Alla scoperta dell'edificio che non c’è. Il segreto è la pelle riflettente

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Un nuovo edificio dalle forme insolite e dalla pelle riflettente introduce i visitatori alla scoperta delle meraviglie vegetali del Giardino Botanico di Cairns, nel Queensland, Australia. Il progetto dell’edificio che non c’è, sviluppato a stretto contatto con la committenza (il Consiglio della Regione di Cairns), si fonda su criteri sostenibili e di basso impatto visivo rispetto al sito, ed ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra i quali il Building of the Year 2012 per la sua categoria, conferito dall’AIA, Architect Institute of Australia.

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2009: IL CONCORSO

Il progetto del complesso dalla pelle riflettente viene scelto dal Consiglio della Regione di Cairns, al termine di un concorso a inviti per la progettazione di un edificio che si integrasse perfettamente nel particolare ambiente circostante, costituito da vegetazione tropicale delle foreste pluviali australiane e del sudest asiatico.
Le richieste comprendevano: spazi di accoglienza e ristoro dei visitatori, zona dedicata ad attività ludiche ed a mostre interattive legate alle collezioni vegetali, ed ancora spazi adibiti ad uffici e sala riunioni per lo staff del Consiglio, composto da una trentina di persone.

IL PROGETTO

I progettisti dello studio australiano Charles Wright Architects sono partiti dalla ideazione di un edificio dall’aspetto innovativo rispetto a quello della tradizione locale, capace allo stesso tempo di proporre soluzioni tecnologiche attuali e replicabili in altri contesti tropicali; tra queste, la struttura a prova di ciclone e l’utilizzo di moderni criteri di sostenibilità.

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Il complesso architettonico, che si estende su una superficie di circa 1400 metri quadrati, è costituito da due corpi posti a cavallo di una strada pedonale di collegamento tra i giardini e il Tanks Arts Centre, un spazio espositivo interno al giardino botanico e ricavato da vecchi silos. Il mantenimento del percorso pedonale preesistente, così come ad esempio la presenza di alberi centenari, costituiscono un vincolo di progetto che ne ha determinato la composizione formale, aperta e flessibile.

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Il corpo a nord contiene gli spazi dedicati ai visitatori, in particolare la zona espositiva, un anfiteatro coperto, bar e servizi. Il corpo a sud, che si sviluppa longitudinalmente in direzione est–ovest, contiene la sala riunioni e gli uffici del Consiglio, serviti da un corridoio ventilato naturalmente e che si aprono verso l’esterno su una terrazza comune.

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UNA PELLE TOTALMENTE RIFLETTENTE

L’edificio è costituito da una ossatura in cemento armato, rivestita tramite una armatura in acciaio inossidabile che sostiene 2400 lastre a specchio, tagliate e montate in modo da seguire l’andamento sinuoso della pelle. Gli architetti pensano dunque a una facciata che rifletta totalmente la vegetazione immediatamente circostante, in accordo con le richieste della committenza. Il risultato è che l’edificio si smaterializza e quasi scompare, offrendo al visitatore una percezione caleidoscopica dell’ambiente circostante.

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SOSTENIBILITÀ

Diversi gli accorgimenti in tema di sostenibilità; tra questi, l’integrazione nella struttura di 104 pannelli solari per sostenere efficacemente il fabbisogno di energia elettrica, il sistema di raccolta e riuso dell’acqua piovana per irrigazione e usi non potabili, l’uso di lampade a basso consumo e di materiali efficienti e a ciclo di vita lungo.

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La conformazione dell’edificio unita alla presenza di griglie di areazione e ventilatori per controllare i flussi di aria, riduce la necessità di sistemi di condizionamento pur consentendo ai visitatori di sostare in un ambiente fresco e asciutto, a differenza di quello esterno tropicale, e dunque spesso caldo e umido.

Matilde Fagotto

Matilde Fagotto Architetto

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