- scritto da Luca Facchini
- categoria Curiosità ecosostenibili
Entro la metà del secolo ci serviranno due pianeti
L’overshoot day è il giorno dell’anno in cui si pareggiano le risorse che abbiamo a disposizione con quelle che utilizziamo: nel 1961 eravamo intorno al 21 Dicembre. Lo scorso anno, il 22 agosto è stato il giorno in cui il consumo di beni naturali nel mondo ha superato la quantità prodotta nell’intero 2012 ossia la quantità che il pianeta è in grado di rigenerare ogni anno. La data è calcolata dal Global Footprint Network di Londra e ogni anno procede inesorabilmente all’indietro : solo nel 1987 era il 19 dicembre.
Curiosità: Carbon Footprint, indicatore di sostenibilità dei prodotti
Il riscaldamento del sistema climatico è un dato ormai inequivocabile. L’ultimo rapporto dell’IPPC dice, tra l’altro: “È molto probabile che l’aumento della concentrazione di gas serra sia dovuto all’attività umana”.
La prima delle cause antropiche per l’emissione di CO 2 è dovuta agli edifici , quindi all’urbanizzazione. In Europa, è ormai noto che circa il 40% delle emissioni di CO 2 è dovuta agli edifici urbani e non; poi ci sono i trasporti e l’industria. Questo trend sta crescendo rapidamente con un tasso di circa 2,4% l’anno.
Se pensiamo che il 30% del parco immobiliare italiano sia stato costruito prima del 1945 e costituisce un’area di particolare interesse in relazione sia a interventi di sostenibilità, sia di restauro e conservazione, rivestendo un grande patrimonio storico–culturale, il 45% è costituito da edifici costruiti dopo il 1945, dunque senza particolari accorgimenti alla sostenibilità o anche al solo tema energetico per limitare i consumi, contribuendo a innalzare il contributo di CO 2 nell’atmosfera. L’attenzione per l’abbattimento degli sprechi va rivolta soprattutto verso questo patrimonio.
Considerando il consumo totale di energia durante tutto il ciclo di vita di un edificio , la prestazione energetica e la fornitura di energia sono un tema importante per quanto concerne i cambiamenti climatici, la sicurezza dell’approvvigionamento e la riduzione del consumo globale di energia; dalla produzione alla dismissione.
Un’abitazione italiana esprime prestazioni energetiche molto basse facendo registrare dei consumi, in termini di uso finale, annui che variano a 160 kWh/m2 anno, nel migliore dei casi a oltre 230 kWh/m2 anno a fronte di consumi inferiori tra il 30% – 60% a livello UE .
Un consumo così elevato di energia determina, di conseguenza, valori di emissione di gas Clima alteranti annuali decisamente superiori alla media europea (19 milioni di caldaie installate in Italia consumano oltre 25 Mtep all’anno determinando una emissione in atmosfera di circa 80 Mtonn di CO2 equivalente all’anno). Fonte: rapporto ENEA 2012)
Si può e tra poco sarà obbligatorio, ricorrere, almeno per gli edifici, a costruzioni più ecosostenibili; strutture progettate, realizzate, rinnovate, gestite e utilizzate in modo ecologicamente efficiente.
Gi obiettivi:
- proteggere la salute degli utenti
- utilizzare le risorse in modo efficiente e compatibile
- ridurre l’impatto complessivo sull’ambiente
- ottimizzare le performance economiche e ambientali
- perseguire il comfort interno
- migliorare la qualità della vita
ESISTE UNA VISIONE EUROPEA? SI
Gli obiettivi principali sono:
- ridurre la dipendenza energetica dell’Unione e le emissioni di gas a effetto serra;
- garantire la sostenibilità dell’’utilizzo delle risorse energetiche adottando una nuova strategia per l’efficienza energetica che consentirà a tutti gli Stati membri di svincolare l’uso dell’energia dalla crescita economica;
- coglierne tutte le straordinarie opportunità e potenzialità di sviluppo economico e far assumere all’Europa, in tema di sostenibilità, un ruolo di prim’ordine a livello internazionale.
COME RAGGIUNGERGE GLI OBIETTIVI EUROPEI?
Dando attuazione alle ultime e importanti direttive europee in ambito energetico:
La Direttiva UE n. 27/2012 SULL’EFFICIENZA ENERGETICA del 25 ottobre 2012 e la precedente, la Direttiva UE n. 31/2010 SULLA PRESTAZIONE ENERGETICA IN EDILIZIA del 19 maggio 2010, che rappresenta una refusione della Direttiva 2002/91/CE, abrogata.
