La “Chiesa Diruta”: il concorso di idee per trasformarla in centro concerti

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Diruta, ovvero abbattuta, diroccata: aggettivo riferibile ad architetture, edifici o mura difensive che a causa di agenti atmosferici, catastrofi naturali o bombardamenti versano in condizioni critiche ma suggestive. La vegetazione prende il sopravvento e le rovine riposano in uno scenario malinconico e silente. Appellativo più che calzante la “Chiesa Diruta”, per un piccolo rudere religioso a Grottole, borgo a 30 km da Matera, caparbiamente sopravvissuto a terremoti e crolli, oggetto del concorso di idee indetto per studenti, artisti e architetti.

La competizione di idee “Reuse the fallen church - una sala per concerti nelle rovine della chiesa Diruta a Grottole (Matera)” è indetta da Re-Use Italy, associazione che opera sul territorio italiano per recuperare il patrimonio architettonico e culturale in collaborazione con istituzioni, enti locali e artisti di tutto il mondo.

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I participanti sono chiamati a “trasformare le rovine dell'importante costruzione ecclesiastica in un centro per concerti. L'obiettivo è realizzare un polo culturale all'interno della chiesa in grado di ridare vita all'antica costruzione, mantenendone il fascino storico e culturale.” Scoperta al cielo perché priva di cupola, fragile nella sua incompiutezza ma, al contempo, altera nella sua mole, sorprende i visitatori per la bellezza decadente delle antiche costruzioni e delle rovine superstiti. Visibile dalla basentana, vi si accede tramite una lunga scalinata in pietra e si affaccia su un panorama di terreni brulli e uliveti.

Le eleganti installazioni di Tresoldi con le griglie metalliche sulla Basilica di Siponto, i giardini effimeri nei chiostri della Certosa di Padula realizzati da paesaggisti internazionali, ma anche i romkocsma di Budapest, cantine e pub in edifici abbandonati, sono esempi di progetti che hanno dato vita ad architetture dismesse o sottovalutate. Mostre, opere teatrali e concerti dal vivo, nella quiete impagabile del paesino lucano, possono essere inscenati tra i ruderi della chiesetta, offrendo nuove opportunità per giovani e una ritrovata identità culturale per la comunità locale. Non importa che d'inverno il pavimento sia bagnato e d'estate ricoperto da manto erboso. Tra i poderosi resti non è difficile immaginare l'atmosfera magica che eventi e manifestazioni culturali, seppur temporanei, possono creare, vivacizzando e rendendo noti ad un pubblico internazionale la chiesa e il borgo intero.

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La storia della "Chiesa Diruta" di Grottole

Grottole conta 2100 abitanti e si sviluppa sulle cime delle colline lucane, raggiungibile dalla via Appia, un tempo crocevia militare e commerciale di collegamento tra Roma e Brindisi. Il nome evoca le “grotticelle”, locali ancora visibili lungo le pendici del paese e utilizzati dagli artigiani per plasmare dall’argilla vasi e brocche. Il centro storico, con i vicoli stretti, la Chiesa madre e di San Rocco, è popolato da 300 abitanti (di cui il 60% è over 70) con 626 case abbandonate. Poco lontano la torre centrale del Castello longobardo e la Torre Altojanni testimoniano l'origine medioevale di una cittadella nei pressi di Grottole.

La “Chiesa Diruta”, oggetto del concorso di idee, fu originariamente intitolata ai SS. Luca e Giuliano, patroni del borgo fino al 1815. Alta 39 m e larga 20 m, fu costruita a partire dai primi anni del 1500, con funzioni religiose già nel 1508. Fondamenta, impianto a croce romana e mura perimetrali risalgono al periodo più antico, mentre una successiva fase costruttiva è documentata dalla data 1595 riportata sull'architrave del portale principale realizzato da Giulio Carrara della Padula con lo stemma del Comune e le sculture in pietra dell'Eterno Padre e dei quattro evangelisti. Alla fine del Seicento fu danneggiata da un terremoto e subì ulteriori crolli negli anni successivi, fronteggiati con spese ingenti, ma poi i lavori furono nuovamente sospesi a causa di una lesione longitudinale, tanto grave da far temere il crollo della navata centrale. Definitivamente abbandonata alla fine del settecento, prese il nome volgare “Chiesa Diruta”. Nel 1985 furono eseguiti altri lavori di restauro, ma non terminati e utili a renderla agibile. E' arrivata ai nostri giorni senza copertura e con le facciate diroccate, non accessibile al suo interno.

La configurazione strutturale mostra la potenza e semplicità dell'architettura cinquecentesca, visibile sopratutto da una veduta aerea: impianto a croce latina con abside poligonale e un'unica navata centrale delimitata sui due lati da tre nicchioni con arco a tutto sesto, che si innesta nel transetto attraverso un ampio portale. Le buche pontaie punteggiano le facciate, le murature su cui cresce l'erba selvatica e il portale centrale, maestosa cornice al paesaggio antistante, ricordano l'incompiutezza e il tragico destino di altre rovine abbandonate, dai templi pagani di Selinunte all'abbazia cistercense di San Galgano. Al di là di un turismo di nicchia e degli abitanti locali, la chiesetta rimane un gioiello ignoto, la cui porta maggiore si ammira da via Garibaldi, la torre campanaria con lo stemma nobiliare dei Del Balzo-Orsini e quell'occhio aperto verso il cielo e le stelle.

