Il restauro paesaggistico più grande del Mediterraneo vince il premio Rosa Barba 2012

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Il 29 settembre a Barcellona si è conclusa con successo la VII edizione della Biennale Europea del Paesaggio che ha venduto tutti i posti disponibili diversi giorni prima della sua inaugurazione. Gli organizzatori hanno registrato la presenza di ben 750 ospiti –provenienti da tutto il mondo– per assistere alle tre intense giornate di convegni incentrate sul ruolo della professione in generale, e in particolare la presentazione dei sette progetti finalisti

–scelti tra 352 pervenuti– e in fine l’assegnazione del premio europeo al migliore intervento paesaggistico realizzato nel mondo negli ultimi quattro anni.

IL PROGETTO VINCITORE

La Giuria internazionale ha concesso il premio europeo « Rosa Barba» al Restauro paesaggistico del paraggio Tudela–Culip realizzato a nord del parco naturale di Cap di Creus nella Catalogna, una delle regioni più ricche d’Europa dove l’industria turistica gioca un ruolo fondamentale nell’economia iberica. In questo luogo, geologicamente uno dei più spettacolari della costa catalana –grazie alla singolarità delle forme antropomorfe delle sue rocce– fu costruito nel 1961 un orrendo e devastante complesso turistico in piena epoca franchista: il Club Med. Possiamo comparare le foto della situazione “prima” e“dopo” dell’enorme intervento paesaggistico premiato, mentre il video è utilissimo per apprezzare la reale portata delle opere di demolizione, movimento di terre e ripristino della vegetazione; operazioni impensabili in realtà piuttosto conservatrici o legate a logiche speculative che glorificano la cementificazione a tutti i costi.

Dopo la chiusura del Club Med, le istituzioni pubbliche locali vollero cancellare il più possibile le tracce lasciate da un’urbanizzazione turistica irriverente –già all’epoca– incaricando un progetto di notevole portata, il quale fu condotto a termine da un gruppo multidisciplinare costituito da ben 45 professionisti e da più di 100 maestranze. Gli autori, Martí Franch e Ton Ardèvol – due architetti catalani– hanno giocato in casa ed hanno vinto gloriosamente la VII Biennale del Paesaggio. La Giuria ha definito il loro progetto un «esempio di restauro creativo della natura. Attraverso opere di basso costo, propone maniere di coreografare la cultura e la natura con un approccio innovativo, il quale ha l’ambizione di trasformare il turista in esploratore e di ridurre la distanza tra paesaggio e persone.» Il premio –come hanno esternato ufficialmente gli stessi progettisti– ha riconosciuto una filosofia progettuale molto coraggiosa, purtroppo ancora poco compresa dall’opinione pubblica. Recentemente, anche l’Associazione Americana di Architetti Paesaggisti (ASLA) ha riconosciuto questo stesso progetto di restauro paesaggistico come uno dei migliori a livello mondiale, e soprattutto come l’unico europeo tra nove candidati. Noi possiamo semplicemente aggiungere che lo studio di architettura EMF (Estudi Martí Franch) è riuscito a realizzare il pensiero espresso nel 1960 da uno dei personaggi più sensibili e acuti del panorama culturale catalano, il noto artista Salvador Dalì, il quale affermò, riferendosi al luogo che soleva frequentare per trovare ispirazione creativa: « És un paratge mitològic que és fet per a Dèus més que per a homes i cal que continuï tal com està. » (È un paraggio che è più degno degli Dei che dell’umanità e bisogna che rimanga così com’è, n.d.t.).

DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO PAESAGGISTICO

Si tratta molto probabilmente del progetto di restauro paesaggistico più grande del Bacino mediterraneo. Include in primo luogo: la demolizione selettiva di 450 edifici del complesso turistico Club Med e la gestione paradigmatica di 42.000 metri cubi di residui, riciclando praticamente il 100% dei materiali come sottoprodotti; in seconda battuta: lo sradicamento della flora esotica invadente da una superficie di 90 ha, prevalentemente Carpobrotus edulis (vedi foto a lato); in terza battuta: la restituzione dell’orografia e i drenaggi per ristabilire le dinamiche naturali (erosione e trasporto di sedimenti); in quarta battuta: la implementazione di un progetto dell’uso pubblico capace di distillare i valori del luogo: ordinando e gerarchizzando i percorsi, proponendo una rete di belvedere e segnalando attraverso pannelli in acciaio cortèn con trafori che riproducono i profili di “rocce–animali”, alcune delle quali sono riconoscibili in molti quadri surrealisti di Dalì.

  • Promotore: Ministero dell’Ambiente, Dipartimento della Generalitat di Catalogna, Ente gestore dei detriti della costruzione.
  • Superficie: 200 ha
  • Inizio e fine lavori: 2005–10
  • Costo totale: 11.000.000 €

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Per approfondimenti consigliamo di visitare il sito dello studio EMF

I PROGETTI FINALISTI

In ordine alfabetico riportiamo i riferimenti dei progetti finalisti presentati alla Biennale dagli stessi autori:

  • Jacqueline Osty, il Parco di Martin Luther King a Clichy–Batignolles (Parigi), Francia.
  • Joao Nunes, Impianto per il trattamento acque. Etar di Alcántara a Lisbona, Portogallo.
  • Marianne Mommsen, i giardini del Mondo a Berlino, Germania.
  • Michael Desvigne, l’isola Seguien. Giardino della Prefigurazione a Paris, Francia.
  • Michael van Gessel, il rinnovo dello storico castello di Twickel a Delden, Olanda.
  • Steffan Robel and Joachim Swillus, il Prco di Mangfall a Rosenheim, Germania.
Giovanna Barbaro

Giovanna Barbaro Architetto e Tecnologo

Deve il suo carattere cosmopolita a Venezia, dove si laureò in architettura (IUAV). Dal 2008 europrogettista nei settori green economy e clean tech. Nel 2017 ha realizzato uno dei suoi più importanti sogni: fondare Mobility-acess-pass (MAP), un'associazione no profit per la certificazione dei luoghi pubblici per le persone con disabilità motorie. Tra i suoi hobby preferiti: la fotografia e la scrittura