Il DL 63/2013 costituisce il recepimento della Direttiva UE n. 31/2010.
La Direttiva UE n. 31/2010
Prevede:
- obiettivo vincolante di fare in modo che l’energia da fonti rinnovabili copra il 20 % del consumo energetico totale dell’Unione entro il 2020;
- dal 31 dicembre 2020, che gli edifici di nuova costruzione (2018 per gli edifici pubblici) abbiano una altissima prestazione energetica (“NEARLY ZERO ENERGY BUILDINGS”);
- i n presenza di una significativa quota del fabbisogno coperta da fonti rinnovabili;
- Attestato di prestazione energetica maggiormente orientato a evidenziare le potenzialità di risparmio energetico e di spesa (anche per singolo servizio);
La Direttiva UE n. 27/2012
Prevede:
- entro il 2050 giungere a una produzione di elettricità a zero emissioni;
- Ruolo esemplare degli edifici degli enti pubblici;
- Dal 1 gennaio 2014, occorrerà riqualificare gli edifici di proprietà del governo centrale e da esso occupati per una quota pari al 3% della superficie coperta utile totale > 500 mq e dal 9 luglio 2015 > 250mq; nel rispetto dei requisiti minimi di prestazione energetica previsti all’art. 4 della direttiva 2010/31/UE;
- Dal 31 dicembre 2016 nei condomini (..) riforniti di riscaldamento/raffreddamento centralizzato dovranno essere installati contatori individuali per misurare il consumo di calore, raffreddamento o Di ACS per ciascuna unità. In alternativa, quando tecnicamente impossibile o economicamente sconveniente saranno usati contabilizzatori di calore individuali su ciascun radiatore;
- incoraggia le PMI a sottoporsi ad AUDIT energetici, obbligatori per le grandi;
- promuove la cogenerazione ad alto rendimento e il teleriscaldamento e teleraffredamento.
COSA SONO GLI EDIFICI A ENERGIA QUASI ZERO
Sono gli edifici “ad altissima prestazione energetica, con fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo coperto in misura molto significativa da energia da fonti rinnovabili, compresa l’energia da fonti rinnovabili prodotta in loco o nelle vicinanze.”
Dobbiamo convincerci che un edificio “Zero Energy” è fattibile e realizzabile non solo sperimentalmente ma anche nella prassi comune, con costi d’investimento relativamente medio – bassi, in relazione ai benefici economici, ambientali e sociali.
UN TENTATIVO DI RISPOSTA IN 8 PUNTI ESSENZIALI
- Puntare all’efficienza energetica minimizzando il ricorso agli impianti. Prima di tutto pensare di ridurre il fabbisogno e gli sprechi e poi pensare a sostituire le fonti con energie alternative.
- Considerare il luogo in cui la casa sarà o è ubicata (le caratteristiche del sito anche in contesti esistenti); valutare bene forme e posizioni.
- Progettare o inserire la vegetazione, creare zone filtro ; anche in occasione d’interventi di recupero edilizio, quando possibile, migliora il microclima, ripara i fabbricati isolati e di pochi piani dai venti freddi dominanti aumentando il risparmio energetico in inverno o dal sole se ci sono problemi di eccessivo soleggiamento;
- Progettare con attenzione le bucature (finestre) ; nel recupero cercare di modificare le finestre preesistenti; sostituirle solo se economicamente vantaggioso. Prevedere ombreggiamenti verso S.
- Isolare le pareti esterne e utilizzare pareti ad alta inerzia termica verso le direzioni più soleggiate e nelle zone più affollate: contribuisce al risparmio energetico per la climatizzazione estiva e migliora il comfort termico; aumentare la resistenza termica delle pareti esistenti maggiormente disperdenti, quando possibile, con materiali ecocompatibili, facilmente reperibili e riciclabili. Necessaria una sinergia con gli enti locali per l’adeguamento delle norme del governo del territorio.
- Isolare il tetto : è la parte dell’edificio che disperde di più in inverno e riceve il massimo irraggiamento in estate. Usare sistemi naturali di raffrescamento in estate (climatizzazione passiva).
- Scegliere materiali ecologici e biocompatibili (certificati – Dir. 2009/125/CE e DLgs 16–02–2011 n. 15), con elevato contenuto di materiale riciclato; devono essere rinnovabili, non tossici e quindi sicuri per l’ambiente; devono essere biodegradabili, facilmente riciclabili o in vario modo riutilizzabili a fine vita (LCA); devono essere possibilmente di provenienza locale (filiera corta)
- Usare in modo razionale la risorsa acqua , ridurre gli sprechi – recupero e riutilizzazione delle acque piovane e reflue, ove possibile.