Restauro conservativo e tutela ambientale

AAA

L’Italia è uno dei pochi paesi al mondo dove la percentuale del costruito di valenza storica è elevata ed estesa a tutto il territorio. Accanto alle bellezze del territorio che necessitano di un’adeguata tutela ambientale, ospitiamo un patrimonio storico vastissimo e non solo di tipo monumentale: la maggior parte del costruito antecedente lo scorso secolo – e quello assai più datato – è di tipo residenziale e necessitapurtroppo di radicali interventi che vanno dal consolidamento strutturale al restauro, spesso di tipo conservativo.

Il vasto patrimonio architettonico dei centri storici italiani è stato al centro di un vasto e profondo recupero negli ultimi trenta anni; si è trattato di un processo di rigenerazione non ancora completato e non sempre rispettoso delle sue peculiarità e della sua complessità: infatti, ciò che fu realizzato tra il 1900 e il 1960 rappresenta circa il 70–75% del tessuto abitativo e terziario delle nostre città e si va dai complessi industriali–artigianali d’inizio secolo, alle scuole e agli impianti sportivi d’epoca fascista. Dal boom immobiliare liberty a quello “moderno” degli anni ‘50 –’60.
L’investimento più proficuo oggi (e nei prossimi anni) consiste nel riuso e nella “gestione” del patrimonio immobiliare: in questi ambiti si può misurare la reale rigenerazione delle nostre città in termini di efficienza energetica, di sostenibilità, di benessere urbano, e in tal senso, anche le prassi, fino a ieri più autoreferenziali, della Conservazione o del Restauro si confrontano oggi con metodi, tecnologie, materiali, sistemi di certificazione che ridefiniscono, in una nuova sintesi, il concetto di qualità dell’intervento progettuale.

Il cambiamento più significativo che investe oggi il settore della tutela ambientale legata al restauro è nell’ampliamento dei suoi limiti progettuali: l’interesse circoscritto al bene materiale (l’edificio) si apre ai bisogni immateriali (l’efficienza energetica, la sicurezza e il benessere di chi lo abita) e l’involucro edilizio viene inscindibilmente legato alla suo migliore utilizzo.
Saper agire con solerzia senza impattare con l’esistente non è semplice visto che recuperare significa anche valorizzare il patrimonio architettonico agendo sull’immobile in modo che esso possa essere fruito, non necessiti di ulteriori interventi in seguito a quelli incisivi programmati, non interferisca negativamente con l’ambiente circostante e con il tessuto in cui è sito.

“Restauro conservativo e tutela ambientale” è un testo che non solo affronta tecnicamente il tema del restauro del manufatto edilizio ma si allarga al problema della sua valorizzazione, rifunzionalizzazione e compatibilità ambientale, proprio perché non si cada nella consueta pratica di considerare un edificio come un elemento a sé stante che vada “rimesso in sesto” esclusivamente perché facente parte di un centro storico in cui la sua obsolescenza è vista come un fattore di pericolo (edifici soggetti a problemi strutturali) o come una peculiarità da tamponare solo esteticamente.
Il testo è legato a temi del recupero e della valorizzazione del patrimonio architettonico inteso in senso ampio ma per la sua struttura, per gli argomenti affrontati e per il linguaggio utilizzato è rivolto ad un pubblico che va dal tecnico allo studioso/cultore di restauro. Il lettore è portato a riflettere sugli interventi ponendosiin maniera critica rispetto essi, imparando a conoscere i vari aspetti del restauro e dalla tutela ambientale del patrimonio storico e ponendosi anche dei quesiti sulle metodologie intraprese.

È consigliabile leggere attentamente l’introduzione a cura di Giovanni Carbonara, un luminare del campo del restauro, per comprendere l’approccio con cui si è inteso scrivere questo libro, ossia quello dell’apertura alla cosiddetta (anche se in maniera impropria) “architettura minore”.
Il volume, si divide in sei capitoli illustrati e documentati da biografie e note ai testi:
–Il restauro conservativo
–Il recupero del costruito e la valorizzazione del territorio
–Il problema della rifunzionalizzazione
–La progettazione e le tecniche del restauro conservativo
–Il cantiere di restauro e la cultura della materia
–Sperimentazioni

Cosa offre in più rispetto gli altri testi sul restauro conservativo questo libro? Nella raccolta degli interventi proposti dagli autori si fa riferimento ad edifici che sono delle vere e proprie opere d’arte contenenti quel valore immateriale che li rende unici ma nello stesso tempo complessi da gestire; rileggere le vicende di questi restauri fa capire quanto lavoro e volontà ci sia dietro, nonostante tutte le difficoltà al contorno.
Nella seconda sezione “Il recupero del costruito e la valorizzazione del territorio” la visione è allargata al recupero degli interi centri storici; di fatto anche se il loro recupero può apparire un tema superato di cui si è approfonditamente discusso, basta muoversi all’interno dei nuclei storici di paesi e città per vedere quanto essi siano ancora abbandonati a sé stessi, disabitati e maltenuti. Dal testo si deduce che l’iniziativa pubblica dovrebbe essere in grado di controllare l’intero processo di recupero–valorizzazione assicurando la disponibilità di alloggi per i residenti e puntando a intervenire anche sulle periferie e nelle campagne abitate, luoghi dove vi è connessione con siti storicamente noti e dal valore archeologico.

