- scritto da Ester Dedè
- categoria Progetti
Dormire in un tubo di cemento. Un campeggio e un albergo in strutture di riuso
Ottensheim, in Austria. Tre grandi tubi di cemento all’interno di un parco sono diventati simbolo per la città di come la capacità creativa dell’uomo permetta di riciclare gli oggetti più impensabili. L’idea è venuta nel 2006 ad Andreas Strass, architetto austriaco, che ha pensato di realizzare una sorta di “campeggio tematico”: piccole camere all’interno di tubi di scarico in cemento recuperati e riutilizzati in
una veste completamente nuova. La proposta appare subito interessante data la ridotta manutenzione che i materiali richiedono dopo i necessari primi interventi di pulizia e disinfezione iniziale e data la resistenza e solidità che garantisce il mantenimento della qualità nel tempo.
Vengono così predisposte tre camere all’interno di queste cavità cilindriche collocate nel Rodlpark affacciato sul Danubio: di certo si tratta di una sistemazione ridotta al minimo – letto matrimoniale, piccolo vano per i bagagli, allacciamento elettrico e illuminazione, coperte e lenzuola – ma tutto in un ambiente pulito e confortevole. Gli ambienti sono stati anche decorati dall’artista austriaco Thomas Latzel Ochoa che li ha resi dei capolavori unici. L’idea è che possa essere una modalità di sostare in questa città a basso costo, nella forma, appunto, di un campeggio, con i bagni esterni – sono presenti delle strutture all’interno del parco – e punti di ristoro nell’area circostante.
Dal punto di vista climatico i vani non sono riscaldati e la struttura viene così utilizzata solo nella stagione estiva, in cui l’inerzia termica del cemento, garantisce una temperatura interna confortevole in tutte le ore della giornata.
L’ALBERGO NEI TUBI DI CEMENTO IN MESSICO
Sulla base di questo esperimento che ha suscitato un forte interesse nella cittadinanza e ha iniziato ad essere utilizzato regolarmente da turisti di passaggio appena realizzato, lo studio T3arc ha progettato una struttura più articolata in Messico, a Tepotzlan che ha richiesto solo tre mesi di lavoro per la essere completata. Il clima locale è sicuramente congeniale all’utilizzo di una tecnologia di questo tipo: durante l’estate il cemento garantisce frescura all’interno mentre nella stagione fredda, in cui le temperature minime diurne sono comunque più elevate rispetto alla nostra latitudine, l’irraggiamento solare consente un accumulo termico sufficiente a fornire calore nelle ore notturne. Si tratta di una situazione non molto diversa dalle camere scavate nella roccia.
In questo caso è stato realizzato un vero e proprio albergo in cui i moduli sono stati per lo più organizzati in piccole piramidi di tre tubi con una scala esterna che consente l’accesso al livello superiore. Anche qui, per ovvie ragioni logistiche, il bagno è esterno alla camera ma nel complesso sono stati organizzati tutti i servizi necessari al funzionamento di un albergo.
E’ un sicuro esempio di existenz–minimum che a questo però integra il tema del recupero di un materiale energicamente molto costoso in fase produttiva e spesso utilizzato per periodi relativamente brevi e poi smaltito in discarica: un interessante e creativo esempio di riciclo.