- scritto da Laura Pavia
- categoria Progetti
Un grattacielo di serre di mangrovie per contribuire alla soluzione della crisi idrica mondiale
Il binomio grattacielo–campagna potrebbe apparire alquanto insolito, soprattutto in relazione al problema della crisi idrica mondiale. Eppure, ribaltando i punti di vista con cui si è soliti osservare la realtà, è possibile imbattersi involontariamente in intuizioni che possono rappresentare parziali soluzioni a problemi di enorme portata, come quello della mancanza di acqua dolce che, secondo le stime del WWC (World Water Council), potrebbe
colpire la metà della popolazione del pianeta già a partire dal 2030.
LA SKYSCRAPER COMPETITION
Un gruppo di architetti francesi dello studio DCA – Design Crew for Architecture di Nicolas Chausson, Gaël Desveaux, Jiao Yang Huang, Thomas Jullien, in occasione del concorso di progettazione “eVolo 2010 – Skyscraper Competition”, ha tentato di giungere ad una nuova ed originale definizione del tipo edilizio del grattacielo attraverso l’introduzione di nuovi programmi funzionali. Gli architetti del DCA hanno intuito che, partendo dalla ricerca di uno spazio diverso da quello urbano, cui per definizione i grattacieli appartengono, avrebbero trovato l’idea che cercavano. Il visionario progetto, che è valso al gruppo una delle menzioni speciali del concorso, si chiama Freshwater Factory Skyscraper, un grattacielo di serre di mangrovie che genera acqua dolce, posto tra il mare e la campagna delle terre di Almeria, in Spagna.
IL PROBLEMA DELLA RIDUZIONE DELLE RISORSE IDRICHE
Quando il gruppo DCA ha scelto di inserire il proprio progetto nel paesaggio, e dunque nella campagna, lo ha fatto a partire dalla riflessione su un problema molto attuale, quello della progressiva riduzione delle risorse idriche del pianeta. Il consumo globale di acqua, infatti, è in continua crescita e i segnali che la natura ci invia non sono da sottovalutare. Inoltre, diventa sempre più serrata la competizione tra città, agricoltura e industria sulle acque disponibili: l’acqua dolce che viene prelevata dalle falde e dai fiumi per il consumo umano finisce per il 70% in usi irrigui e agricoli, per il 20% in usi industriali e per il 10% in usi residenziali.
Le risposte alla scarsità d’acqua, però, sinora sono state poco orientate al risparmio e al riciclaggio e volte, invece, alla realizzazione di progetti idrici dalle dimensioni gigantesche, come dighe e deviazioni di fiumi, che stanno provocando devastazioni ambientali e ingenti danni umani e sociali, aggravati da alluvioni, siccità e altri effetti dei cambiamenti climatici, che hanno colpito anche zone tradizionalmente non soggette, oggi drammaticamente sotto gli occhi di tutti.
La crisi dell’acqua è dunque una grande emergenza del nostro immediato futuro ed è’ necessario porsi in relazione con questo elemento in modo completamente nuovo: DCA lo fa dando una risposta alla sviluppo sostenibile della campagna per mezzo di un edificio totalmente nuovo.
IL LUOGO: LA REGIONE PIU’ SECCA D’EUROPA
E’ un concetto futuristico, ma anche economico e sostenibile, quello che anima il progetto della Freshwater Factory, ossia l’idea di produrre naturalmente acqua dolce per l’irrigazione dei campi. E’ infatti concepita per essere costruita nella provincia di Almeria, situata nell’area sud–est della Spagna, lungo la costa mediterranea, considerata la regione più secca di tutta l’Europa con una temperatura media annuale di circa 19 gradi. Fino a circa quarant’anni fa zona desertica e disabitata a causa della forte emigrazione della popolazione, oggi tale area si presenta come uno dei maggiori bacini serricoli europei.
Le serre coprono più del 90% del suolo della provincia, motivo per cui questa zona è soprannominata “il mare di plastica”. Tuttavia, i circa 30.000 ettari di terra coltivata, oltre al notevole impatto ambientale causato dall’impiego massiccio di teli di plastica, il cui rinnovo è previsto ogni 2–3 anni, con conseguenti problemi di riciclo del materiale di rifiuto, richiedono circa 180 bilioni di litri di acqua dolce all’anno per l’irrigazione dei campi.
