Da industria pesante a centro della moda: Milano riqualifica La Forgiatura

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Sorge a Milano, dalla riqualificazione del complesso immobiliare La Forgiatura, eccellenza del settore metallurgico Italiano e internazionale, il nuovo centro polifunzionale dedicato a moda e design. L’intervento che ha interessato l’ex industria, promosso da Pietro Guidobono Cavalchini e Stefano Sirolli, attraverso la società RealStep Property Management, e concepito dall’architetto Giuseppe Tortato, dello studio Milano Layout, ha visto un investimento complessivo di circa 50 milioni di euro ed è stato realizzato dall’impresa di costruzioni GDM SPA.

Il progetto: Il riutilizzo di un edificio industriale per nuove abitazioni

Alla presentazionel’Assessore all’Urbanistica e all’Edilizia Privata del Comune di Milano, Ada Lucia De Cesaris, ha così commentato: “Questo intervento è un esempio virtuoso di riqualificazione di un’ex area industriale che conferma la propria destinazione produttiva adeguandola a esperienze e attività innovative. Il contesto urbanistico viene valorizzato grazie ad un progetto rispettoso dell’ambiente e compatibile con le reali esigenze della città e del mercato del lavoro”.

IL PROGETTO

Il nuovo complesso sorge in via Varesina, nella zona nord ovest di Milano, sull’ex area dello storico complesso La Forgiatura, un’industria metallurgica per componenti di sottomarini e centrali elettriche, progressivamente dismessa a partire dalla crisi degli anni ‘70, fino alla definitiva chiusura.

“Un luogo così carico di storia e di ricordi – afferma l’architetto Tortato – non poteva certo sparire sotto le ruspe. E’ stato dunque naturale pensare al recupero delle sue strutture unendole alle forme spigolose dell’architettura contemporanea”.

Il progetto urbano prevede un nuovo polo attrattivo destinato al terziariocon spazi destinati alla moda e al design armoniosamente inseriti nel contesto locale, tra l’area industriale di Pero, l’aeroporto di Malpensa e il polo fieristico di Rho.

GLI EDIFICI

L’intervento ha visto la riqualificazione circa 15 mila metri quadri di edifici preesistenti (Edificio Ingresso, Meccanica, Forgia, Tempra, Tecnica, Palazzina Uffici) e l’edificazione dei 10 mila metri quadri dell’edificio Raimondi, cioè ben 7 edifici a vocazione direzionale e showroom.

La rigenerazione dell’ex area industriale comprende anche 2 parcheggi interrati, di due livelliciascuno per oltre 250 posti auto, e 8 mila mq di spazi verdi e percorsi comuni, una sorta di oasi urbana di colline artificiali che inglobano le strutture architettoniche.

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Il progetto condotto sull’ex industria ha previsto il recupero delle strutture reticolari di acciaio dell’epoca, certificate secondo la normativa in vigore; ogni edificio ha un’architettura e delle predisposizioni impiantistiche per un utilizzo “custom made”, secondo le diverse esigenze dell’utente finale.
I singoli edifici sono stati costruiti secondo standard di eccellenza e con una classe energetica B per l’intero complesso.

L’IMPORTANZA DEL VERDE TRA COLLINE ARTIFICIALI E GIARDINI

La natura incide per il 50% dell’intera superficie: oltre alle colline artificiali e alle numerose piante a protezione degli edifici dal rumore cittadino, tutti gli ambienti presentano giardini interni e tetti verdi per un utilizzo più riservato.

Ciò che subito colpisce sono le colline artificiali, che celano locali ed elementi tecnici, su cui s’innestano i volumi, orientati secondo gli allineamenti del lotto e connessi tra loro da percorsi diagonali. Con un’altezza da 1 a 8 metri, le colline mirano a dare movimento alla superficie dell’area e consentono l’accesso agli edifici da vari livelli.

La collina principale, dall’aspetto volutamente artificiale, geometrico, sfaccettato in triangoli e trapezi verdi, funge da elemento di mediazione tra il costruito e il tessuto urbano circostante, e si configura come punto di raccolta dell’acqua piovana per l’irrigazione del verde, mediante le fasce di corten lungo l’attacco a terra.

