L'installazione di Solano Benitez alla XV Biennale di Architettura

Lo scorso 27 novembre si è chiusa la XV Biennale di Architettura di Venezia, curata dall’architetto cileno Alejandro Aravena, registrando il 14% in più di visitatori rispetto all’edizione precedente. Abbiamo cercato di scoprire le ragioni di questo inaspettato successo, particolarmente positivo nella fascia dei giovani andando a visitare la mostra in occasione della Festa dell’Architetto organizzata dal CNAPPCche per la prima volta ha omaggiato i suoi iscritti con ingresso e guida gratuiti. Tra i lavori esposti spicca l'installazione dall’architetto paraguaiano Solano Benítez.

Il successo della XV edizione della Biennale di Architettura

In sei mesi la Mostra è stata vista dalla bellezza di 259.725 visitatori di cui il 45% sotto i 26 anni.

A questo successo probabilmente ha contribuito molto il progetto Biennale Sessions - dedicato alle Università, Accademie di Belle Arti, istituzioni di ricerca e formazione nel settore dell’architettura, delle arti visive e nei campi affini - poiché ha portato gruppi di studenti e docenti, registrando un incremento del 3% rispetto al 2014, con il primato delle università straniere (rappresentati tutti i continenti di cui 10 tedesche, 6 britanniche, 6 spagnole, 5 austriache e 5 svizzere) con l’80% di presenze, contro il 60% di quelle che giocavano in casa. Ben 6.615 studenti universitari provenienti da tutto il mondo hanno inserito la visita alla Biennale di Architettura 2016 all’interno del loro percorso formativo e considerato la Biennale un luogo di approfondimento e di ricerca. Insomma, una gran soddisfazione, come ha dichiarato il suo presidente Paolo Baratta:

"Siamo lieti dei risultati sia per quel che riguarda l’alta partecipazione del pubblico, sia per l’intensità dei numerosi momenti di colloquio, ricerca e dialogo internazionale sviluppati al suo interno. Che essa sia diventata il punto di riferimento più significativo per il mondo dell’architettura è ormai un’opinione diffusa. La mostra di Aravena sarà ricordata: ha costruito occasioni molto stimolanti di riflessione sulle possibilità della società civile di organizzare meglio lo spazio del proprio sviluppo nei centri e nelle periferie del mondo."

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Visitando la mostra abbiamo cercato di comprendere le ragioni di questo incremento di successo, diremmo un esito in controtendenza se comparato con il trend negativo del mondo delle costruzioni a livello globale e in particolare in Italia.

La Biennale di Venezia, sin dalla sua fondazione, è stata percepita come la vetrina di selezionati talenti di spicco da una Giuria di eccellenze, proprio per le loro proposte sicuramente originali, ma - a nostro avviso - non altrettanto accessibili ed economicamente sostenibili per i comuni mortali e, in ultima analisi, anche poco credibili dal punto di vista ecologico. Ma in questa ultima edizione il messaggio appare molto diverso: un concetto di architettura impegnata a risolvere - in modo più tecnico che frivolo - le sfide emergenti, insomma più concreta e attenta alle problematiche socio ambientali così come ci fa capire nel suo messaggio, l’architetto Alejandro Aravena (noto al grande pubblico per il suo progetto di abitazioni espansibili per contrastare l'abusivismo edilizio in Cile) in occasione della presentazione del titolo scelto per la kermesse “Reporting from the front”.

"La Biennale è stata coraggiosa nell’accettare molte delle nostre proposte e nel concederci la libertà necessaria per esprimerci e realizzare a pieno il nostro progetto. Quando in fase di allestimento ho visto la quantità di materiale espositivo che arrivava da ogni partecipante ho capito che la Mostra non era solo un modo di condividere conoscenza: stavamo costruendo un’esperienza. Il processo di apprendimento avviene prima di tutto a livello emotivo, ed è questo quello che una Mostra di Architettura può dare: emozioni che generano e diffondono conoscenza.
Il ruolo di noi architetti è quello di identificare le forze in gioco con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’ambiente costruito. Questa Mostra è stata spesso etichettata come
la Biennale dei poveri o la Biennale sociale. In realtà, il nostro intento non era quello di essere politicamente corretti ma di rimarcare che il ruolo dell’architettura è proprio quello di identificare le giuste domande e dare risposte concrete. Spero che questa Biennale Architettura sia riuscita a dare a tutti gli architetti nuovi strumenti per migliorare la qualità della vita delle persone."

