Fattelo! Lampada fai da te per design open source

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Fattelo! è un progetto di design Open Source partecipativo creato da un gruppo di giovani designer che hanno avuto l’intuizione di mettere insieme un’accattivante design, un approccio sostenibile e la vocazione Open Source da proporre ad un pubblico che diventa sempre più consapevole e cosciente delle proprie scelte, specie in ambito ambientale. Il loro primo prodotto è l’emblema del fai da te: una lampada in cartone. Nella giungla in rapida espansione dei progetti finanziati con metodo crowdfunding, se ne vedono davvero delle belle!

L’opportunità data dal micro–finanziamento dal basso è, oltre a quella ovvia di natura meramente economica, quella di esporre al grande pubblico in rete la propria creatività, mettendo in vetrina la propria capacità imprenditoriale o semplicemente esponendo e promuovendo le proprie idee. Il risultato di questa forma alternativa di finanziamento è un brulicante, seppur caotico microcosmo di idee e proposte messe a disposizione della collettività nella visione di uno sviluppo comune, alimentando così l’emergente (ed auspicabile!) modello basato sulla cooperazione piuttosto che sulla competizione. È in questo contesto che s’inquadra il progetto Fattelo!

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Primo prodotto del gruppo è la lampada 01Lamp, ottenuta da un unico foglio di cartone ripiegato che è stata presentata per la prima volta lo scorso Aprile al Fuori Salone di Milano. La strategia è duplice: vendere la lampada online tramite il sito oppure permettere a chiunque di scaricare gratuitamente online il progetto da realizzare fai–da–te con un cartone della pizza e un led.

Il cartone della pizza, largamente utilizzato in ogni parte del mondo, nell’inconsapevolezza dell’80% dei consumatori, non è un prodotto riciclabile, a causa dei materiali plastificanti che lo rendono di fatto un multimateriale. L’obiettivo è quello quindi di dare nuova vita al cartone che altrimenti andrebbe ad ingrassare il secchio dei rifiuti indifferenziati.

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Il riutilizzo di un materiale non riciclabile nella versione fai–da–te e l’assenza di packaging (la sagoma della lampada è infatti già fustellata nel cartone piatto che permette di abbattere costi e impatto ecologico del trasporto) nella versione acquistabile rendono quindi la strategia doppiamente vincente.

Ma la 01Lamp non è che il primo di una serie di progetti riproducibili in casa gratuitamente utilizzando materiali di recupero o di scarto che Fattelo! ha in serbo per noi.
Obiettivo ultimo del gruppo è quello di invogliare la gente a mettere in moto la creatività e le proprie mani per riscoprire il piacere del fai–da–te, guidando i consumatori nell’esperienza dell’autocostruzione oppure lasciandoli liberi di sperimentare nuove soluzioni o materiali e invitandoli poi a pubblicare le loro creazioni sul sito, arricchendo in tal modo il progetto iniziale.

Noi di Architettura Ecosostenibile abbiamo fatto loro qualche domanda.

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Qual è lo stato attuale del progetto e quali saranno le prossime mosse?
Fattelo!: Su questo fronte possiamo rispondere fornendo buone notizie: Fattelo! SRLS è nata il 21 dicembre 2012, sotto l’albero di Natale, con un capitale sociale di 996,00 euro e a gennaio è stata ufficialmente registrata nel Registro delle Imprese.
Inoltre, come vincitori del concorso Creazioni Giovani organizzato da Artex, siamo stati presenti alla fiera della casa MACEF Milano, dove abbiamo avuto modo di incontrare gli operatori del settore (negozianti, distributori, arredatori) e verificare l’interesse per la 01Lamp da parte di questa tipologia di clienti.
Attualmente stiamo quindi lavorando da un lato allo sviluppo del progetto (secondo prodotto, restyling del sito web, creazione del report sul crowdfunding) e dall’altro all’apertura dei canali commerciali per la vendita dei prodotti Fattelo! (sia online che offline).
Diciamo quindi che per il 2013 vorremmo concentrarci sul rendere l’impresa (che ha costi elevati) già sostenibile dal punto di vista economico e sullo sviluppo generale del progetto che, vale sempre la pena ricordarlo, è un progetto partecipativo e vuole aprirsi ai contributi delle persone.

