- scritto da Chiara Nicora
- categoria Smaltimento e riciclo
Il primo polo produttivo di bioedilizia in Italia: “La casa verde CO2.0”
La maggior parte delle volte i sogni svaniscono al mattino, invece questo è diventato realtà grazie alla determinazione e alla passione di una giovane imprenditrice, Daniela Ducato, che senza l’aiuto di sovvenzioni è riuscita a dar vita al primo “Polo Produttivo della Bioedilizia – La casa verde CO2.0”, vincitore del premio SIF 2012 – Sustainability International Forum. Si tratta di un distretto che riunisce e coordina 72 aziende, di cui 40 si trovano in Sardegna e 32 sparse nelle altre regioni d’Italia, e che produce 400 tipologie di materiali per l’edilizia con gli scarti provenienti principalmente dalla filiera alimentare.
L’idea è semplice: quello che per alcuni è uno scarto, per altri è una risorsa. Però di solito tutto finisce in discarica per disattenzione e mal informazione. Purtroppo tutto ha un costo e quello ambientale è il più alto anche se a prima vista non si vede. Quindi mettendo in contatto le diverse aziende e condividendo le competenze, le ricerche e le conoscenze acquisite negli anni è probabile che le eccedenze si trasformino non in rifiuti ma in risorse: questo è quello che succede ogni giorno nei laboratori e nelle aziende del polo. Ad esempio, sulle nostre tavole per ogni chilo di carciofi raccolti ne arrivano circa 150 grammi, che sono la parte mangiabile. Nessuno si chiede o si preoccupa dove vadano a finire i restanti 850 grammi. Di fatto sono scarti e quindi come tali vengono trattati. Invece nelle mani delle aziende del “Polo Produttivo della Bioedilizia – La casa verde CO2.0” sono considerati una materia prima e vengono utilizzati in vari modi: ad esempio come colorante oppure come legante.
Il progetto prende vita in Sardegna nel 2011 grazie all’esperienza acquisita con Edilana, prima azienda in Europa per prodotti termoisolanti naturali realizzati con pura lana vergine di pecora sarda, e con una prima filiera che ha coinvolto imprenditori e produttori locali da cui sono nate le aziende Edilatte, Ovile sardo Design, Ovile Italiano Design, OrtoLana, Editerra. Nel distretto vengono riutilizzati e trasformati circa 100 tipi di avanzi alimentari provenienti dal settore agricolo, ma solo le eccedenze: l’obiettivo è ridurre lo spreco e non togliere spazio all’agricoltura. I materiali prodotti sono impiegabili non solo nel settore edilizio a tutti i livelli dalla costruzione all’arredo d’interni, ma anche nel settore nautico, aereonautico e nell’ambito dell’impiantistica industriale.
Un altro merito da attribuire al distretto risiede nel risolvere parte del problema legato allo smaltimento dei rifiuti edili. I prodotti che escono dal “Polo Produttivo della Bioedilizia – La casa verde CO2.0” non vantano l’impiego di derivati del petrolio e quindi il costo energetico e ambientale per il loro smaltimento è ridotto e in alcuni casi praticamente pari a zero.
- crediti fotografie © Edilana