Frutta e verdura a km zero sui tetti delle città. Il fenomeno del rooftop farming

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Le immagini della first lady statunitense che si prende cura dell’orto della Casa Bianca hanno ormai fatto il giro del mondo e la stessa Michelle Obama, nel suo primo libro, “American Grown: the story of the White House Kitchen Garden and Gardens Across America”, incoraggia i cittadini a crearsi orti di ogni genere negli appezzamenti liberi delle grandi città, sulle scale antincendio o sui davanzali delle proprie case. Il“rooftop farming” sembraesser nato per l’appunto nella città natale del Presidente Obama quando famosi ristoranti di Chicago, come l’Uncommon Ground o il Frontera, cominciarono a servire piatti a km zero con gli ortaggi provenienti direttamente dai tetti dei propri edifici.

È tuttavia nella New York del PLANYC 2030 di Bloomberg che le rooftop farms prendono piede, fanno moda, diventano business ma anche un esempio da seguire nel resto del mondo; è la New York rivelata dal fotografo Alex MacLean nella sua ultima pubblicazione “Up on the roof: New York’s hidden skyline spaces”: un interessante viaggio aereo sopra le piscine, i campi da tennis, i giardini, i ristoranti e gli orti segreti della Grande Mela.

Se il Rockefeller Center nasconde da anni agli occhi del visitatore cinque bellissimi giardini pensili, disegnati tra il 1933 ed il 1936 dall’inglese Ralph Hancock, anche la vista sull’Hudson che si può ammirare dalla terrazza dell’albergo Standard Hotel non può dirsi alla portata di tutti. Se qualcuno avesse in programma un viaggio oltreoceano può ammirare lo stesso magnifico panorama anche dallo Sky Terrace al 15° piano del forse più abbordabile Hudson Hotel o dal bar–ristorante 230 Fifth o può sempre assistere all’installazione di qualche artista sulla copertura del Metropolitan Museum.

Il tetto verde newyorkese più famoso è al momento il Brooklyn Grange: un imponente orto urbano, una vera e propria fattoria sopraelevata nata nel 2009 dall’idea di Ben Flanner e sviluppata con l’aiuto di agronomi, botanici, architetti, volontari e una ditta specializzata in costruzioni ecosostenibili. Con oltre due ettari di tetto coltivati tra il Queens e Brooklyn, il Brooklyn Grange ha venduto più di 40.000 kg di verdura sia ai ristoranti che ai semplici cittadini nei mercati settimanali, cominciando ad estendere la propria attività all’allevamento di galline ovaiole e di api. Quotidianamente vengono organizzati laboratori didattici per le scuole, corsi di formazione e di giardinaggio, mentre alla sera spesso i giardini si trasformano in spazi romantici per cerimonie di nozze, feste o proiezioni cinematografiche, in poche parole aree di socialità a 360 gradi.

© Cyrus Dowlatshahi

Lo sviluppo dell’attività agricola sui tetti delle città porta vantaggi, come sappiamo, all’intera comunità, deviando l’acqua piovana dal sistema fognario, riducendo le emissioni di gas serra e l’effetto isola di calore e diminuendo il traffico dei trasporti su gomma, necessari per portare i prodotti agricoli dalle campagne, tanto che il Consiglio Comunale di New York ha recentemente approvato nuove norme urbanistiche per favorire lo sviluppo delle cosiddette “Green Zone”. Soluzioni analoghe si trovano anche in Canada dove si prediligono tecniche di idrocoltura, ovvero coltivazione in contenitori fuori suolo, in modo da ridurre il peso del drenaggio e del terreno ed eludere problemi di una perfetta impermeabilizzazione della copertura.

A Montreal il Rooftop Gardens Project ha recuperato spazi inutilizzati, come tetti, terrazze e balconi, da adibire a spazi agricoli ecologici e partecipati, coltivando frutta e verdura ora in residenze per anziani, ora sulle terrazze dei campus universitari, quando messi a coltura da gruppi di madri, quando da semplici cittadini o dagli studenti delle scuole primarie.

Dall’altra parte del continente, Singapore sembra, invece, aver trovato nei giardini pensili la soluzione alle gravissime inondazioni che colpiscono il paese: dotare vecchi e nuovi edifici di tetti verdi rallenterà il deflusso delle acque piovane e, al contempo, qualificherà gli spazi urbani mantenendo controllato il microclima interno. L’Urban Agriculture Network (UAN) ha previsto che Singapore diventerà presto leader mondiale nella produzione di fiori, verdura e frutta fresche e nell’allevamento di alcuni tipi di molluschi, quando riuscirà a sfruttare al meglio i tetti dei palazzi, sviluppando la tecnica idroponica e l’acquacoltura e sperimentando nuove tecnologie agricole.

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Se le grandi metropoli sfidano le altezze seminando sui tetti anche la vecchia Europa e le città orizzontali sembrano ricordare che le coltivazioni intra moenia sono d’antica memoria tanto che il fenomeno degli orti urbani sembra prendere di nuovo vigore anche in Italia, dando risposta alle dinamiche sociali delle proprie comunità piuttosto che ad interessi economici e speculativi.








Monica Tredici

Monica Tredici Architetto

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