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È firmata dal giornalista Christopher Hawthorne, per il quotidiano statunitense Los Angeles Times una delle più azzeccate recensioni straniere pubblicate a nostro avviso -  dalla Biennale:

"The 48-year-old Chilean architect Alejandro Aravena calls his dense, earnest and grassroots edition of the Venice Architecture Biennale (…) Reporting From the Front. The show collects work from a range of architects operating on the forward lines of what Aravena calls battles against inequality, crushing poverty and environmental crisis and puts it on display with the informality of a journalistic sketch.” 

("Il quarantottenne architetto cileno Alejandro Aravena ha definito la sua edizione della Biennale di Architettura di Venezia "Reporting From the Front", ricca, accorata, rivolta alla gente comune. L'esibizione raccoglie il lavoro di una serie di architetti che operano sulle linee avanzate di quelle che Aravena chiama battaglie contro la disuguaglianza, la schiacciante povertà e la crisi ambientale e le mette in mostra con l'informalità di una bozza giornalistica").

È in queste tematiche che si inserisce il lavoro presentato da Solano Benitez con la sua installazione frutto di una ricerca scientifica a supporto della costruzione di abitazioni d'emergenza.

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L'installazione di Solano Benitez alla Biennale

Segnaliamo l’installazione che, secondo il nostro parere, meglio ha interpretato il tema suggerito dal curatore. Si tratta di una struttura esposta nel Padiglione Centrale firmata dall’architetto paraguaiano Solano Benítez, titolare dello studio Gabinete de Arquitectura, che gli è valso il premio Leone d’oro della Biennale.

Se l’opera potrà sembrare banale agli addetti ai lavori, trattandosi di una volta a botte realizzata con una struttura reticolare in mattoni legati da cemento ad alta resistenza e presa rapida, non lo è per la tecnologia ideata, così come ha spiegato il suo stesso creatore in una video intervista che vi riportiamo.

In breve, egli sostiene che oggi l’architetto deve ritornare ad essere ricercatore nel senso scientifico del termine. La struttura è frutto della sua sperimentazione scientifica, per questo egli stesso si definisce un ricercatore di soluzioni costruttive realizzabili con i materiali più facilmente reperibili e con mano d’opera non qualificata proprio per risolvere l’emergenza di alloggi nella maggior parte del mondo, ma la struttura può assolvere a diverse funzioni.

Nel video girato all’interno del padiglione della Biennale attraverso le varie fasi del cantiere durato 6 giorni (di cui 1 solo per la presa del legante) si può apprezzare la semplice tecnica costruttiva della struttura, tralicci di mattoni e cemento non armato. La "volta" è realizzata con una centina in legno - anch’essa esposta nel padiglione - un modulo ripetuto 8 volte, la quale altro non è che un traliccio piano facilmente dimensionabile, conoscendo i carichi agenti, mediante il metodo della "sezione di Ritter". Ricordiamo che l’equazione di equilibrio delle forze concorrenti in uno dei nodi, o cerniera, ci permette di imporre la condizione del momento flettente nullo. Pertanto, nelle aste del traliccio le forze agenti sono sempre e solo assiali: di trazione o di compressione, a seconda dei carichi applicati.

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La Biennale di Venezia sarà ancora visitabile virtualmente grazie al rinnovo dell’accordo di collaborazione con Google per rendere disponibile integralmente sulla piattaforma Google Arts and Culture  e una selezione di Partecipazioni Nazionali ed Eventi Collaterali e sulla sezione “esposizione on-line” del sito istituzionale. 

Giovanna Barbaro

Giovanna Barbaro Architetto e Tecnologo

Deve il suo carattere cosmopolita a Venezia, dove si laureò in architettura (IUAV). Dal 2008 europrogettista nei settori green economy e clean tech. Nel 2017 ha realizzato uno dei suoi più importanti sogni: fondare Mobility-acess-pass (MAP), un'associazione no profit per la certificazione dei luoghi pubblici per le persone con disabilità motorie. Tra i suoi hobby preferiti: la fotografia e la scrittura