Imbarcazioni ecologiche. Accorgimenti green ed esempi di navi sostenibili

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Ad oggi, si possono ottenere miglioramenti nelle performance delle navi, pur non intervenendo sul tipo di energia di propulsione utilizzata, con l’ottimizzazione dell’idrodinamica dello scafoe delle eliche, e il recupero del calore dei gas di scarico. Solo con questi specifici accorgimenti, con i motori attuali, potremmo arrivare a risparmio del 10% nel consumo di carburante, mentre per le nuove imbarcazioni è possibile

raggiungere anche il 30% di risparmio.

RIDUZIONE DELLA VELOCITA’

Test scientifici mostrano che le navi più veloci emettono una quantità più alta di CO2, rispetto alle navi più lente e che le navi più piccole emettono più CO2 in proporzione rispetto alle navi più grandi. Alcune compagnie che producono grandi navi, hanno ridotto la velocità delle proprie navi da 16.5 a 14.5 nodi, producendo una diminuzione nei consumi del 27%. Considerando che il prezzo del combustibile sta crescendo, questa strategia comporta per la compagnia navale un risparmio economico giornaliero considerevole.

Altre compagnie di trasporto navale, riducendo del 20% la resistenza all’avanzamento a parità di carico trasportato, hanno risparmiato così carburante. Un nuovo tipo di nave cargo richiederà 65.000 kw per mantenere questa velocità, contro gli 80.000 richiesti dalla nave cargo più piccola della stessa compagnia.

MAGGIORE EFFICIENZA IDRODINAMICA

In Inghilterra, un’organizzazione ambientalista, ha realizzato un programma che potrebbe far diminuire del 30% il costo dei combustibili pagati dagli armatori. Questo programma è stato realizzato per ridurre il consumo di combustibili e le emissioni di CO2 mantenendo inalterate le prestazioni delle navi. Ciò sarebbe reso possibile attraverso un miglioramento dell’aerodinamica e dell’idrodinamica della nave.

Un costruttore navale sud–coreano di una nota azienda, ha dichiarato di aver sviluppato una nuova tecnologia che consentirà di ridurre i costi del combustibile di più del 5%. I suoi tecnici hanno realizzato una pinna che applicata al timone della nave, grazie ad un’elevata idrodinamicità, riduce l’attrito e fa risparmiare combustibile. La sperimentazione è stata effettuata su una grande nave container: visti i risultati eccellenti la compagnia navale ha applicato questa tecnologia ad altre sei navi. Se una nave container di grandi dimensioni fosse fornita di questo supporto a “pinna”, produrrebbe un risparmio annuo in termini monetari di 1,8 milioni di euro. Se consideriamo che queste imbarcazioni hanno una vita media di 25 anni, si ottiene per tutto il ciclo di vita un risparmio complessivo considerevole.

ENERGIE RINNOVABILI PER LA NAVIGAZIONE

Se affrontiamo il caso della nautica da diporto rileviamo che la maggior parte della navigazione è fatta quando il tempo è bello, per questo l’energia solare pertanto è particolarmente adatta al compito da svolgere. Alcune imbarcazioni si sono attrezzate in tal senso, sia con pannelli fotovoltaici lungo la superficie del ponte che lungo la superficie velica.

Interamente progettata e costruita nel nostro Paese, un tipo di imbarcazione da diporto con una lunghezza di circa 10 metri, è dotato di un sistema di propulsione ibrido grazie al quale si può accedere anche alle aree marine protette. Questo yacht infatti, può navigare alimentato solo da corrente elettrica e mantenere una velocità di 8 nodi per più di 2 ore.

