I contratti delle ESCo: Energy Performance Contracts per la riqualificazione energetica

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Le ESCo sono società di servizi energetici, da poco presenti anche in Italia, che si occupano della riqualificazione degli edifici. Per poter usufruire di questi benefici l’acquirente deve sottoscrivere un contratto. Entrando nel dettaglio di questi meccanismi si capisce il motivo per il quale i clienti (almeno quelli italiani) diffidano

da questo sistema. Non è facile, infatti, districarsi tra i contratti delle ESCo se non si ha buona padronanza della materia.

Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.

LE DIFFERENZE…
I nuovi contratti sono chiamati EPC
(Energy Performance Contracts) e sono molto diversi dalle prime convenzioni che venivano formalizzate negli anni ’80 e ’90.

I VECCHI CONTRATTI
Nei primi anni ’80, infatti, venne proposto dai fornitori di gas il cosiddetto “Servizio Calore” che comprendeva interventi di miglioramento dell’impianto di riscaldamento e condizionamento, il finanziamento degli interventi con il meccanismo dell’ FTT (finanziamento tramite terzi) e la gestione pluriennale in cambio del pagamento di un canone forfettario. Dopo il “Servizio Calore” si sviluppa il “Servizio Energia” che analogamente propone il risparmio energetico e garantisce gli standard di comfort negli edifici rispettando le nuove norme riguardanti l’uso razionale dell’energia e la sicurezza degli impianti. Entrambi i servizi, però, escludevano la responsabilità tecnica delle società in caso di rottura degli impianti.

I NUOVI CONTRATTI, OVVERO GLI ENERGY PERFORMANCE CONTRACTS (EPC)
I contratti di tipo innovativo proposti dalla nuova generazione di società ESCo sono di tre diverse tipologie:

Shared savings

E’ una delle più diffuse. La società fornisce il capitale con i propri fondi o tramite FTT (finanziamento tramite terzi) accordandosi con i partner sui proventi del risparmio. Il contratto ha una durata maggiore (da 5 a 10 anni) perché solo una parte del risparmio ottenuto con l’intervento contribuisce al recupero dell’investimento. Manutenzione e gestione sono a carico della ESCo e alla fine del contratto la proprietà degli impianti passa al cliente.

First Out
In questo caso tutti i risparmi recuperati con la maggiore efficienza dell’impianto vengono utilizzati per ripagare l’investimento iniziale e i suoi interessi. E’ interessante notare che in questo tipo di contratto c’è un alto rischio per le società perché se gli interventi sono stati sbagliati e non si ottiene il risparmio voluto è la stessa società ESCo a pagare gli istituti finanziari, viceversa guadagnerebbe un surplus qualora l’intervento sia al di sopra delle aspettative.

Guaranteed savings

Il soggetto che finanzia l’operazione è un soggetto terzo con cui il cliente sottoscrive un prestito, la ESCo è tenuta a garantire un livello di rendimento fissato per il quale percepisce un compenso. Quindi il rischio finanziario è del cliente, quello tecnico della ESCo che paga la differenza al cliente nel caso in cui l’intervento non risultasse adeguato.

Inoltre c’è molta differenza tra quei contratti che prevedono costi fissi delle fonti energetiche da utilizzare e quelli che invece tengono conto dell’andamento dei prezzi sul mercato, oppure altri che possono fare ricorso a materie prime più convenienti. Risulta quindi necessario fare preventivamente un’attenta analisi dei consumi e delle esigenze del cliente perché una scelta sbagliata in fase contrattuale potrebbe ridurre il risparmio energetico ed annullare la convenienza dell’intervento.

Fonti | Fire Italia | Autorità Energia | Esco Italia | Enea

Antonino Puccio

Antonino Puccio Architetto

Siciliano, fondatore del giovane studio Nau Architetti con cui si dedica ai temi della sostenibilità e del risparmio energetico. Adora l’high tech e le nuove tecnologie ed è un grande appassionato di Grafica e Design.