Riba Stirling Prize 2013: un albergo moderno sulle rovine di un antico castello reale

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Il progetto di restauro del Castello di Astley si è aggiudicato lo Stirling Prize 2013. Il prestigioso premio di architettura, promosso dal RIBA (Royal Institute of British Architects), è caduto su un edificio storico, intervento simbolo di un approccio in cui l’architettura contemporanea si intreccia alla storia di un’eccezionale rovina del XII secolo. Il castello, divenuto un albergo moderno, è stato salvato dal suo ineluttabile destino nel 2007, quando l’associazione The Landmark Trust, in occasione del suo 40° anniversario, ha messo a disposizione del monumento risorse finanziarie e sociali per la sua rinascita. Gli architetti Witherford Watson Mann (WWM) hanno lavorato su un progetto audace e originale per salvare e proteggere l’eredità dell’antico castello.

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La giuria ha così commentato l’assegnazione dello Stirling Prize 2013 lanciato dal RIBA: “Il castello di Astley è una nuova partenza, sia per The Landmark Trust, ma anche nell’approccio alle costruzioni storiche che versano in stato di rovina. Siamo orgogliosi di un progetto che rappresenti un modo originale di far rivivere una rovina. Non un restauro tradizionale, né una giustapposizione brutalmente modernista, l’approccio del team WWM è assolutamente contemporaneo e allo stesso tempo in armonia con il castello medievale. Come risultato finale, un edificio storico che sembrava irrecuperabile e prossimo alla fine, ha avuto nuova vita”.

I progettisti Stephen Witherford e William Mann hanno sintetizzato il significato del progetto dell’albergo: “Astley dimostra che lavorare con l’edilizia storica non ha solo a che fare con riparazioni o reintegrazioni. Può essere un’occasione per re–inventare o re–immaginare, dando al monumento un valore maggiore di quello che aveva precedentemente. L’intervento consiste nel progetto di una dimora moderna in un involucro antico, conferendole un’atmosfera calda e accogliente e allontanando la sensazione di freddezza e durezza tipica di un’architettura fortificata.

L’architettura del nuovo è storicamente colta: non si distacca nè ignora la storia. Non si tratta di un esercizio intellettuale, ma di un esercizio sociale e di sensibilità. La gente risponde emozionalmente alla casa: facendo esperienza delle trasformazioni della dimora, riflette sulla continuità e sui cambiamenti delle nostre vite, delle generazioni o delle famiglie, delle amicizie o della stessa società…

Quello di Astley è un sito di grande complessità e rilevanza storica: un castello dotato di fossato, cancello d’ingresso, un guscio continuo murario ridotto in rovina, una chiesa, un blocco gotico, il tutto orchestrato sullo sfondo di un paesaggio suggestivo di grande potere. Più che di un castello vero e proprio, si tratta di una dimora fortificata in cui gli occupanti, a partire dall’era sassone, sono stati testimoni nel tempo di eventi importanti della storia nazionale. Fin dal XIII secolo, il sito è stato proprietà di tre differenti Regine d’Inghilterra. Anche gli stessi dintorni sono ricchi di storia, grazie alla vicinanza di antichi centri come Coventry e Warwick.

Il castello era sul punto di crollare completamente dopo il misterioso incendio che lo sventrò nel 1978. A nulla è valso un tradizionale progetto di restauro che ha tentato di salvarlo nel 1990, consolidandone le rovine e cercando nuove funzioni compatibili con la struttura: la questione era complessa sia sul piano tecnico che su quello finanziario. Erano necessarie misure drastiche. Così, dopo decadi di declino e abbandono, il concorso di architettura indetto dall’associazione The Landmark Trust, mirava a progettare appunto un landmark del XXI secolo, in cui uno stile abitativo inequivocabilmente contemporaneo fosse armonicamente compatibile con le rovine dell’antico castello: l’obiettivo era ottenere la migliore architettura moderna, dichiaratamente ma al contempo emozionalmente cucita in una fabbrica antica.

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Il progetto vincente conserva il genius loci del sito, permettendo al visitatore di godere di tutte le possibili visuali sia all’interno del castello che verso il paesaggio circostante. Dopo un attento studio materico delle componenti della struttura superstite, il team di progettisti ha scelto di eliminare le porzioni di muro che non potevano essere in nessun modo salvate nel nuovo albergo.

Mattone, cemento e legno sono i materiali di una architettura che si inserisce all’interno dell’antica cortina medievale, rioccupando finalmente lo spazio dell’antica dimora storica, mentre le due ali dei Tudor e dei Giacobini sono state risparmiate da interventi.
Le profonde lesioni delle mura storiche sono state conservate, in modo che gli spazi domestici siano oggi animati da squarci di luce sulle pareti in pietra e visuali sul paesaggio antico. La nuova struttura introdotta, in mattone contemporaneo e legno di rovere, lega tra loro le strutture superstiti della fabbrica originaria, attraverso tecniche minimamente invasive e lasciando la percezione del castello quasi immutata all’interno del contesto paesaggistico.

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L’intervento non si è limitato alla sola struttura architettonica: oltre a riparazioni puntuali sulla cortina muraria e sul fossato, il parco storico che circonda il sito, sottoposto a vincolo di tutela, è stato aperto al pubblico con percorsi e sentieri caratteristici. Il castello è oggi fruibile da chiunque voglia godere di brevi soggiorni, o da quanti siano interessati a visitare il castello ed il sito storico annesso.

Barbara Brunetti

Barbara Brunetti Architetto

Architetto e dottoranda in Restauro, viaggia tra la Puglia e la Romagna in bilico tra due passioni: la ricerca accademica e la libera professione. Nel tempo libero si dedica alla lettura, alla grafica 3d, e agli affetti più cari. Il suo sogno nel cassetto è costruire per sé una piccola casa green in cui vivere circondata dalla natura.