Interessanti sono le potenzialità delle “barche solari” nel trasporto su acque interne. E’ stata lanciata in via sperimentale nel 2006 una navetta turistica solare: è interamente alimentata dal sole, può trasportare fino a 42 passeggeri ed è stata utilizzata in un lago del Regno Unito. Vicino al confine tra Germania, Austria e Svizzera, sul lago di Costanza è in acqua una ”barca solare” che può trasportare fino a 60 passeggeri ad una velocità di 15 km/h e la sua lunghezza è di 20 metri. Infine, un catamarano ad energia rinnovabile utilizza la potenza del sole, del vento e dei combustibili fossili per muoversi. In cima alla barca non ci sono solo pannelli solari passivi; questi possono essere diretti per catturare il vento per la propulsione. In funzione delle condizioni atmosferiche, queste due fonti sono utilizzate contemporaneamente o singolarmente. Un’altra nave proposta da un’anzienda attenta ai temi ambientali, integra la propulsione tradizionale, con l’uso di vere e proprie vele alari ricoperte di pannelli solari in modo da poter sfruttare sia l’energia del vento, sia l’energia del sole.

Un approccio interessante ma ancora da verificare attentamente è l’utilizzo di aquiloni giganti per movimentare le grandi navi.

Una nave sperimentale realizzata è lunga 30 metri e si alimenta tramite pannelli fotovoltaici e vele che sono in grado di ridurre i costi del carburante tra il 20% ed il 40%; il computer di bordo regola automaticamente le vele per la massima efficienza eolica e solare, probabilmente sarà possibile recuperare la maggiorazione del costo di costruzione in soli quattro anni.

E’ stato assegnato il Guinness World Records qualche tempo fa per la più veloce traversata transatlantica completamente sotto l’energia solare. Nel febbraio del 2007 in soli 29 giorni un’imbarcazione ha attraversato l’Oceano Atlantico. La barca è di circa 14 metri di lunghezza e 6,6 di larghezza. E’ dotata di moduli solari, batterie e motori che consentono una velocità costante di 5–6 nodi (10–12 km/h) 24 ore al giorno, equivalente alla media velocità delle barche a vela.

LA NAVE A IDROGENO

Una nave inglese riconvertita potrebbe rappresentare il prototipo per le future navi ad “emissioni zero”. Un gruppo di scienziati dell’Università di Birmingham l’ha trasformata per consentirle di alimentarsi solo ad idrogeno, con acqua come unica sostanza emessa allo scarico. L’idrogeno viene convertito in elettricità in una cella a combustibile che viene utilizzata sia per dare potenza ai motori elettrici sia per caricare le batterie di riserva. E’ nota la cattiva fama dell’idorgeno come combustibile pericoloso, a questo proposito per salvaguardare la sicurezza sono stati eliminati a bordo liquidi o gas ad alta pressione. L’idrogeno viene prelevato da polvere metallica che rende questo sistema unico; la polvere consente un uso più sicuro ed economico dell’idrogeno, ed essendo più pesante dei sistemi tradizionali, fornisce la zavorra che rende la nave più stabile.

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BIODIESEL DALLE ALGHE MARINE

Nella produzione di combustibili eco–compatibili, una nuova compagnia sensibile alla sostenibilità, ha sviluppato una tecnica per consentire la crescita e il trattamento di alghe destinate ai biodiesel. Le alghe utilizzano anidride carbonica per crescere e possono essere successivamente convertite in biodiesel. Il loro volume triplica ogni giorno per cui ha una produzione soddisfacente di biodiesel. Le alghe non saranno coltivate in recipienti aperti, per consentire la produzione di combustibile, ma in contenitori adatti a regolare la pressione e la temperatura, favorendo così la crescita in tutto l’anno. La crescita delle alghe è molto veloce e permette la raccolta dopo appena tre giorni, che rappresentano il tempo sufficiente a far produrre una discreta quantità di olio.












Stefano Liberati

Stefano Liberati Architetto

Nasce a Roma dove vive da sempre. Ricorda gli anni universitari come i più stimolanti della propria vita. Crede che viaggiare sia estremamente importante per diventare un buon architetto. Ascolta musica mentre progetta al computer e trascorre il tempo libero con le persone che ama. Sposato da poco è in attesa che la famiglia si “allarghi”.