Una storia al mese più una per la teiera: vivere sostenibile in epoca moderna

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“Una storia al mese più una per la teiera” narra una storia che in sé racchiude la metafora del voler vivere sostenibile in epoca moderna. Una storia di anticonformismo e coraggio per chi è abituato alle comodità delle città, che però – come sovente accade – celano le insidie dell’inquinamento acustico, dello stress, dell’abusivismo urbano, del traffico, del mancato decoro edilizio etc… La scelta di andare a vivere in un luogo quanto più ecosostenibile possa esserci, la campagna, in cui essere a contatto con la natura e magari in un’abitazione costruita con canoni della tradizione edilizia di un luogo (che rispetti quindi i principi della sostenibilità architettonica) per riscoprire la reale qualità della vita.

Ad attirare sempre più persone verso la vita “bio” non è solo la qualità del microclima e la genuinità dei cibi, ma i vantaggi apprezzabili che si possono riscontrare quando si cominciano a percepire i benefici di un’abitazione rurale e dell’ambiente che la circonda.

Vi siete chiesti perché sono in crescita esponenziale i turisti che scelgono per le proprie vacanze di soggiornare in un agriturismo e se esso garantisce anche prodotti di consumo a Km0 e la possibilità di effettuare attività legate alla terra durante il proprio soggiorno, di scegliere un posto anziché un altro?
Perché probabilmente è tangibile il benessere che deriva dal vivere in un luogo immerso nella natura anche se può capitare che prima di partire per soggiornare in un luogo che non sia il classico albergo si abbia un po’ di scetticismo.

In questo libro l’autrice, Ilaria Beretta, fa la scelta – se vogliamo definirla con un eufemismo – “coraggiosa” di trasferirsi in campagna dalla caotica metropoli, conciliando il suo lavoro di autrice RAI con le attività legate alla terra. Trascorre un anno tra i vigneti dell’Alto Monferrato (Piemonte) e ….

Il titolo ci ha incuriositi e abbiamo pensato subito ad un almanacco; più o meno si tratta di un almanacco dell’ecologia e della sostenibilità ambientale, in cui di dipanano dodici novelle più quella legata all’enigmatico oggetto citato nel titolo, la teiera.

Il metodo narrativo è piacevole, le pagine scorrono incuriosendo il lettore e si scopre che in ogni particolare della natura vi è un principio universale che un buon progettista deve saper usare o emulare per realizzare un’opera sostenibile a servizio di altri esseri umani.

Il linguaggio è a tratti ironico, molto semplice ma mai generico; si scoprono tra i racconti i ritmi della natura e le molteplici varietà di specie animali e vegetali di cui si compone. Si tiene conto dei disagi cui essa è sottoposta nell’epoca attuale, ma anche della fortuna che si ha nell’avere a disposizione ancora luoghi dove goderne l’originalità.

Interessante citazione è quella del mese di marzo in cui un semplice vasetto che diventa un “condominio di innumerevoli esseri nascosti nella sua terra”.
Ovviamente l’allegoria è un chiaro riferimento ai condomini di oggi che si contrappongono a quelli creati in natura per via del fatto che in questi ultimi si vive sempre in armonia, collaborando gli uni con gli altri e senza bisogno di amministratori esterni che provvedano a mettere d’accordo gli abitanti o si occupino della manutenzione, fatta in caso dagli abitanti stessi secondo una logica naturale di autorecupero.

C’è chi ha definito “Una storia al mese più una per la teiera” un libro delicato come un acquarello, ma anche vivido come una fotografia, ricco di aneddoti e di suggerimenti, e noi appoggiamo in pieno questa definizione perché non accade spesso che uno non–Architetto riesca a carpire ciò che agli Architetti moderni manca, cioè la sensibilità verso la natura e il saper trasportarne i valori in progetti sostenibili come nell’Architettura tradizionale accadeva in maniera quasi spontanea.

Tra momenti difficili e tante soddisfazioni che si imparano a trarre anche dalle piccole gioie della natura, Ilaria narra semplicemente la quotidianità di un essere umano che vive alla maniera dei nostri nonni e prima ancora dei nostri avi.

Niente di sbalorditivo se non si tenesse conto del fatto che oggi l’Architettura pecca di mancanza di “sensibilità” nel progettare: si tende sempre più a cedere alle catene delle norme e della burocrazia a scapito del buon gusto, della cura nella composizione, della scelta dei materiali e di tante altre cose legate al luogo in cui ci si dovrà insediare, e tutto ciò prima o poi lo si ripaga in qualche maniera.

Brevi e incisivi racconti di vita contadina che dimostrano che i ritmi di Madre Natura non sono un’invenzione delle favole e che se ad essi si facesse riferimento nella nostra esistenza forse si potrebbe vivere più serenamente!

Scheda tecnica del libro
Titolo: Una storia al mese più una per la teiera
Formato: 14 X 21 cm
Editore: Angelo Colla Editore
Pagine:111
Data di Pubblicazione: Marzo 2012
Autore: Ilaria Beretta
ISBN–13: 978–88–89527–78–8

L’autrice
Ilaria Beretta è nata nel 1962. Giovanissima, ha vinto con i racconti Solitudini in bianco e nero il concorso letterario della casa editrice La Luna di Palermo, con la supervisione di Leonardo Sciascia. Nel 2009 ha ottenuto il secondo premio del concorso Maremma Mistery di Grosseto con il racconto Ne varietur, giallo atipico in cui l’assurdo taglio di un ulivo secolare produce due assassinii.
Laureata e “masterizzata” all’Università Cattolica di Milano, ha lavorato come autrice radiofonica e inviata per la RAI e per RSI (Radio della Svizzera Italiana). Attualmente coordina un progetto della casa editrice Edibrico che promuove la manualità tra bambini e ragazzi. Non appena le è possibile scrive per il sito web «Orti di pace» di Pia Pera.

Estratto
E mentre fuori l’Inverno anestetizza e riduce a similmorte tutto ciò che la sua mano gelata sfiora, dentro, in quest’angolo tiepido, la vita ha ancora una chance. Sono fortunata, la mia casa ha un’ottima serra, non l’ho cercata intenzionalmente, l’ho trovata. Era lì da almeno tre secoli, una stanza in cui si accede solo dal cortile, per una porta esterna dotata di una chiave di tali dimensioni e peso da far pensare all’entrata di un castello. Invece, anticamente era l’umile appartamento dei manenti, i custodi della casa, che vi rimanevano tutto l’anno, mentre i padroni andavano a svernare altrove. Costruita con sapienza per affrontare i rigori dell’Inverno, ha il pavimento in cotto ancora ben conservato, il soffitto basso basso, il focolare con il forno per il pane e due finestre non troppo grandi. (…)

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Mariangela Martellotta

Mariangela Martellotta Architetto

Architetto pugliese. Prima di decidere di affacciarsi al nascente settore dell’Ecosostenibilità lavorava nel settore degli Appalti Pubblici. È expert consultant in bioarchitettura e progettazione partecipata. Opera nel settore della cantieristica. È membro della Federazione Speleologica Pugliese.