Aerei in disuso trasformati in hotel di lusso e ostelli

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Quando arrivi a destinazione, normalmente ti allontani dall’aeroporto, lasciandoti alle spalle la pista d’atterraggio e i velivoli in attesa di ripartire. Può capitare, a volte, di raggiungere un altro aereo, questa volta in disuso, per il pernottamento o un meeting di lavoro. A Stoccolma, nei Paesi Bassi o in Costa Rica, vi sono infatti esemplari di aerei convertiti in alberghi, ostelli e sale meeting di lusso. Diversi sono gli itinerari e le rotte sorvolate, i modelli e la storia:ad accomunarli è ora il nuovo uso e la moltitudine di gente ospitata. Consigliati per chi non può provare l’ebbrezza del volo, per gli amanti dell’aeronautica e per i curiosi viaggiatori a cui piace soggiornare in insolite location! Inoltre è un ulteriore occasione per sostenere l’up–cycling creativo e per riflettere sulla destinazione degli oggetti in disuso. Dai più piccoli ai più ingombranti non sono necessariamente esausti dopo il ciclo di vita programmato.

Cos’ è l’up–cycling creativo?

I CIMITERI AEROSPAZIALI E GLI SFASCIACARROZZE
La durata degli aereomobili è di circa 20 – 30 anni e sono sostituiti spesso per logiche commerciali e in funzione dei consumi/ecologia. Dopo dove vanno a finire? Alcuni apparecchi, di linea e militari, sono parcheggiati, ordinati come soldatini, in cimiteri nel deserto – il clima asciutto ritarda i fenomeni corrosivi – mentre altri sono smantellati proprio come le automobili, per riutilizzarne i componenti. Il più grande cimitero è nella Davis–Monthan Air Force Base a Tucson in Arizona, dove sono posteggiati oltre 4.400 apparecchi in disuso. Molti altri attendono negli hangar, possono essere acquistati su richiesta o nelle aste. A questa categoria appartengono i tre aerei citati, trasformati in alberghi di successo dotati di tutti i comfort e in scenari mozzafiato.

IL RICICLO CREATIVO APPLICATO AGLI AEREI

La catena del riciclo creativo interessa tutti gli oggetti, dalle bottiglie di Coca Cola ai pannollini e quindi anche agli aerei non è preclusa una nuova vita. I veicoli, snelli e luccicanti, come anche i vagoni dei treni o ex–container sono idonei per alloggiare rispondendo, dopo il restyling, ad ogni standard energetico e normativo.

I costi delle camere sono abbastanza contenuti e la posizione, anche se non sono più idonei al volo, è spesso una pista d’atterraggio (forse a ricordo della vita passata). Le storie che hanno alle spalle sono, invece, affascinanti pezzi di storia che è sempre interessante raccontare, proprio come ogni oggetto dell’up–cycling.

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Il jumbo 747–200

Nell’aeroporto di Arlanda, a Stoccolma c’è un ostello nato dal veivolo 747–200, fabbricato nel 1976 e utilizzato fino 2002, a causa del fallimento della compagnia Transjet per bancarotta. Dopo aver svuotato gli interni –sedili e cappelliere– ed igienizzato l’ambiente, il velivolo è stato suddiviso in 25 camere, ciascuna con tre letti. Per gli amanti del lusso c’è la cabina di pilotaggio, reinventata come suite.

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Ilyushin 18

Ben diversa è la storia dell’Ilyushin 18, modello sviluppato in Unione Sovietica alla fine degli anni 50 e ancora operativo in alcune compagnie dell’ex–blocco sovietico. Il trasporto aereo, prima di allora recluso all’ambito militare, con l’uso dei motori a turbina, una maggiore efficienza ed affidabilità dei velivoli, fu allargato all’ambito civile. Uno di questi aerei è parcheggiato a Teuge, nei Paesi Bassi. Testimone illeso della Guerra Fredda, di politici della DDR – tra cui anche Erich Honecker– verso Cuba, la Russia, la Cina e il Vietnam, dopo l’unificazione tedesca fu trasformato in ristorante. Infine, è stato acquistato da una lussuosa catena alberghiera, diventando così un albergo in cui i 40 m di lunghezza sono a disposizione di una coppia o per meeting di 10–15 persone. A disposizione dei clienti: sauna ad infrarossi, vasca idromassaggio, 3 televisori lcd, minibar, connessione internet e aria condizionata.

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Boeing 737

Il Boeing 737 è ora immerso nella foresta pluviale, proprio ai margini del Parco Nazionale Manuel Antonio in Costa Rica. Costruito nel 1965, ha portato in giro viaggiatori del South Africa Air and Avianca Airlines. Diventato un hotel resort, con interni in legno e dotato di tutti i confort, offre due camere con vista sull’oceano e sulla spiaggia. Il progetto si inserisce nel corso di iniziative promosse dall’ Unione Europea che mirano a recuperare, riusare e riciclare il maggior numero delle componenti di un aereo.





Elisa Stellacci

Elisa Stellacci Architetto

Di origine barese e studi ferraresi, si occupa di architettura e grafica a Berlino. Lavora in uno studio di paesaggio, adora le ombre, concertini indie-rock e illustrazioni per bimbi. Volubile e curiosa, si perde nei dettagli e divide non equamente il tempo tra lavoro, amici e passioni.