LEED Office Facility for Transition. Ecosostenibilità certificata LEED in Texas

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Nasce a Houston, in Texas, il primo nuovo edificio realizzato nell’arco degli ultimi 17 anni all’interno del complesso del Johnson Space Center della NASA. Si tratta del LEED Office Facility for Transition, conosciuto anche come LOFT e realizzato da HOK Architects in collaborazione con lo Studio di ingegneria civile e strutturale Walter P. Moore (entrambi Studi locali). 25.000 metri quadri, progettato per ospitare 500 addetti della NASA, il LOFT si è posto sin dall’inizio l’ambizioso obiettivo di ottenere la prestigiosa LEED Platinum Certification, e ha già conquistato un importante riconoscimento a livello nazionale: lo Houston Judges Award come Best Green building Project 2010.

In particolare, il progetto si candida al LEED Platinum in virtù dell’attenzione dedicata al riscaldamento solare dell’acqua, al condizionamento ad alta efficienza energetica, al riciclo della condensa generata dagli stessi impianti di condizionamento per l’irrigazione delle aree circostanti. Elevata, inoltre, è la percentuale di materiali edili riciclati, fra l’altro di provenienza locale e regionale, utilizzati per la realizzazione dell’Office Facility for Transition.

Al di là dell’indiscutibile rilevanza che il progetto assume rispetto ai criteri del costruire ecosostenibile, vale anche la pena segnalare come il cantiere stesso sia stato gestito sulla base dell’imperativo “massima produttività al minimo costo”. Infatti, i lavori sono stati completati rimanendo entro i tempi previsti e senza alcun aumento del budget. E questo nonostante l’esigenza imprescindibile di programmare le attività di cantiere adeguandole ai lanci di nuove missioni spaziali; momenti, questi, in cui è stato indispensabile interrompere i lavori per non alterare, con le escavazioni, le perforazioni e le altre attività sui suoli, la tabella di marcia delle operazioni aerospaziali, che durante il cantiere si sono svolte in diverse occasioni.

Se già queste limitazioni avrebbero potuto costituire un fattore di complicazione sotto il profilo del rispetto dei tempi di realizzazione, un’ulteriore difficoltà avrebbe potuto nascere dalla necessità di adeguare il cantiere alle normative LEED, piuttosto severe in materia di tempistiche. Il problema è stato efficacemente gestito e risolto mediante l’utilizzo di nuove metodologie di programmazione dei lavori e timing monitoring (building information modeling), che hanno aiutato non solo a stabilire all’inizio i tempi e le fasi di realizzazione, ma anche e soprattutto a modificarli strada facendo in base a tutti i fattori di interferenza che si sono manifestati rispetto al progetto previsionale, a causa delle attività così particolari che si svolgevano in prossimità dell’area del cantiere.

Considerando inoltre che il Johnson Space Center è il principale luogo di attuazione del programma aerospaziale statunitense, un altro aspetto di delicata gestione era quello della sicurezza degli uffici durante la costruzione del nuovo edificio. Il contractor, Satterfield & Pontikes, ha messo a punto in collaborazione con la NASA un programma pilota per consentire ai cittadini stranieri di lavorare sul posto per la prima volta nella storia dell’agenzia. Ci si è organizzati richiedendo al personale di rimanere all’interno del complesso durante il giorno, e facendolo accompagnare, all’arrivo e all’area parcheggi al termine della giornata lavorativa, da personale reclutato dall’appaltatore.

Un ulteriore sistema di controlli incrociati sulla sicurezza da parte dei due soggetti, Satterfield e NASA, ha dimostrato un alto livello di efficacia e ha da parte sua avuto un ruolo fondamentale nel garantire che l’iter cantieristico fosse condotto in porto senza alcuna complicazione sotto il profilo del security management and control.

Fonte | Texas Construction

Laura Montingelli

Laura Montingelli Laureata in Lettere moderne

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