• scritto da Alberto Grieco
  • categoria Turismo

Turismo consapevole nel Parco della Murgia Materana, tutelata dall’UNESCO

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In occasione del Parco Murgia Festival 2011 (XI edizione), è lodevole l’iniziativa dell’Ente Parco Murgia Materana “Suoni dalla Murgia Materana”, che si propone l’ambizioso obiettivo di realizzare attraverso un percorso itinerante e una serie di eventi gratuiti all’insegna della musica, una vera e propria rete di turismo ecologico

tra le 4 aree protette della Basilicata. Un turismo responsabile e razionale, in antitesi a quel turismo di massa che trasforma meraviglie naturali in scenari squallidi consumati dalla frenesia dell’ignoranza, che riduce tutto ad un grottesco ballo di gruppo, che genera quel tipo di individuo inconsapevole della cultura dei luoghi che lo ospitano, sempre molto attento però a consultare (senza leggere) le informazioni malamente tradotte di una guida turistica comprata nell’apposito, autentico e tradizionale (?) negozio di souvenir berbero.

Cercherò di conseguenza di fornire, senza nascondere la mia predilezione per questi luoghi, i motivi che rendono il Parco della Murgia una meta ambita per gli amanti del turismo ecosostenibile, o più semplicemente, del turismo consapevole.

« Chiunque veda Matera non può non restarne colpito, tanto è espressiva e toccante la sua dolente bellezza. »
(Carlo Levi)

La Murgia materana Patrimonio Mondiale dell'Umanità

Impervia, incontaminata e affascinante, la Murgia Materana è un tesoro più unico che raro, un gioiello naturale tra le cui rupi, forre e gravine prese origine la splendida civiltà che fu artefice, tra le tante cose, anche dei Sassi di Matera, città–simbolo della Civiltà Contadina, o più in generale di quella civiltà rupestre che dal Paleolitico in poi ha reso unici questi luoghi grazie alle sue testimonianze insediative.

Parte integrante del patrimonio tutelato dall’UNESCO, che dal 1993 ha reso Matera la prima città del meridione annoverata fra i Patrimoni Mondiali dell’Umanità, il Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano, (o più semplicemente, Parco della Murgia Materana), istituito nel 1990, è un esempio di efficace tutela e valorizzazione del territorio, poiché mirata al recupero di quel sano rapporto un tempo esistente tra natura e uomo. Un antico rapporto fatto di reciproco rispetto, figlio di una mentalità istintivamente (e necessariamente) sostenibile, che attraverso i secoli ha prodotto grazie all’ingegno e al buonsenso, testimonianze eccellenti di bioarchitettura (le case e le chiese scavate nella roccia, così come il sistema delle Cisterne ne sono gli esempi più fulgidi). Le testimonianze architettoniche conservate in questo parco, rendono infatti la Murgia, unitamente alla Cappadocia con le sue valli di Goréme ed Ilhara, alla Siria, alla Tunisia e al lontano Tigrai, protagonista del grande fenomeno rupestre del bacino dei Mediterraneo.

Spesso gli occhi si lasciano ingannare in questo paesaggio metafisico, e suggeriscono alla mente che le suggestioni visive provengano direttamente da un’antica fiaba orientale, mentre dall’alto dei Sassi si percorre a ritroso la storia dell’Uomo man mano che si scende, attraverso palazzi, chiese rupestri, architetture ipogee, grotte naturali e verdeggianti rupi scoscese. Tasselli di un unico grande mosaico–labirinto di tufo che sembra cresciuto spontaneamente dalla roccia. Non ci si aspetterebbe, così a prima vista, che in un territorio così aspro e roccioso possano invece prosperare 923 specie floristiche (1/6 dell’intera flora italiana e 1/3 della flora lucana), che in soli 8000 ettari di superficie rappresentano una cifra impressionante. In questa moltitudine di specie arboree, vivono un centinaio di specie rare e rarissime, molte di irradiazione mediterraneo–orientale, 61 sono invece quelle scoperte di recente e finora inedite per la flora lucana, e ben 36 le specie endemiche e subendemiche (quelle cioè tipicamente appartenenti ad aree geografiche ristrette).

Preservare un patrimonio di rilevanza mondiale

Come preservare dunque questo immensopatrimonio di rilevanza mondiale? Le leggi sulla tutela dei beni “demoetnoantropologici” si sprecano, ma per tutelare un territorio l’azione migliore è, secondo chi scrive, viverlo. Non serve a nessuno infatti un bene se non è fruibile, o se è sotto una teca a prendere polvere, inavvicinabile; dunque ben vengano iniziative che uniscano il piacere della musica a quello della natura. Nell’ottica del turismo ecosostenibile, che sempre più prende piede in tutto il mondo, riscoprire le bellezze locali, gli itinerari ciclopedonali, le aree protette e le escursioni a piedi, significa mantenere un legame diretto con i luoghi della propria storia. Abbandonare l’auto alla sua tristezza, nell’ancor più triste parcheggio (simbolo universale di mestizia), per addentrarsi tra il verde e le rocce del Parco della Murgia in totale solitudine (o in compagnia, anche se non è lo stesso), non è molto diverso dal fare una profonda preghiera, che cresce di intensità ad ogni passo, al pari con lo stupore che tanta meraviglia genera in chi abbia la pazienza di osservarla, meglio se in silenzio. Perché tra i tanti suoni che la Murgia offre, nessuna è più densa di significati del suo silenzio, vera e propria musica per chi sa ascoltarla.

Fonti | La Città dell’Uomo | Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano