Riciclare lo spazio: i vuoti urbani come materiale di riuso

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ESTONOESUNSOLAR (questo non è un vuoto abbandonato) è il titolo del programma sperimentale, a livello nazionale, che ha coinvolto numerosi spazi abbandonati o in disuso, della città di Saragoza, Spagna. Il programma, gestito dalla Società Municipale Saragoza Vivienda ed elaborato dagli architetti Gravalos – Di Monte, ha avuto inizio nel 2009, con una progettualità limitata ad alcune aree del tessuto storico,di cui era stata messa in evidenza la situazione di degrado e abbandono. L’enorme successo del primo programma di interventi ha portato a replicarne il format l’anno successivo, in una vasta area periferica della città.

“L’obiettivo del programma è l’utilizzo in forma temporanea dei lotti abbandonati e non edificati del centro storico di Saragoza.”

LA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI E’ VINCENTE
La validità del programma sta nell’aver introdotto un sistema complesso nella gestione e nella riqualificazione degli spazi urbani, nel particolare dei vuoti, integrando a una partecipazione attiva dei soggetti del quartiere, il concetto di occupazione temporanea dei luoghi; motivo per cui risulta vincitore di molti premi europei, tra cui recentemente alla II biennale dello spazio pubblico per il premio “Open Source City”, e gli architetti sono spesso invitati a partecipare a momenti di incontro su esperienze innovative per lo spazio pubblico (come Torino smart city 2013 di appena un mese fa).

I 13 progetti del 2009, realizzati nel tessuto storico della città, sono stati in un certo senso “progetti piloti”, e dal successo di questi sono stati realizzati altri 14 progetti nella periferia, raggiungendo proporzioni e tematiche diverse. Inoltre, grazie al piano di occupazione (Plan de Empleo), il programma ha fornito un lavoro ad una squadra di lavoratori disoccupati, che è aumentata dai primi 40 impiegati nel 2009 ai 60 del 2010.

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LA GESTIONE DEGLI INTERVENTI
La gestione degli interventi si è articolata seguendo una prima fase amministrativa, in cui è stata effettuata la scelta dei lotti, tra quelli più degradati della città, pubblici e privati, che non fossero già investiti da un programma di risanamento in tempi brevi. Per l’affidamento delle zone prescelte sono stati fatti accordi con i proprietari, che hanno ceduto temporaneamente i propri spazi, che da quel momento diventano potenziali piazze, giardini, giochi per bambini. Prima però di entrare nella seconda fase e quindi realizzare un progetto di natura sociale, sono state avviate per ogni zona ulteriori analisi per conoscere bene le condizioni socio–economiche della popolazione, e questo è uno dei punti che maggiormente caratterizza l’attenzione del progetto al tessuto sociale in senso stretto.

Tramite infine l’ascolto della popolazione, nelle sue forme aggregative quali potevano essere di volta in volta associazioni di quartiere, centri per anziani, scuole… avviene la definizione di un progetto partecipato, realizzato infine in tempi brevi, con budget molto ridotti (con un costo medio degli interventi di circa 30 €/mq) e con il frequente utilizzo di materiale riciclato, dettato anche dalla natura temporanea degli interventi.

In questo modo si sono cercate –e trovate– soluzioni ai problemi della città compatta, all’interno della stessa, che va ad “autorigenerarsi”. “Ogni vuoto urbano viene poi vincolato ad un’associazione, scuola o ente, che si incarica della sua successiva gestione.”

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LE PROPOSTE CREATIVE
Dal punto di vista formale ed estetico, nelle opere realizzate vi si possono trovare alcune delle migliori proposte creative di riciclo di materiali, che diventano sedute, illuminazioni, a cui si aggiunge una gestione studiata di elementi di riconoscimento, come una numerazione progressiva delle zone di volta in volta occupate, una grafica minimale e ripetuta, la possibilità, da parte di artisti, di modificare le superfici in tempi successivi alla realizzazione.

Insomma un vero e proprio riciclo, che stavolta ha visto recuperato un materiale del tutto particolare, lo spazio in sé e per sé, che si pone come punto connettivo di un tessuto a rete, alle cui maglie cittadine sono stati “ricuciti” gli strappi dovuti all’abbandono.

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Giulia Custodi

Giulia Custodi Architetto

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