Design sostenibile al Salone del Mobile in Fieramilano

Dal 14 al 19 aprile, si svolge in Fieramilano il rinomato Salone del Mobile. Attorno ad esso l’evento più atteso dell’anno: il Fuorisalone, il quale raccoglie tutti i giorni una panoramica di eventi dedicati all’arte, alla moda, allo spettacolo, dove comunque il design fa sempre da padrone. Zona Brera è quest’anno il District Design per eccellenza, ma resta Tortona la zona tradizionalmente più frequentata e ricca di eventi, i quali si susseguono da un numero civico all’altro, praticamente senza tregua, né di spazi, né di orari. In questo delirio le parole bio, sostenibilità, eco, green, vengono giocate praticamente in ogni contesto, così da rendere evidente la presa sicura che hanno ormai sul pubblico, come a dire che la sostenibilità sia diventata una moda.

A dimostrazione di ciò, durante la conferenza Evergreen, la sostenibilità da moda effimera a scelta quotidiana, evento Fuorisalone del magazine Ventiquattro del Sole 24h, Paola Antonelli, curatrice del dipartimento di Architettura e Design del MoMA di New York, ha fatto emergere in modo palese le ombre scure che si celano dietro alla volontà effettiva di salvare il pianeta e di creare un modo di vita sostenibile. Se infatti, da una parte, cresce l’attenzione dei Designers verso le tematiche eco, poiché è cresciuta la domanda di un pubblico sempre più attento alle esigenze ambientali, dall’altra, questa attenzione è stata di gran lunga sfruttata per compiere operazioni di lucro, così che i valori sostenibili saranno, sono e sono stati usati per progettare affari meramente commerciali, sotto il nome della sostenibilità ambientale.

Ecco che allora trovano un senso le forti preoccupazioni di chi vive nel quartiere milanese Isola, una zona per tante ragioni culturalmente all’avanguardia, dove il fashion e la moda critica e sostenibile vengono prodotti tutto l’anno e non solo durante il Fuorisalone. Il quartiere ha infatti vinto un bando di poco inferiore ai 2 milioni di euro. E’ stato voluto da tutta la cittadinanza della zona e dai ragazzi di Isola della Moda, di Oyo, complementi d’arredo e design sostenibili, e dal FRIDA, pub e circolo culturale. Se il bando è stato assegnato all’area per essere rivalorizzata, cioè per aumentarne il verde pubblico e ristrutturare e rendere attivi dei centri in disuso, la paura è che quei soldi finiscano nel poco chiaro giro degli appalti milanesi e che siano utilizzati con poche operazioni di facciata appunto, per coprire altre necessità, molto meno sostenibili.

Resta comunque evidente il fatto che le tematiche eco, seppur con le loro mille contraddizioni, siano davvero diventate grandi protagoniste di ogni dibattito, politico o culturale che sia.

Anche il Design varca dunque la sua nuova frontiera: non solo apre ampiamente le porte ai materiali di riciclo, che se una volta erano considerati rifiuti, oggi diventano materia primaria, ma fa un ulteriore passo avanti, dedicandosi alla grafica e alla sola visualizzazione, vere e proprie operazioni di Design ad impatto ambientale 0. Se infatti il Design fisico, organico, risulta comunque pesante e, in un modo o nell’altro, invadente, i caratteri digitali sono inorganici, smaterializzati e contraddicono la produzione di oggetti. Per questa ragione, il MoMA di New York, ha recentemente acquisito la @, la quale, oltre ad avere una storia che trova le proprie radici nel Medioevo coi monaci amanuensi, è sostenibile in modo rivoluzionario, perché non tangibile. Ciò trova ancora un senso nelle parole di Paola Antonelli, il cui intento spiega, è quello di educare il pubblico a vedere il Design non come un oggetto, ma come strumento di cambiamento nella società, verso la minimizzazione del produrre fisico, cioè verso l’immateriale.