Sull’onda delle recenti polemiche mediatiche, com’è stata la vostra esperienza col crowdfunding, lo trovate un’utile risorsa per i giovani o avete riscontrato dei limiti nel suo utilizzo?
F: L’esperienza col crowdfunding è stata estremamente positiva. Più che dal punto di vista economico, però, lo è stata dal punto di vista umano: abbiamo incontrato molte persone affascinate dal progetto e che continuano a scriverci per sapere di noi e darci suggerimenti anche a distanza di un mese e mezzo dalla conclusione della raccolta fondi.
Riguardo alle recenti polemiche, riguardo all’inadeguatezza del crowdfunding per finanziare le imprese, risulta evidente che sia ancora un fenomeno poco noto in Italia e che quindi le cifre che si possono raccogliere sono certamente inadatte a sostenere per intero i costi d’impresa.
Ad ogni modo, questo non ci sembra un buon motivo per buttare nel cestino un fenomeno che ha grandi potenzialità e che propone un modo totalmente differente di mettere in contatto chi ha le idee e la “folla” (il crowd), creando relazioni forti e nuove possibilità. D’altra parte è ben noto che questa tipologia di innovazioni si sviluppano lentamente nelle fasi iniziali per poi esplodere in maniera esponenziale nel momento in cui vengono conosciute e metabolizzate dal pubblico.
Da parte nostra, abbiamo deciso che valesse la pena lavorare all’interno dei suoi limiti attuali per cercare di dare un futuro a questo fenomeno.

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Come pensate di finanziare le successive fasi di sviluppo del progetto?
F: Stiamo valutando varie possibilità tra Angel Investing, fondi europei e crowdfunding a livello europeo. Ciascuno di questi canali di finanziamento ha regole, vincoli e potenzialità e va scelto in base alle necessità.
E’ ancora presto per dire quale sarà la fonte selezionata: per il momento quello che faremo sarà raccogliere dati sulle potenzialità economiche dell’impresa, sulla definizione della cultura aziendale che dovrà essere la linea guida dei futuri sviluppi e su quelli che sono i costi e le risorse necessarie per trasformare Fattelo! in un progetto collaborativo su larga scala.

Come visualizzate una realizzazione pratica dell’emergente sistema economico partecipativo, piuttosto che competitivo?
F: Crediamo in una società basata sulla condivisione della conoscenza come vero motore di sviluppo individuale e sociale. Ci piace immaginare una rete di piccole comunità autosostenibili interconnesse tra loro, con sistemi di produzione locale e filiera corta, all’interno delle quali ciascun membro si senta partecipe e tutelato dai propri vicini e abbia la possibilità di mettere a disposizione le proprie competenze.
Ciò che viaggerà saranno principalmente le informazioni e il know–how, molto meno i prodotti, affinché ciascuna comunità possa implementare le innovazioni sviluppate dalle altre comunità per adattarle alle condizioni ambientali nelle quali vive.
Tutto questo dovrebbe però avvenire tramite il passaggio dal concetto di incentivo economico ad un’altra tipologia di incentivo: tanto più la mia comunità è autosostenibile, tanto più sono tutelato contro i rischi che provengono dall’esterno. A questo andrebbe aggiunto il passaggio dal concetto di “interesse personale” a quello di “beneficio collettivo”.
Immaginiamo che in un sistema così strutturato, in cui l’individuo vive più serenamente la propria vita, il proprio lavoro e in cui si sente protetto, la propensione collaborativa dell’essere umano si svilupperà da sé.
Salvo prima disintossicarci dalla cultura del consumo tipica della nostra epoca.

Oltre al piacevole design della 01 Lamp, l’unico per ora disponibile online, ci piace la filosofia alla base di questo progetto. Come dicono gli stessi ideatori: ”Il principale valore di scambio di Fattelo! non è prettamente economico: è piuttosto la passione e l’essere parte di un grande progetto”.

La tendenza visualizzata dalla teoria della Terza rivoluzione industriale di J. Rifkin è che tutti divengano designer–artigiani–produttori–commercianti. Fattelo! e tutte le persone che vorranno partecipare al progetto, darà il proprio contributo a questa rivoluzione post carbonio.

Federica Lipari

Federica Lipari Architetto

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