Il peso dell’architettura sulla qualità della vita e dell’ambiente

Peso-architettura

La nostra felicità e quella dei nostri posteri dipende da quello che noi faremo o non faremo oggi, domani e nei decenni futuri. Quali sono queste scelte nel concreto? Una risposta unica e definitiva non c’è, ma si può provare a stabilire un ragionevole punto di partenza. La mia convinzione è che siano almeno dieci i temi da

cui dipende fondamentalmente il grado di felicità e benessere di una comunità di persone, temi le cui risposte sono oggi sempre più pressanti:

1.Sviluppo economico sostenibile
2.Qualità degli spazi
3.Qualità dell’aria
4.Qualità dell’acqua
5.Gestione dei rifiuti
6.Gestione dei trasporti
7.Gestione dell’energia
8.Gestione ambientale
9.Consumo del territorio
10.Ricerca scientifica e tecnologica

La domanda da porsi è: quanti di questi argomenti sono mai emersi, anche solo accidentalmente, nei discorsi di un qualsivoglia politico da vent’anni a questa parte? Quanti programmi elettorali hanno contemplato questi problemi? È proprio così sovversivo pretendere da chi dovrebbe essere al servizio del proprio paese di occuparsene almeno una volta ogni tanto? Sembrerebbe di sì, viste le reazioni scomposte e goffe che generano nei politici le domande volte a chiedere conto del loro operato.

Cosa può fare dunque un ingegnere, un architetto o uno specialista del settore che non volesse scendere in politica a dare comunque un contributo decisivo alla causa di una società più giusta e sostenibile? L’architettura ha un peso enorme sui dici punti sopra elencati, ogni qualvolta intendiamo per architettura non solo il prodotto finito, ma ciò che c’era prima (scelte progettuali, materiali impiegati), c’è durante (consumi, impatto sull’ambiente, emissioni, manutenzione) e ci sarà dopo (smaltimento, demolizione e riuso). Considerando poi che l’uomo, secondo Aristotele, è un essere che vive in società e si organizza con altri uomini con lo scopo di costruire una rete di rapporti sociali, non è difficile capire come l’architettura sia più di altre attività umane la realizzazione concreta di questa definizione. Nel 1996, in occasione della sesta Biennale di Architettura di Venezia, si scelse come titolo della mostra lo slogan “Sensori del futuro. L’architetto come sismografo”. In realtà è l’architettura il vero sismografo, lo strumento da cui trarre informazioni e dati sulla cultura che lo produce, ma la causa che genera tali effetti è l’architetto. E se si vuole cambiare architettura in meglio, se vogliamo che questo sismografo registri scosse sempre meno distruttive, è sulle cause che bisogna intervenire, quindi sui professionisti che operano nel settore. Ognuno di noi ha la responsabilità delle proprie scelte, e per quanto banale possa apparire ricordarlo, l’abitare è un’attività di tutti e proprio per questo motivo la qualità dell’architettura è il riflesso diretto del grado di evoluzione culturale di un paese.

L’architettura sostenibile si colloca al vertice delle qualità di una società progredita, consapevole delle responsabilità derivanti dalle sue scelte in quest’ambito. Nel momento in cui ci insediamo sul suolo lasciamo infatti inevitabilmente le impronte della nostra presenza e il nostro modo di vivere, di consumare, di comportarsi, decide la velocità del degrado entropico dell’ecosistema, ossia la velocità con cui viene dissipata l’energia utile alla nostra sopravvivenza sul pianeta e del pianeta.

Ognuno di noi può cambiare le cose, ma bisogna essere disposti a rischiare qualcosa, mettersi in gioco e ricordarsi ogni tanto delle parole di Albert Einstein: “Tutti sanno che una cosa è impossibile da realizzare, finché arriva uno sprovveduto che non lo sa e la realizza”.













Alberto Grieco

Alberto Grieco Architetto

Frequentando una signora chiamata Storia, ha scoperto che l’architettura bio-eco-ecc. non ha inventato Nulla©, ed è per questo che perde ancora tempo sui libri. Architetto per vocazione; tira con l’arco, gira per boschi, suona e disegna per vivere. Lavora nel tempo libero per sopravvivere.