Renzo Piano senatore a vita. Quattro dei suoi migliori progetti italiani

AAA

Roma, 30 agosto 2013. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha nominato quattro nuovi Senatori a vita: il direttore d’orchestra Claudio Abbado, la scienziata Elena Cattaneo, l’architetto Renzo Piano ed il fisico Carlo Rubbia, figure che si sono distinte per l’elevatezza del loro operato nel campo della ricerca scientifica, della musica e dell’architettura, “regalando lustro e prestigio al nostro Paese”.Primo architetto a ricevere il titolo di senatore, Renzo Piano con i suoi progetti è stato impegnato durante il corso della sua vita in una ricerca costante sui temi dell’architettura come luogo di sperimentazione sociale, artistica, energetica, tecnologica.

Renzo Piano: i migliori progetti dell’architetto genovese

Tra le numerose onorificenze ricevute dal nuovo senatore a vita, ricordiamo la nomina di Renzo Piano ad ambasciatore dell’Unesco per l’architettura, il Premio Pritzker, il Leone d’Oro e la Gold Medal, conferita dall’American Institute of Architect.

I SENATORI A VITA

L’articolo 59 della Costituzione recita: “È senatore di diritto e a vita, salvo rinunzia, chi è stato Presidente della Repubblica. Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario.”

I Senatori hanno fondamentalmente compiti legislativi (prendono parte all’emanazione e revisione delle leggi, in egual misura rispetto ai deputati della Camera), hanno il potere di accordare e revocare la fiducia al Governo di cui controllano le scelte operative.

QUATTRO PROGETTI ITALIANI

Il perché sia stato scelto Renzo Piano, come senatore, risiede nella sua concezione etica dell’architettura ispirata ad un “fare bene”, ad un “fare con attenzione”, ad un “fare bellezza” che unita all’utilità sconfigge il formalismo, ad un “fare silenzio, cioè costruire emozioni”.
In Italia il Renzo Piano Building Workshop ha realizzato ben ventotto progetti. Ne abbiamo selezionati quattro esemplificativi.

1983–2002 Riconversione della fabbrica Lingotto di Torino

Nella località di Lingotto sorse nel primo ventennio del Novecento il nuovo stabilimento Fiat. Dismesso nel 1982, divenne oggetto di un concorso internazionale ad inviti, di cui Piano risultò vincitore. La struttura esterna (telaio in c.a.) è stata mantenuta nella sua integrità; internamente invece è stata radicalmente adeguata alle esigenze fieristiche.

renzo-piano-senatore-b

Ospita, infatti un centro di ricerca, un giardino esotico, un plesso universitario, una sala conferenze, una pinacoteca, una pista di atterraggio, negozi, ristoranti, alberghi. Sul solaio di copertura vennero aggiunte la Bolla totalmente trasparente, adoperata per le riunioni, e la Pinacoteca “Agnelli”, in acciaio e vetro, protetta dall’irraggiamento tramite una grande pensilina ed altri sistemi oscuranti di minore dimensione.

renzo-piano-senatore-c

1991–2001 Banca Popolare di Lodi

Venne richiesto un nuovo centro direzionale che si integrasse al tessuto urbano costituendo degli spazi per la socialità. Una piazza interna, in parte alberata ed in parte coperta da una struttura in lastre di vetro e sostegni puntuali, garantisce la continuità con la città. Una serie di volumi cilindrici, ispirati ai silos rurali tipici dell’area, ospitano i caveau, gli uffici tecnici e le sale per le riunioni, l’auditorium, le sale conferenze.

renzo-piano-senatore-d

L’involucro consta di una doppia pelle ventilata e coibentata a cappotto, rivestita da lastre in laterizio. Il tema è poi declinato nelle aperture in cui le mattonelle in cotto fungono da brise–soleil. La struttura portante è in acciaio. Sono state adoperate, come sua consuetudine, tecnologie costruttive a secco, migliori rispetto alle tecniche tradizioni nella precisione del risultato e nell’affidabilità e igiene del processo.

1994–2002 Auditorium Parco della Musica

Nel 1994 la città di Roma bandì un concorso ad inviti per la progettazione di un nuovo auditorium, che fu vinto da Piano. Furono realizzati tre edifici distinti intorno ad un anfiteatro all’aperto, vero centro di aggregazione sociale, ed orientati in modo tale da permettere anche la visione dell’antica villa romana, rinvenuta durante gli scavi.

renzo-piano-senatore-e

La copertura delle tre sale (700–1200–2700 posti a sedere) è sorretta da due ordini di travi: il primo è costituito da coppie di travi lamellari giuntate nel punto in cui cambia l’inclinazione mentre il secondo è costituito da archi anch’essi in legno lamellare. Esteriormente la copertura è rivestita con fogli di piombo, materiale che evoca le cupole delle chiese romane. Previsti per ospitare concerti di musica differente, al loro interno gli ambienti sono configurati ad hoc con pannelli, realizzati sulla base di simulazioni acustiche effettuate in laboratorio. Tutt’intorno ai tre “scarabei” si sviluppa un parco di oltre trentamila metri quadri.

2002– 2013 Museo delle Scienze MUSE, Trento

All’interno della più ampia riqualificazione del Quartiere Le Albere, a cui ha partecipato Renzo Piano, è stato progettato il Museo delle Scienze, recentemente inaugurato. Una serie di corpi altimetricamente differenziati fungono da fulcro del progetto di riqualificazione dell’area Michelin, ospitando aree espositive e di ricerca dedicate alle scienze naturali.

renzo-piano-senatore-f

L’edificio si connota per il profilo frastagliato, evocante quello delle Alpi, con falde inclinate protette da ampi brise–soleil. Il museo si presenta ai visitatori con un’ampia facciata vetrata (si ricorda la funzione del vetro come accumulatore termico, soprattutto nelle regioni fredde) che si riflette nello specchio d’acqua. I prospetti laterali prevedono la successione di logge, per filtrare le radiazioni solari. All’interno sono state predisposte aree espositive, una biblioteca, spazi comuni a tutt’altezza ed un giardino, che si confronta con il parco esterno.

renzo-piano-senatore-g

In un’intervista agli architetti Piano e Prestinenza Puglisi, Piano afferma in merito al criterio di ecosostenibilità: “credo che debba essere una cosa che viene naturale...è chiaro che ormai è forse uno dei tratti più ispiranti del secolo che si apre...ma non solo pragmaticamente abbassando il costo della bolletta dell’energia – che è comunque giusto fare – ma anche culturalmente, proprio interpretando questa cosa trasformandola in poetica”.

Federica Zagarella

Federica Zagarella Architetto

Formazione siciliana, lavoro milanese, in futuro si vedrà. Ama passeggiare a piedi ed in bici ma è decisamente poco sportiva, ama leggere e non solo paper, scrive per ae perché è uno svago...intelligente: forse "equilibrio" è la sua parola d'ordine!