Materiali innovativi per l’edilizia dagli scarti del riso

Dagli scarti del riso materiali innovativi per l'edilizia.

Gli scarti dell’agricoltura e dei prodotti commestibili possono trasformarsi in materiali per la bioedilizia? Certo, è possibile e lo dimostra il lavoro di intraprendenti startup che negli ultimi anni hanno sperimento e messo sul mercato materiali e prodotti per l'edilizia a partire dagli scarti del riso.

Da alimenti, o meglio, da avanzi e rifiuti alimentari, a materiali da costruzione il passo è piuttosto breve. Sono diverse le startup premiate come più innovative sia in Italia che nel mondo. Vediamo quali sono quelle che nel nostro paese si sono distinte per aver aperto nuovi scenari al connubio fra architettura e scarti del riso.

Dagli scarti del riso la materia prima per prodotti innovativi

La materia prima in Italia non manca: la produzione di riso gravita intorno ad 1 milione di tonnellate e per ricavare ogni tonnellata si producono 1,3 tonnellate di paglia, 200 chili di lolla e 70 chili di pula.

Gli scarti che rimangono sui campi, ritenuti inadatti all’allevamento, in genere vengono bruciati ma dal momento che in edilizia vengono già da tempo usati i vari tipi di paglia derivanti da altri cereali, alcune realtà locali hanno pensato bene di provare ad impiegare nella bioedilizia anche gli scarti del riso.

Le materie prime dagli scarti del riso.

È così che nuovi materiali e nuovi prodotti trovano nello scarto della lavorazione del riso uno dei loro componenti principali per ottenere dal telaio in legno e paglia di riso ai termo intonaci, dalle malte ai massetti alleggeriti fino alle finiture in lolla-calce.

Tutto ciò è possibile grazie a una miscela di base costituita da pula, lolla e paglia di riso che consentono di ottenere materiali molto leggeri, con una buona capacità termica, interamente naturali, traspiranti ed ecologici.

Questi prodotti inoltre sono sorprendentemente facili da posare e sono adatti a tutte le tipologie di intervento, dai lavori di ristrutturazione alle nuove costruzioni.

La lavorazione degli scarti del riso in Italia

La startup Ricehouse

Ha colto immediatamente la portata di questa novità Ricehouse, la startup piemontese che per prima sul territorio italiano ha trasformato gli scarti derivanti dalla lavorazione del riso in materiali per la bioedilizia. I suoi titolari si sono chiesti perché non provare a ricavare materiali per l’edilizia dagli scarti della coltivazione del riso e da una semplice idea è nata una ormai consolidata realtà imprenditoriale la cui mission può essere sintetizzata nella frase: “Dal chicco alla casa, l’agricoltura che si intreccia con l’architettura”.

Dalla collaborazione tra Ricehouse e l’azienda italiana Nordtex sono già nati sei nuovi biocomposti, il massetto alleggerito RH300, l’intonaco in argilla RH400, l’ecopittura RH500, il pannello di chiusura RH600 per isolamento, la lastra RH700 per rivestimento a secco di pareti e controsoffittatura, e il pannello di chiusura RH1000 con funzione strutturale.
Si tratta non solo di nuovi materiali ecosostenibili, ma anche di un monito a reinserire l’edilizia in un contesto di economia circolare.

 Intonaci tipo RH100 e RH200 di Ricehouse. Intonaci tipo RH100 e RH200 di Ricehouse.

Il lavoro incessante della startup Ricehouse e il suo approccio etico e sostenibile hanno ricevuto molti riconoscimenti. Solo nel 2018 l’azienda ha vinto della IX edizione del Good Energy Award nella categoria Real Estate, ha vinto il Premio Sviluppo Sostenibile 2018, concorrendo nella categoria Edilizia Sostenibile, e ancora è stata vincitrice dell’ING Challenge 2018 (iniziativa dedicata alla green economy), finalista dei Klimahouse Startup Awards 2018 e insignita del premio speciale dell’agenzia CasaClima “Startup Award 2018”.  

