Deforestazione dell’Amazzonia: la video denuncia

La deforestazione dell’Amazzonia avanza incessabilmente: è il messaggio che arriva dal video shock realizzato dalle immagini del satellite Landsat scattate dal 2001 al 2011. Il verde scuro e compatto, con lo scorrere delle immagini e degli anni, diventa sempre più rarefatto a testimonianza di un’incessante riduzione del "polmone verde" a favore di campi coltivati ed aree edificate. Una distruzione del patrimonio più straordinario e misterioso della terra, per convertire le aeree ad uso commerciale, per l’allevamento bovino e per la vendita di legno illegale. Purtroppo il disboscamento non è l’unico disastro ambientale mostrato dal satellite; sono stati documentati anche la rapida crescita di Las Vegas, il prosciugamento del lago Urmia in Iran e il ritiro del ghiacciaio Columbia in Alaska. Infatti, da luglio del 1972, i satelliti di Landsat hanno raccolto immagini da tutta la Terra, denunciando cambiamenti ambientali causati dalle attività umane e da processi naturali.

LA LETTERA DEL CAPO INDIANO MANIFESTO PER LA TUTELA DELL'AMBIENTE

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LA FORESTA PLUVIALE PRESA D’ATTACCO

Laddove vi era foresta vergine e poche strade che attraversavano territori vastissimi, ora vi sono aree enormi disboscate sotto colpi di ruspe e motoseghe; bruciate, in seguito, per eliminare il sottobosco rimanente. Il video risale al 2002, ma la situazione è oggi peggiorata: il disboscamento continua imperterrito a ritmi velocissimi. Infatti, telecolor.net riporta che a settembre, secondo i nuovi dati satellitari forniti dall’organizzazione no profit Imazon, sono stati rasi al suolo ben 402 km quadrati di foresta, il 290% in più rispetto allo stesso mese del 2013, per destinare il terreno ad altro uso. Oltre a questo si aggiunge il fenomeno delle foreste degradate, cioè molto sfruttate dal disboscamento o arse. La superficie interessata nel mese scorso è di 624 km quadrati, con una crescita esponenziale rispetto ai 16 km quadrati del settembre 2013. Ogni minuto vengono abbattuti 2.000 alberi.

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Una situazione critica che mette a rischio non solo la sopravvivenza della foresta ma anche l’intero ecosistema del Sudamerica. La foresta amazzonica ha infatti un ruolo fondamentale nel ciclo dell’acqua. ”Poche persone sanno veramente che un albero dell’Amazzonia è capace, grazie all’evaporazione, di rilasciare un enorme quantità di acqua nell’atmosfera. Oltre mille litri al giorno. Questo fenomeno è unico in Amazzonia. In totale, l’acqua rilasciata nell’atmosfera dalla foresta amazzonica è stimata intorno ai 20 miliardi di tonnellate al giorno” spiega Gerard Moss, un pilota e ambientalista che da anni sorvola l’Amazzonia per studiare l’impatto della deforestazione.

Negli ultimi 50 anni, come più volte denunciato dal Wwf e dalle altre associazioni ambientaliste, la foresta ha perso un quinto della sua superficie. Il ministero dell'Ambiente brasiliano non riconosce i dati rilevati della Ong di Belem Imazon, ed afferma che la deforestazione sarebbe diminuita del 18% rispetto allo scorso anno. L’allarme comunque rimane perché la perdita di copertura forestale non è compensata da nuovo rimboschimento e le foto aeree testimoniano come, mq dopo mq, la foresta sia sotto attacco continuo. Le strategie devono mirare ad una riduzione progressiva della deforestazione con lo sviluppo sostenibile delle risorse naturali e la conservazione della biodiversità.

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IL SATELLITE LANDSAT E LA PIATTAFORMA GOOGLE EARTH ENGINE

Il video è girato con la tecnica time lapse ("time",tempo e "lapse", intervallo, quindi fotografia ad intervallo di tempo), che consiste in una sequenza di immagini catturate in diversi istanti; il satellite copre la stessa area ogni 16 giorni. Il programma è stato lanciato nel 1972 come "joint venture" (una società mista) tra la NASA e la US Geological Survey.

Le immagini riprese dal satellite LandSat sono state poi elaborate grazie a Google Earth Engine, una piattaforma di monitoraggio ambientale online dove le migliaia di miliardi d’immagini scattate nel corso dei decenni possono essere utilizzate gratuitamente.

La speranza è che scienziati, governi e ricerche indipendenti utilizzino i dati e l'immenso archivio di immagini, aiutando a risolvere problemi quali la deforestazione, la stima della biomassa e i livelli di carbonio. 

Elisa Stellacci

Elisa Stellacci Architetto

Di origine barese e studi ferraresi, si occupa di architettura e grafica a Berlino. Lavora in uno studio di paesaggio, adora le ombre, concertini indie-rock e illustrazioni per bimbi. Volubile e curiosa, si perde nei dettagli e divide non equamente il tempo tra lavoro, amici e passioni.