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Il concorso bandito da Re-Use Italy per il recupero della Chiesa

I partecipanti dovranno immaginare l'intera chiesa come una nuova sala da concerto, spazio dedicato agli eventi teatrali e musicali. La struttura dovrà ospitare uno o più spazi auditorium, adatti a conferenze, incontri, concerti e performance d'arte, utilizzabili sia in estate che in inverno, in un progetto concepito per dare la percezione dello spazio della chiesa a diverse altezze. Nel programma dovranno essere individuati inoltre: uno spazio scenico (per almeno 5 persone) e uno spazio dietro le quinte, camerini, area bar dedicata al pubblico, spazio reception / box uffici, spazio gift-shop, un deposito, servizi igienici per pubblico e musicisti, un ufficio per l'amministrazione.

La scadenza delle consegne è fissata al 12 di marzo, il montepremi 4000 euro. I partecipanti dovranno inviare una tavola A1 partendo dal modello BIM realizzato in Archicad. Tutti i progetti inviati verranno esposti in una mostra a Grottole in programma nell' aprile 2021 e i vincitori verranno invitati a presentare il progetto alla cittadinanza.

Il concorso è promosso da una partnership con ArchDaily, KooZA/rch, Graphisoft, ed è supportato dal comune di Grottole (Matera), FAI Basilicata, MIBACT, Matera Art Film Festival, ANCI Basilicata, Associazione Borghi Autentici d’Italia, Ordine degli Architetti P.P.C. della provincia di Matera.

La giuria internazionale è composta da: Adam Nathaniel Furman, Emanuele Fidone, Assemble Architects, Diego Hernandez (ArchDaily), Simone Bossi, Graca Correia & Roberto Ragazzi (Correia Ragazzi Arquitectos), Andrea Paoletti (Wonder Grottole), Wenqiang Han (Archstudio), Eric de Broche des Combes (Luxigon), Jaume Mayol & Irene Pérez (TEd’A arquitectes).

 

La missione di valorizzare i piccoli borghi italiani

Se nelle grandi metropoli contemporanee il mercato immobiliare si ingegna con strategie di domanda/offerta per ottenere un intollerabile innalzamento del costo a metro quadro e imperversa la speculazione edilizia, in tantissimi borghi italiani si assiste ad un esponenziale spopolamento e abbandono di immobili. In particolare, nel sud Italia, i giovani si spostano verso i capoluoghi secondo un modello tradizionale consolidato di ricerca, prima universitaria e poi lavorativa, dall'altro si assiste ad un' innalzamento dell'età dei residenti rimasti isolati e ad un inevitabile deperimento del patrimonio culturale tradizionale. Per contrastare questa tendenza, aggravata della crisi globale, esistono lodevoli iniziative come Wonder Grottole volte alla rivalutazione del piccolo paese, per rendere globale il locale e valorizzare le bellezze del territorio secondo nuovi modelli nati dal basso.

Wondergrottole, l'Italian sabbatical e lo smart working

Wonder Grottole è un progetto culturale nato nel 2017 il cui obiettivo è rifunzionalizzare il centro storico attraverso il recupero delle case abbandonate e l'insediamento di nuove comunità. L'iniziativa prevede la trasformazione di alcuni immobili vuoti in spazi di ospitalità e comunità, e dal recupero di terreni in disuso nelle campagne circostanti. Nel gennaio 2019 è stato promosso il progetto “Italian Sabbatical”, in collaborazione con Airbnb, che ha offerto la possibilità a 5 volontari di vivere tre mesi nel borgo per il progetto di rilancio del centro storico. Hanno imparato la cultura italiana da alcuni maestri locali con corsi di cucina, orto, lingua italiana e apicoltura. Straordinaria la risonanza e risposta alla call promossa da Wonder Grottole: 280.000 candidature in un mese, oltre 1500 articoli su stampa internazionali e tantissime condivisioni social. Progetti pilota, workshop tematici per turisti provenienti da tutto il mondo, smart working in piccoli comuni italiani: questo sembra il futuro per la ripopolazione dei nostri centri storici, conveniente per le città sovraffollate e per un ritorno a stili di vita sostenibili. Non soltanto a Grottole ma in tutta Italia sindaci e associazioni si stanno mobilitando per offrire servizi e agevolazioni fiscali, invitando lavoratori e studenti di tutto il mondo non solo a contemplare ma a vivere temporaneamente le bellezze italiane. Riflettendo sul pensiero di Panofsky secondo cui “il futuro è costruito dai frammenti del passato” è fondamentale che la ripartenza avvenga puntando sul nostro territorio.

Elisa Stellacci

Elisa Stellacci Architetto

Di origine barese e studi ferraresi, si occupa di architettura e grafica a Berlino. Lavora in uno studio di paesaggio, adora le ombre, concertini indie-rock e illustrazioni per bimbi. Volubile e curiosa, si perde nei dettagli e divide non equamente il tempo tra lavoro, amici e passioni.