lo scorso 29 settembre) per fornire “una sorta di rete, in cui poter di volta in volta trovare o ritrovare la bussola della legalità” (casaeclima.com).

Gli scopi dichiarati nel documento di sintesi pubblicato in rete sono di sollecitare l’impegno degli attori, pubblici e privati, dei mercati del legno (uso delle foreste) e delle rinnovabili nel contrasto all’illegalità, fornire agli stessi “modelli e strumenti di valutazione dei rischi di illegalità nei settori di interesse”, “creare un network per lo scambio di buone prassi, esperienze, informazioni provenienti da ricerche e sperimentazioni”.

Le principali attività

  1. Analisi e ricerca, condotta su un campione significativo di imprese, pubbliche amministrazioni, associazioni di categoria e istituti bancari, per l’identificazione di crimini, illegalità, criticità ma anche buone pratiche ed esperienze.
  2. Realizzazione di metodologie, modelli e strumenti di valutazione, prevenzione e controllo dei rischi di illegalità.
  3. Fase pilota di test degli strumenti del punto precedente su un campione di 3 imprese del legno, 3 istituti bancari e 3 aziende operanti nel settore delle FER.
  4. Elaborazione finale di metodologie sulla base dei risultati delle precedenti attività.
  5. Creazione di un Network di tutti gli attori interessati per favorire lo scambio di informazioni, esperienze e buone prassi (Best Practices).
  6. Formazione attraverso seminari interregionali destinati ai differenti attori e nelle diverse zone del paese, oltre che presso l’Università di Padova rivolti a studenti e ricercatori.
  7. Convegni italiani ed europei (Legnaro fine 2011, Terra Futura maggio 2012, ECOMONDO ottobre 2012).

icon1

RINNOVABILI E SOSTENIBILITA’ ALL’ITALIANA
Tra i problemi evidenziati in questo primo periodo di analisi ci sono l’incertezza normativa, le lentezze procedurali e la presenza di iter autorizzativi lacunosi, che renderebbero più facile il verificarsi di fenomeni di illegalità e le infiltrazioni del crimine organizzato. Riguardo ai casi di caporalato e mafia tuttavia la Ruggiero rassicura che “si tratta di casi patologici in un settore che rimane fondamentalmente sano e meno esposto a fenomeni di illegalità rispetto ad altri business”.

Va peggio per la filiera del legno: i fenomeni riscontrati dai ricercatori dell’Università di Padova e del CDIE vanno dal riciclaggio di denaro sporco tramite l’acquisto di lotti boschivi al doppio conteggio di aree forestali nei progetti per la compensazione della CO2, dal mercato nero del pallet all’evasione dell’IVA nella vendita di funghi e tartufi. (Bancanote n°2 12/2011)











Francesco Cherubini

Francesco Cherubini Dottore in Fisica

Nasce ricercatore biofisico per morire progettista HVAC tra ingegneri, architetti e geometri. E’ il classico soggetto che ha una lavatrice a pedali in cantina e l'estate fa campeggio con i pannelli solari e l'impianto a 12 volts autocostruito. Passione per l'artigianato, il rugby e l'essenzialità.