Arte e paesaggio: il contributo originale di Maider Lopez

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Il contributo che l’arte offre al paesaggio compone un panorama ricco e variegato. Molti studiosi ritengono il paesaggio naturale il luogo per eccellenza della contemplazione: ma il paesaggio non è solo naturale e l’esperienza del paesaggio non è solo estetica e spirituale. Secondo la CEP (Convenzione Europea del Paesaggio) « Paesaggio" designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui caratterederiva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni». La CEP auspica quell’identificazione emozionale individuo – paesaggio, attraverso scelte partecipate e legate alla storia e all’identità delle comunità locali. Gli esperimenti originali di Maider Lopez chiariscono in che modo l’arte può servire a esprimere concretamente questo intento così ambizioso.

Maider Lopez è un’artista spagnola, famosa in tutto il mondo per l’originalità delle sue iniziative legate al paesaggio. Con i suoi esperimenti intende spingere individui, gruppi sociali ed amministrazioni ad interagire con il paesaggio urbano, rurale e naturale, con l’obiettivo di dar loro un ruolo attivo nei meccanismi di trasformazione della città e dei suoi spazi: gli individui hanno un enorme potenziale nell’adattare gli spazi alle loro esigenze e per l’artista “è il modo in cui una città è fruita a creare lo spazio pubblico e non viceversa”. Quindi perché non sperimentare, con creatività e inventiva, quasi come fosse una trasgressione giocosa, strategie d’uso, funzioni alternative, possibilità inesplorate che diano nuovo slancio ai luoghi e ai “non luoghi” della città? Non intendiamo riferirci ai soliti orti urbani, o alla riqualificazione sostenibile delle aree urbane degradate, e nemmeno alla ridefinizione dell’identità perduta di frammenti periurbani ai margini della città: parliamo di una interazione sensoriale e temporanea, cosciente o incosciente, con gli spazi, in cui l’ambiente stesso è fonte di stimoli, in cui sia esso stesso a dettare tempi e modi del suo uso e della sua valorizzazione. Si tratta di situazioni spesso assurde, al limite del verosimile, ma che restituiscono dignità al paesaggio, non più inteso come categoria statica ma come entità dinamica della quale è necessario saper interpretare le trasformazioni visive e simboliche. La percezione convenzionale del paesaggio cede il passo ad un’altra, più audace e sensoriale, che si avvale del contributo degli oggetti d’uso quotidiano – sedie, ombrelli, sassi, automobili, valigie – per sprigionare tutto il suo potenziale creativo.

366 SILLAS
22 settembre 2007. Madrid, piazza di La Villa e Las Descalzas. In occasione della notte bianca, l’artista invita la gente a trasformare lo spazio austero e vuoto delle due piazze in un patchwork conviviale di sedie da campeggio, occupando lo spazio in modo informale. L’“installazione artistica” mostra come oggi “i nostri movimenti siano definiti e condizionati dal disegno degli spazi urbani”, mentre possibilità alternative all’uso abituale degli spazi si dischiudono dietro l’invito, più o meno esplicito, dell’artista a perseguirne di nuovi.

INTERMEDIO
2008. Cordoba. Il disegno in scala reale della pianta e degli arredi di abitazioni di nuova costruzione che occuperanno un lotto urbano, spinge visitatori e abitanti della città ad uno sforzo di prefigurazione tridimensionale di quello che sarà il futuro assetto dello spazio. Non un’esperienza virtuale tridimensionale, ma un insieme di stimoli di visualizzazione che sono alla base dell’interazione abitante–habitat.

POLDER CUP
4 settembre 2010. Ottoland, Olanda del sud. I campi da calcio disegnati sui prati verdi attraversano i canali irrigui con i quali i giocatori, provenienti da diversi background culturali e sociali, devono interfacciarsi. In che modo? Inventandosi modelli di comportamento alternativo ai tradizionali, nuove strategie e regole d’uso, e di gioco, di quel luogo.

AAA

HOW DO YOU LIVE THIS PLACE?
4 dicembre 2010. Huntly, Scozia. I cittadini sono chiamati a costruire una mappa urbana collettiva, sulla base di memorie, percezioni, desideri ed esperienze personali. Dando ad ogni partecipante del suo progetto cinque pietre colorate che rappresentano diversi sentimenti e memorie di un luogo (es. blu = ho un ricordo speciale di questo posto; arancione = questo era il mio posto preferito ma oggi è cambiato, eccetera), la gente consegna la sua pietra colorata al posto intimamente legato alla sua esperienza personale. Partendo da una sorta di mappa soggettiva, è stata così definita una segnaletica temporanea alternativa a quella civica tradizionale. Si passa da una mappa individuale ad una corale, da una mappa del “così è per tutti” ad una del “così è per me”, fino ad arrivare ad una del “così è per noi”.

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ADOSADOS
7 dicembre 2007. Bilbao, museo Guggenheim. Una nuova galleria temporanea sorge accanto al celebre museo di F. Gehry. Emulazione o scimmiottatura del museo, ciò che conta è l’esperienza fisica della partecipazione collettiva: i fruitori reggono sulle loro teste una lastra chiara in titanio per simulare un ampliamento transitorio del museo. “El arte es de todos” : ne è convinta una giovane entusiasta partecipante dell’evento.

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Barbara Brunetti

Barbara Brunetti Architetto

Architetto e dottoranda in Restauro, viaggia tra la Puglia e la Romagna in bilico tra due passioni: la ricerca accademica e la libera professione. Nel tempo libero si dedica alla lettura, alla grafica 3d, e agli affetti più cari. Il suo sogno nel cassetto è costruire per sé una piccola casa green in cui vivere circondata dalla natura.