- scritto da Silvia Corgiolu
- categoria Progetti
La rinascita di un vecchio rustico: una casa passiva con materiali naturali
Casa UD si trova a Chamois, il comune più alto della Valle d’Aosta e uno dei più alti d’Italia. È una casa passiva, non utilizza quindi alcuna forma di riscaldamento né condizionamento, mantenendo una temperatura ottimale sia in inverno sia in estate e regolando al meglio il tasso di umidità interna grazie all’utilizzo di materiali locali, in prevalenza tradizionali, e un orientamento favorevole per sfruttare luce e ventilazione naturale.
Il rustico, progettato dallo studio Tiziana Monterisi Architetto, ha recentemente ricevuto il Premio Sostenibilità 2017 nella categoria Edilizia Ristrutturazione/Restauro.
Casa UD: un antico rustico in chiave moderna
Il progetto recupera un rustico in pietra a secco del 1834. I 200 mq dell’abitato si dividono su tre livelli dando forma a spazi essenziali ma ben organizzati. Due ampi balconi attraversano la facciata della casa seguendo la traccia lasciata dalla struttura precedente. Un sistema di lamelle in legno innestata sulla struttura in acciaio dei balconi scherma le ampie vetrate. Queste grandi aperture si affacciano sulla vallata, proiettando il rassicurante ambiente interno verso il paesaggio montano circostante.
Nel rispetto del manufatto edilizio il criterio progettuale adottato è stato quello del minimo intervento, supportato da uno sguardo attento alla lettura morfologica del contesto territoriale e delle tipologie edilizie adiacenti. Il rustico si inserisce perfettamente nel paesaggio naturale e artificiale del piccolo borgo alpino, affiancando altre caratteristiche architetture locali in un perfetto dialogo tra modernità e tradizione. Proprio di questo si nutre l’intero progetto: riuscire a far vivere insieme il “vecchio” e il “nuovo”. In che modo? Innanzitutto attraverso l’accurata scelta dei materiali, prediligendo quelli appartenenti alla tradizione edilizia locale e, dove possibile, utilizzando quelli recuperati dalla demolizione del vecchio rudere: paglia, argilla, legno e pietra.
Materiali naturali e locali
La struttura portante di tetto e pareti è stata realizzata con telai prefabbricati di legno e paglia di riso, trasportati in cantiere con l’aiuto di un elicottero a causa della difficoltà dei mezzi tradizionali di raggiungere il sito. Per la messa in opera dei pannelli sono stati impiegati solo quattro giorni. La paglia di riso oltre alle sue caratteristiche di isolamento termico e acustico, garantisce una perfetta traspirabilità alle pareti, evitando la formazione di fenomeni di condensa superficiale e contribuendo a un ambiente accogliente e salubre. I pannelli prefabbricati sono stati poi completati con un intonaco in argilla e pitture derivanti da chimica vegetale. L’argilla è capace di scambiare grandi quantitativi di umidità con l’ambiente circostante, è un vero e proprio regolatore igrometrico: quando si ha un eccesso di umidità nell’aria, questa viene assorbita dal materiale che la restituirà quando l’aria circostante sarà secca. Per isolare il rustico contro terra è stato utilizzato il vetro cellulare.
Durante la fase di demolizione del rudere è stato possibile recuperare il legno dell’antico solaio. Il legno di larice è stato pulito, levigato, trattato con oli naturali e trasformato in complementi d’arredo: tavolo, piano dei lavabi, mensole. Anche le pietre costituenti la vecchia struttura sono state riutilizzate e ricomposte in facciata in modo tale da richiamare la trama originaria.
Anche nel design degli interni è stata perseguita questa ricercatezza. Accanto al larice, testimone di storie passate e anni lontani, trova posto il legno di rovere con cui sono stati creati gli armadi a muro, le porte e il parquet che nella zona notte rincorre tutta la parete fino ad occupare anche il soffitto. Una cura particolare anche nei dettagli: i tessuti di divani, cuscini e tendaggi sono realizzati in lino completamente naturale.
Una casa passiva
Isolamento termico e massa termica garantiscono un perfetto controllo microclimatico. La temperatura interna all’abitazione, infatti, si mantiene sempre mite e confortevole, variando dai 19° ai 21° anche nei mesi più freddi. Altro fattore rilevante è quello dell’esposizione, fondamentale in un sistema di tipo passivo. Le grandi vetrate esposte a sud permettono di accumulare luce e calore e assicurano una ventilazione naturale degli ambienti.
Per la produzione di energia elettrica, invece, viene utilizzato un impianto fotovoltaico, staccato dal corpo dell’edificio.
Il fabbisogno energetico della casa è inferiore a 15 kWh/mq/anno: casa UD è una casa passiva che accumula e produce più energia di quanta ne consumino i suoi abitanti. Per farlo non sfrutta combustibili fossili, non si serve di impianti di riscaldamento, non utilizza avanzate tecnologie. Materiali performanti, ecocompatibili e completamente naturali ne fanno una casa altamente efficiente, con un impatto davvero minimo per l’ambiente.
All’aspetto tecnico si aggiunge la sua doppia anima, moderna e tradizionale: due spiriti diversi che convivono nello stesso corpo architettonico.
- crediti fotografie © Tiziana Monterisi Architetto