Sorge un problema al termine della programmazione di un intervento: come far ri–funzionare l’edificio? Nel terzo capitolo ci si pone questo quesito rispondendo con esempi di realizzazioni in cui spazi esterni e interni sono stati resi fruibili all’utenza proprio per far rivivere i luoghi e non renderli semplicemente dei monumenti statici.
Il quarto e quinto capitolo sono dedicati al cantiere di restauro in senso strettamente tecnico ed operativo, passando dall’excursus geografico di vari cantieri italiani fino ad arrivare ad alcuni casi stranieri.
Si focalizza innanzi tutto il cantiere di restauro come un crogiolo di attività pratiche e didattiche nonché un trampolino verso la sperimentazione del settore per poi aprire la conoscenza alle peculiarità culturali della materia che variano da luogo a luogo e si diversificano per tradizione.

Il testo si chiude con il capitolo dedicato alle “Sperimentazioni” dove la materia del restauro viene affiancata alle (ormai) inscindibili discipline dell’informatica e delle nano–tecnologie. Infatti se in passato il patrimonio storico è stato sufficientemente protetto dagli enti preposti, i continui tagli economici al settore ne hanno messo a rischio la sopravvivenza che in futuro sarà irreversibile se non si pensa a delle strategie in grado di restituirgli una funzione forte, riconosciuta ed apprezzata dal pubblico.
In tema di ricerche e sperimentazioni, i laboratori di numerose università conducono studi, oltre che sull’informatica applicata anche su materiali che possano risultare utili negli interventi di restauro, specie su quelli storici e tradizionali.

“Restauro conservativo e tutela ambientale” non esaurisce la vasta materia del restauro e del recupero del patrimonio edilizio ed ambientale dei siti di valenza storico–architettonica ma apre un capitolo ampio che potrà essere approfondito a discrezione del lettore tenendo conto di ciò che deduce al termine del testo. L’attività del restauro, per quanto destinata alla manutenzione, al recupero ed al ripristino e conservazione dei manufatti storici non si esaurisce in queste azioni relative al solo immobile ma punta anche alla fruizione del bene culturale, della quale si pone come presupposto insostituibile. L’inscindibile legame tra il restauro e la valorizzazione dei beni culturali è evidenziato inoltre dalla continuità nel tempo che entrambe le attività prevedono, in quanto è proprio col perdurare della prima che si consente il perdurare della seconda.

Restauro dunque come ponte tra conservazione e innovazione, tra la componente più solida, stratificata e specifica dell’operare sul patrimonio culturale e la componente più fluida e moderna dello stesso ambito di intervento.
Restauro come uno dei nodi principali attorno al quale si sviluppa il lavoro di tutela e conservazione del patrimonio artistico nostrano.
Restauro come eccellenza del nostro Paese che ha un ruolo importantissimo nella promozione del Made in Italy nel mondo e cerca di evolversi nella direzione della sostenibilità che non spreca risorse se non rinnovandole e non impatta l’immobile su cui agisce e l’intorno ambientale (costruito e non) relativo all’intervento.

Scheda tecnica del libro
Titolo:Restauro conservativo e tutela ambientale
Formato: 17 x 24, illustrato a colori
Editore: Dario Flaccovio Editore(Collana Restauro)
Pagine: 440
Data pubblicazione: Marzo 2012
Autori: Maria Carmela Frate, Flavia Trivella
ISBN: 9788857901145

Le autrici
Maria Carmela Frate
è Architetto, laureatasi a Napoli nel 1985. Si occupa prevalentemente di progettazione e direzione dei lavori nel campo del restauro dei beni architettonici monumentali e nel campo del recupero del patrimonio architettonico con valenza storica. È stata componente del Gruppo Tecnico Scientifico regionale per la redazione delle Linee–guida per la progettazione nel centro storico di Nocera Umbra (Pg) danneggiato dal sisma del 1997. Ha insegnato in corsi di formazione e aggiornamento post–laurea e tenuto relazioni a conferenze sul restauro. È componente del Consiglio Direttivo del “Centro Studi Sisto Mastrodicasa”, che si occupa di approfondire e promuovere le tematiche inerenti il restauro e il consolidamento dei beni architettonici, e svolge attività di didattica nel laboratorio di Storia dell’Architettura all’interno del corso di laurea in Ingegneria edile/Architettura presso l’Università di Perugia. È presidente dell’Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della provincia di Perugia. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni.

Flavia Trivella è Architetto pubblicista. Laureata presso il Politecnico di Milano. Ha collaborato con le principali testate del settore del restauro e dell’edilizia, occupandosi anche dell’organizzazione di convegni scientifici e incontri tecnici e curando la pubblicazione di dossier e volumi tematici. Ha seguito progetti e corsi di formazione nel settore, collabora con imprese di restauro e produzione negli ambiti della certificazione di qualità, dello sviluppo e della promozione.

Estratto
Una grande quantità del patrimonio edilizio esistente langue spesso sottoutilizzato o completamente inutilizzato. Questa è la ragione fondamentale per cui il recupero si dovrebbe porre come protagonista principale del futuro mondo delle costruzioni, sia per scelta economica che per scelta etica e di sostenibilità ambientale. Per quanto attiene il residenziale, il decremento demografico, seppure parzialmente compensato da un certo afflusso di altre popolazioni e da una grande migrazione interna, non richiede in linea generale che si intraprenda la costruzione di nuovi grandi insediamenti. […].

Acquista il libro

AAA

Scarica l’abstract







Mariangela Martellotta

Mariangela Martellotta Architetto

Architetto pugliese. Prima di decidere di affacciarsi al nascente settore dell’Ecosostenibilità lavorava nel settore degli Appalti Pubblici. È expert consultant in bioarchitettura e progettazione partecipata. Opera nel settore della cantieristica. È membro della Federazione Speleologica Pugliese.