- scritto da Giulia Azzini
- categoria Progetti
Centri commerciali: energivori o sostenibili?
Nelle giornate piovose e nei fine settimana, oltre che durante le feste natalizie, moltissime persone si riversano nei centri commerciali per acquistare, consumare pasti, comprare regali o semplicemente trascorrere del tempo.
Al di là delle molte considerazioni possibili da fare sull’opportunità di trascorrere tante ore in questi centri, sulla corsa all’acquisto eccessivo e sulle modalità e gli orari di apertura di queste strutture, è il caso di soffermarsi a valutare l’impatto energetico e ambientale che i centri commerciali hanno sul territorio.
Energivori o sostenibili: alcuni dati sui centri commerciali
Dal RAEE, Rapporto Annuale sull’Efficienza Energetica in Italia, redatto da ENEA nel 2017 si evince che i consumi energetici degli edifici non residenziali quali i centri commerciali sono aumentati quasi del 5% dal 2014. Inoltre nel periodo 1990-2015 il consumo totale del settore è raddoppiato, nonostante la crisi economica che ha colpito il Paese negli ultimi anni.
Le fonti energetiche che soddisfano il fabbisogno dei centri commerciali sono costituite per oltre il 50% da energia elettrica e per il 40% da gas naturale.
Gli edifici che ospitano i moderni centri commerciali sono da ritenersi dunque energivori, in quanto hanno un dispendio energetico enorme in termini di riscaldamento invernale, climatizzazione estiva e illuminazione. Basti pensare alle temperature spesso esagerate che si hanno nei negozi dei grandi centri commerciali nel periodo invernale, alla “necessità” di mercato di avere le porte rigorosamente sempre aperte e alle temperature invece eccessivamente basse che vi si ritrovano nel periodo estivo.
Se si uniscono questi dati energetici al numero di centri commerciali presenti sul territorio si può ben capire quanto essi siano poco sostenibili e quindi quanto possa essere importante un intervento anche minimo in termini di efficienza energetica: si stima infatti che 165 milioni di metri quadrati in Europa siano occupati da centri commerciali, 93 mila dei quali realizzati in Italia nei primi sei mesi del 2016. L’Italia occupa il quarto posto nella classifica complessiva dei paesi europei (fonte: European Shopping Centre Development Report).
Alcuni buoni esempi di centri commerciali sostenibili
Nel panorama fin qui descritto, in cui i centri commerciali si attestano come complessi edilizi sostanzialmente energivori e poco sostenibili, si distinguono alcune strutture di nuova costruzione virtuose che hanno visto progettisti e committenti porre attenzione alla tematica ambientale sia in fase progettale che di realizzazione.
Un esempio è il nuovo centro commerciale Adigeo di Verona, costruito su un'ex area industriale: ha superficie di oltre 70 milamq e ha ottenuto la certificazione LEED Gold con un sistema di climatizzazione a 16 unità di trattamento aria per una portata di 500mila mc/h.
Anche Elnos Shopping a Brescia Roncadelle, che ha inglobato al suo interno il precedente IKEA, che garantisce comfort termico mediante 6 pompe di calore reversibili, 10 unità di trattamento aria per una portata complessiva di 250mila mc/h.
In entrambi i casi gli impianti tecnologici citati sono in classe A di efficienza energetica.
Nuova tendenza di questi mega negozi è il collegamento di tutti gli impianti tecnologici ad un BMS, Building Management System, in grado di garantire il perfetto controllo e la massima efficienza.
L’aspetto riguardante la climatizzazione invernale ed estiva di questi centri commerciali è solo uno dei tanti aspetti che andrebbero considerati nella progettazione e realizzazione di tali strutture. Da valutare attentamente sono anche per esempio la gestione dei rifiuti, della mobilità interna al centro stesso, i consumi idrici e il fabbisogno energetico dovuto all’illuminazione.