Nell’edizione 2019 di Klimahouse di Bolzano Ricehouse ha presentato una linea completa di nuovi prodotti nati dagli scarti del riso destinati all’architettura che garantiscono un risparmio energetico e un ridotto impatto ambientale.

Il progetto RiceRes

RiceRes è un progetto di ricerca finanziato da Fondazione Cariplo e promosso da CNR ISMAC di Biella e dalle Università di Milano e Pavia.

Dalla paglia di riso, mescolata con lana di scarto, RiceRes è in grado di ricavare pannelli termoisolanti e fonoassorbenti da impiegare in bioedilizia: tutto ciò è possibile grazie a tecniche che rendono i pannelli totalmente biodegradabili. 

La lolla viene impiegata per realizzare quattro diversi additivi per materia plastiche sottoponendo la materia prima a processi meccanici, termici e chimici. In particolare è stata ricavata una silice amorfa di origine naturale utilizzabile nella mescola di pneumatici, come già dimostrato dall’industria della Pirelli, ma anche in altre applicazioni affini.

Infine, dall’olio estratto dalla pula di riso – grazie ad un processo di idrolisi enzimatica – si è puntato ad ottenere solo gli acidi grassi da utilizzare come materie prime per ricavare prodotti al 100% ecosostenibili dai bioadesivi fino a prodotti che funzionino da integratori alimentari.

materie prime scarti riso

La mission del progetto RiceRes è quello di ottenere dagli scarti dell’industria del riso, una gamma piuttosto ampia di prodotti aventi ciascuno un valore aggiunto che possa essere utile in un processo di valorizzazione non solo dal punto di vista ecologico ma anche sotto l’aspetto economico.

Il progetto ECOFFI 

ECOFFI nasce da un progetto di un team di ricercatori del Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino (DAD); lo studio parte dallo sviluppo di un prototipo di  blocco non portante per pareti perimetrali verticali.

Il blocco, finalizzato ad usi edili,  è stato creato utilizzando cinque componenti principali: legante naturale, acqua, acido citrico, paglia di riso e tutolo di mais.

materie prime scarti riso

Nelle fasi di perimetrazione e monitoraggio particolare, sono state testate e confermate le performance meccaniche e termiche del sistema murario che è possibile realizzare e l’eco-compatibilità del suo processo produttivo.

Inoltre il gruppo di lavoro ECOFFI ha di recente ricevuto riconoscimenti per la produzione di calcestruzzo arricchito con scarti di mais e paglia di riso, sia grazie all’impiego della metodologia Life Cycle Assessment (LCA), sia per gli aspetti positivi dal punto di vista del risparmio energetico: tale prodotto infatti risulta “carbon free”.

Un monito per incentivare l’economia circolare

*In questo processo che parte dagli scarti del riso e di altri prodotti della filiera agricola, le materie prime vengono prelevate dall’ambiente, trasformate, utilizzate, smaltite e reinserite nello stesso ambiente da cui sono state prelevate. In alcuni casi, come dimostrano le stesse vicende delle startup Ricehouse e RiceRes, la loro gestione diventa un’attività economica in grado di sostenere la filiera industriale e alimentare nonché le esigenze di un mercato innovativo ed emergente.

Questi progetti dimostrano come l’economia circolare applicata all’ambito della bioedilizia porti al passaggio progressivo a nuovi modelli che garantiscono un futuro sostenibile, basato su materiali nuovi a zero impatto ambientale, sfruttando quello che la natura e i sottoprodotti delle lavorazioni primarie mettono a disposizione.

Mariangela Martellotta

Mariangela Martellotta Architetto

Architetto pugliese. Prima di decidere di affacciarsi al nascente settore dell’Ecosostenibilità lavorava nel settore degli Appalti Pubblici. È expert consultant in bioarchitettura e progettazione partecipata. Opera nel settore della cantieristica. È membro della Federazione Speleologica Pugliese.