- scritto da Laura Bertelloni
- categoria Green Economy
First2Run: progetto europeo per promuovere un'economia sostenibile
First2Run è un progetto europeo che intende affermare un nuovo modello industriale basato su una produzione sostenibile su larga scala, sia in ambito agricolo che industriale. First2Run è nato nel 2015, coordinato dall’azienda italiana Novamont, leader nella ricerca sulla bioplastica e sui biochemicals, e finanziato dalla Bio-Based Industries Joint Undertaking, partnership tra Unione Europea e il consorzio delle industrie bio-based.
Le caratteristiche sulle quali punta First2Run sono:
- La salvaguardia della biodiversità
- La limitazione dello sfruttamento del suolo agricolo
- Commercializzazione di bioprodotti con migliori prestazioni tecniche, biodegradabili e compostabili
- Applicazione di processi catalitici e biocatalitici sostenibili, economicamente vantaggiosi e innovativi per la produzione di bio-blocchi da oli oleici alti (come acido azelaico, acido pelargonico e glicerolo);
- L’utilizzo totale delle materie prime essenziali, limitando gli scarti e i residui, utilizzando tutti i sottoprodotti derivanti dal processo industriale
- Ridurre l’abbandono dei terreni rurali
- Creazione di nuovi posti di lavoro e aumento dei luoghi di lavoro agro-industriali
- La valutazione dell'impatto sociale legato a nuove coltivazioni e produzione di prodotti biobased a basso impatto
- Creazione di modelli lavorativi basati sulla collaborazione tra diversi settori.
Lo scopo del progetto First2Run è quindi produrre bioprodotti locali legati ai settori bioplastici, biolubrificanti, cosmetici e plastificati attraverso l’impiego di colture oleaginose a basso input, tipo il cardo, utili all’estrazione di oli vegetali da convertire. Tutte le fasi del progetto, dalla produzione alla conversione, portano benefici sia all’ambiente che al territorio, nonché all’economia, aumentando la competitività dell’industria europea, nell’ambito della produzione industriale totalmente green.
Il primo esperimento, sviluppato nella bioraffineria di Matrica a Porto Torres, in Sardegna, sta avendo una durata di 48 mesi e mira a trasferire dalla fase di ricerca a quella dell'industrializzazione alcuni processi legati alla trasformazione di biomasse in prodotti di alta qualità. Il punto di partenza è proprio la coltivazione del cardo che nasce su terreni aridi e marginali e che verrà utilizzato nei processi di produzione, sfruttando al massimo i sottoprodotti di ogni sua trasformazione.
È chiaro che gran parte degli investimenti saranno destinati ad estrarre dalle colture tutte le materie prime per le lavorazioni, le proteine per i mangimi e ad ottimizzare la raffinazione degli oli vegetali. Tutto ciò che non può essere utilizzato per la realizzazione dei prodotti concorrerà alla produzione di energia per il funzionamento degli impianti. Quindi la produzione di bioenergia da biomassa lignocellulosica aumenta l’indipendenza energetica della bioraffineria dalle fonti energetiche fossili. Di conseguenza si avrà una riduzione di energia termica ed elettrica dei processi chimici rispettivamente fino al 50% e 20%.
Le proteine ricavate dal cardo e simili alla soia verranno impiegate per la produzione di mangimi, mentre le trasformazioni degli antiossidanti e di altre molecole verranno impiegate per la realizzazione di cosmetici.