Living Building Challenge: la certificazione di sostenibilità ottenuta da soli tre edifici al mondo

AAA

E se progettare e costruire avessero davvero il potere di rendere il mondo un posto migliore? Quali criteri andrebbero seguiti per raggiungere questo ambizioso obiettivo? Deve essere stata questa la domanda a cui, circa quattro anni fa, Jason McLennan, architetto canadese originario di Ontario, autore del libro ‘The Philosophy of Sustainable Design’, ha cercato di rispondere attraverso l’istituzione del Living Building Challenge,strumento di certificazione del livello di sostenibilità degli edifici estremamente severo, basato sull’analisi delle performance degli stessi, siano essi vecchie o nuove costruzioni, secondo rigidi standards di prestazione. Le caratteristiche da considerare,poeticamente chiamate petali, sono in tutto otto– acqua, energia, materiali, posizione, equità sociale, salute, bellezza e costruzione – e rappresentano in nuce tutto ciò che un edificio deve garantire: autonomia energetica totale attraverso l’utilizzo di fonti rinnovabili, salubrità e benessere grazie all’utilizzo di materiali da costruzione idonei e criteri di progettazione mirati ad ottenere il massimo dei benefici in termini di qualità dell’abitare.

Effettivamente l’obiettivo appare abbastanza difficile da raggiungere: per quanto vi siano almeno un centinaio di edifici sparsi per il mondo che concorrono all’ottenimento di tale prestigiosa certificazione, al momento sono tre gli edifici che ce l’hanno fatta. Essi hanno in comune, oltre al fatto di essere nuove edificazioni, una forte valenza educativa.

HAWAII PREPARATORY ACADEMY ENERGY LAB, Kamuela, Hawaii

L’Energy Laboratory della Hawaii Preparatory Academy di Kamuela, Big Island nasce per favorire l’educazione alla sostenibilità ambientale all’interno di un complesso scolastico che ospita bambini e ragazzi di età compresa tra i 6 ed i 16 anni. L’edificio si sviluppa attraverso tre volumi lunghi e stretti dalla struttura in legno lamellare: i tetti spioventi, che arrivano quasi fino al piano di campagna per contrastare l’effetto dei venti, ospitano gli impianti per la produzione di energia – per la precisione 3 diversi tipi di impianto fotovoltaico di cui uno in particolare costituito da pannelli bifacciali che generano elettricità dalla luce riflessa dalle superfici circostanti. Le acque piovane dai tetti confluiscono in un serbatoio capace di contenerne circa 10.000 litri e vengono usate per i bagni e l’irrigazione. All’interno, l’edificio è organizzato in un gruppo di stanze in cui gli studenti hanno la possibilità di sviluppare la propria idea che verrà sperimentata nel laboratorio, open space all’insegna della condivisione, dove troveranno il necessario per sperimentare e valutare la validità del proprio progetto.

Living-building-Energi-lab

OMEGA CENTER FOR SUSTAINABLE LIVING, Rhinebeck, New York

Nel 2006, l’Omega Institute ha commissionato allo Studio BNIM, gruppo di progettisti da sempre interessati a tematiche green, la progettazione di un nuovo impianto sostenibile di filtrazione delle acque reflue: da qui nasce Omega Center for Sustainable Living, una struttura che si sviluppa su 6200 mq destinata alla sede di un’associazione educativa non–profit, in cui tutti gli standards richiesti dal Living Building Challenge sono stati rispettati, a partire dalla bonifica totale del sito su cui è sorto il centro che prima ospitava, tra le altre cose, una discarica. Al suo interno la produzione di energia, ottenuta attraverso 3 impianti fotovoltaici posti sul tetto e su una parete dell’edificio, supera decisamente il fabbisogno necessario ed è quasi superfluo soffermarsi sui materiali usati, rigorosamente naturali ed atossici. Le iniziative organizzate dall’Omega Institute, atte a sensibilizzare i visitatori su tematiche ecosostenibili, vedono la partecipazione di circa 23.000 persone all’anno.

Living-building-omega-center

TYSON LIVING LEARNING CENTER, Eureka, Missouri

Anche il Tyson Living Learning Center della Washington University di St Louis in Missouri nasce come laboratorio di ricerca ambientale dalle finalità didattiche: grazie al suo rivestimento costituito da legna raccolta dalle aree circostanti rappresenta un esempio di perfetta integrazione tra costruzione ed ambiente che la ospita. Un vero salto di qualità soprattutto se si pensa che su quell’area prima sorgeva un parcheggio, cioè quanto di più lontano dai principi ecosostenibili. Le acque reflue vengono filtrate attraverso un ciclo naturale mentre un sistema di raccolta dell’acqua piovana garantirà quella potabile: anche in questo caso il fabbisogno di energia è ampiamente soddisfatto grazie alla presenza di un sistema di pannelli fotovoltaici posti sul tetto. E’ presente anche un’area di compostaggio per i rifiuti umidi.

Living-building-tyson

Maria Leone

Maria Leone Architetto

Vive e lavora a Napoli, dove si interessa di progettazione e grafica, collaborando con siti del settore. Assieme a tre colleghe ha costituito un’associazione culturale per promuovere la cultura d’architettura. Sogna di imparare a cucinare, per la gioia del marito, figlia e cane!