Il clima soleggiato e arido, la scarsità di acqua dolce e la sua collocazione a ridosso del mare, sono stati gli elementi che hanno portato il gruppo DCA a ubicare in Almeria la propria proposta progettuale, che si presenta come caso studio di una torre pensata per produrre acqua dolce per l’irrigazione delle terre coltivate poste ai suoi piedi, ma che può essere applicata ovunque, poiché la torre è adatta per le regioni climatiche aride e soleggiate di tutto il mondo aventi le stesse caratteristiche.
IL PROGETTO DELLA FRESHWATER FACTORY
La Freshwater Factory si presenta come una suggestiva sequenza verticale di serre sferiche trasparenti, quasi fossero bolle di sapone, che si stagliano contro l’azzurro del cielo e che a partire da quelle alloggiate nel mare e nel terreno, si sostengono le une con le altre, risalendo la struttura del grattacielo per un’altezza di 280 metri. Tale struttura è costituita da pali in cemento, progettati con dimensioni maggiori di quelli dei comuni grattacieli per poter ospitare le tubazioni dell’acqua e gli elementi di distribuzione verticale, e da piani a forma di vasche circolari, che fungono da rinforzo orizzontale e consentono di occupare poco spazio a livello di terreno.
Le serre
Le serre, invece, si ispirano nella loro geometria alla cupola geodetica Climatron, costruita nel 1960 nel Missouri Botanical Garden (S. Louis, Missouri), e sono assemblate a partire da strutture a forma di bolla, aventi la funzione di desalinizzare l’acqua salmastra del Mar Mediterraneo per trasformarla in acqua dolce.
Le serre del grattacielo sono strutture indipendenti autoportanti: realizzate in metallo leggero, esse non utilizzano la struttura in calcestruzzo per il loro supporto, ma si autosostengono grazie alla duplice presenza di un’orditura primaria (anelli grandi) che resiste a trazione e di un’orditura secondaria (anelli piccoli) che resiste a compressione, rivestite da una “pelle” in plastica trasparente. Le serre avvolgono a loro volta le vasche circolari agganciate ai pali, piene di acqua salmastra, spinta verso l’alto per mezzo di pompe alimentate dall’energia delle maree e distribuita in tutte le vasche per mezzo della rete di tubi che scorre all’interno degli stessi pali.
Gli alberi di mangrovia
Nelle vasche sono piantate alberi di mangrovia, che crescono in acqua salmastra nelle regioni tropicali, dove l’acqua dolce dei fiumi incontra l’acqua marina. Le mangrovie sono tra le poche piante terrestri capaci di tollerare l’elevata salinità del mare aperto e di trasudare acqua dolce: il sale assorbito dalle radici, infatti, viene allontanato mediante la linfa e depositato nelle foglie più vecchie che presto si staccano dall’albero, mentre le foglie più giovani trasudano acqua dolce che evapora all’interno delle serre sferiche.
Grazie al fenomeno dell’escursione termica, di notte il vapore condensa in rugiada e si accumula sulla parete sferica in plastica della serra: l’acqua dolce così generata confluisce nei serbatoi di raccolta, posti al di sotto delle vasche d’acqua salmastra e, per caduta gravitazionale, si distribuisce direttamente ai terreni da irrigare.
Le serre del grattacielo sviluppano una superficie complessiva di un ettaro per la coltivazione delle mangrovie, che consente di produrre circa 30.000 litri di acqua dolce al giorno, una quantità sufficiente, per esempio, per l’irrigazione giornaliera di un ettaro di terreno destinato alla coltivazione di pomodori.
La Freshwater Factory si configura, dunque, come un gigantesco impianto di fitodepurazione e di biodesalinizzazione delle acque salmastre attraverso il processo di evapotraspirazione foliare, e, soprattutto, come nuova icona del paesaggio agricolo contemporaneo.
Foto | eVolo, DCA – Design Crew for Architecture