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I sistemi di irrigazione sono a goccia per la maggior parte della vegetazione e a pioggia per le superfici a prato. Trattasi, dunque, di veri e propri tetti verdi, che celano al di sotto una cupola nervata a copertura di 2500 mq destinati a sale congressi, reception, spazi espositivi. La vegetazione è prevalentemente arbustiva sia per le aree a terra piena, sia per i sistemi pensili: sono stati impiantati principalmente bambù, cornus e ortensie, mentre la collina è trattata con un sistema di biostuoie preinverdite con Hedera helix “Woerner”.

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INNOVAZIONE TECNOLOGICA, OTTIMIZZAZIONE DEI CONSUMI E SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

Il progetto “La Forgiatura” non dimentica il risparmio e l’uso di energie rinnovabili; oltre al già citato sistema di recupero dell’acqua piovana, esso si avvale di 200 mq di coperture vetrate, disposte lungo i percorsi nel verde, a cui sono integrate celle fotovoltaiche che alimentano l’impianto di irrigazione e di illuminazione esterna. Sempre in un’ottica di risparmio energetico il progetto propone di illuminare con la tecnologia led.

Il vero fulcro del progetto, però, è l’impianto a fonte idrotermica (geotermia povera) carbon free, che sfrutta l’acqua di falda per la climatizzazione degli ambienti mediante pompe di calore ad alto rendimento. In estate il calore, sviluppato dalle macchine per il condizionamento, è ceduto all’acqua prelevata appositamente dalla falda mediante pozzi, dotati di pompe sommerse, per poi essere re– immessa in falda tramite pozzi di resa. In inverno la stessa acqua è utilizzata per assorbire calore da cedere agli ambienti con uno scambio di calore analogo ma di segno opposto.

Tutti gli impianti sono collocati al di sotto delle colline artificiali e ispezionabili (tramite un tunnel sotterraneo per i sottoservizi che collega tutti gli edifici), in modo che nessun lavoro di manutenzione sia effettuato in superficie.

LE FACCIATE

Tutti gli edifici del complesso sono caratterizzati da un’attenta ricerca sull’involucro, in particolare su come le superfici trasparenti possano entrare in relazione con la vegetazione e favorire un giusto apporto di luce naturale all’interno.
L’edificio principale, di 8 piani fuori terra, è caratterizzato da ampie superfici vetrate protette dal frangisole fissi in alluminio, aerati naturalmente mediante aperture a sporgere con movimentazione elettrica.

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Gli edifici recuperati vedono il mantenimento delle strutture esistenti in acciaio, a cui sono integrate facciate realizzate con il sistema a montanti e traversi e superfici apribili a scomparsa; parte delle preesistenti strutture edili è sostituita da facciate di tipo semistrutturale.
Queste soluzioni non solo danno vita a forme più dinamiche e leggere, ma rendono anche gli ambienti particolarmente luminosi.

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“Per questo progetto – ha concluso l’Arch. Giuseppe Tortato dello studio Milano Layout – che si propone come modello di rigenerazione urbana non violenta con una forte integrazione tra elementi architettonici e paesaggistici, abbiamo adottato una concezione inusuale degli elementi naturali, quali la terra e la luce, utilizzandoli quasi fossero “materiale da costruzione”, come i mattoni o l’acciaio delle strutture. L’approccio progettuale è stato sviluppato secondo criteri di sostenibilità ambientale, con un articolato percorso di analisi e pianificazione attento alle prestazioni energetiche, termiche, illuminotecniche ed acustiche, mirato al raggiungimento di alti livelli di comfort ambientale ed all’abbattimento dei consumi legati alla climatizzazione ed all’illuminazione artificiale. Alla fine del cantiere, la soddisfazione professionale ed umana più grande è stato l’apprezzamento comunicatoci da chi abita o già lavora in questa zona di Milano”.

Un progetto, quello de “La Forgiatura”, in cui si apprezzano innovazione tecnologica, flessibilità, cura degli spazi e attenzione all’efficienza energetica e in cui il nuovo sposa in maniera eccellente il recupero di un passato produttivo ormai sopito, restituendogli vigore e donandogli nuove prospettive per il futuro.

Marina Block

Marina Block Laureanda in Architettura

Amante dei gatti, zen e folle; un haiku nato a Napoli, sempre in compagnia di un buon libro e di un pacchetto di caramelle gommose. Affetta dal male incurabile del sognare, sa che se dovesse fallire come architetto, non si perderà d’animo: alle persone, invece che luoghi sicuri, regalerà storie fantastiche in cui rifugiarsi.